IL DIFFICILE RAPPORTO FRA FISCO E CONTRIBUENTE
di Antonio Laurenzano
Sempre in salita, con reciproca diffidenza,
il rapporto fra Fisco e contribuente dopo l’approvazione del recente decreto fiscale collegato alla Legge
di bilancio 2017. Un provvedimento complesso, molto articolato, con una lunga
serie di misure finalizzate, almeno nell’ intento del Legislatore, a rendere la vita meno difficile a imprese e famiglie. Ma la strada verso un Fisco più semplice è
lunga!
Ancora una volta è caduto nel
vuoto l’appello di Ezio Vanoni, storico Ministro delle Finanze degli Anni
Cinquanta per “un ordinamento tributario conoscibile nelle forme e
comprensibile nei contenuti”. Da anni si opera con una frantumazione della
legislazione tributaria e un confuso proliferare
della normativa che è causa non solo di
uno scadimento qualitativo della legislazione ma anche della potenziale
ignoranza della legge, con grave pregiudizio della certezza del diritto,
divenuta una chimera!
E il decreto fiscale approvato dal
Parlamento a supporto della manovra finanziaria è l’ennesima … opera
incompiuta! Si colgono pochi timidi
segnali di semplificazione: dalla “tregua estiva” per atti e scadenze alla
soppressione del tax day del 16 giugno, con
il solo pagamento di Imu e Tasi e lo spostamento a fine mese dell’acconto Irpef, Ires, Irap. Ma
lo spacchettamento del tax day non elimina il … rischio ingorgo perché sembra mancare un disegno organico di
razionalizzazione della intrigata giungla di balzelli e tasse e relativi vincoli
amministrativi. Parlare infatti di
semplificazione fiscale e introdurre per i soggetti Iva otto fastidiosi
adempimenti (lo “spesometro trimestrale” con quattro invii delle fatture emesse
e ricevute oltre a quattro invii trimestrali delle liquidazioni Iva) significa frapporre
altri ostacoli sulla strada della “efficienza, trasparenza e certezza”,
principi amministrativi affermati nello Statuto del contribuente.
Cresce il disagio degli operatorii,
mobilitati a Roma per il 14 dicembre, per obblighi fiscali che non solo
disattendono le numerose e continue promesse di semplificazione ma “contribuiscono a complicare ulteriormente il
funzionamento del sistema fiscale in
Italia”. Un aggravio notevole di lavoro che pone la questione di un “bilanciamento” tra l’eliminazione di
adempimenti palesemente privi di efficacia operativa (intrastat, black list,
ecc.) e l’introduzione di nuove dispendiose misure. Non c’è dubbio che l’evasione
in Italia, soprattutto per quanto riguarda l’imposta sul valore aggiunto, abbia
raggiunto livelli da maglia nera in Europa. Siamo il Paese con maggior numero
di partite Iva aperte, oltre mezzo milione all’anno, molte delle quali dedite
alla … “finanza creativa” con rilevante
imponibile sottratto a tassazione, anche sul versante delle imposte
dirette. La lotta all’evasione fiscale è la ragione d’essere di un sistema
tributario e, più in generale, di una sana economia. Chi non paga il debito
d’imposta fruisce di una rendita che altera la concorrenza e il mercato. Ma è
pur vero che un serio contrasto all’evasione fiscale non va condotto con una
strategia moltiplicatrice degli adempimenti. Aumentare gli obblighi non frena
l’evasione! E cancellarli dopo il loro esito negativo mina la credibilità di
ogni intervento.
Ciò di cui il Paese ha bisogno,
soprattutto in un periodo di stagnante ripresa economica, è un fisco
semplificato che oltre a ridurre il più possibile il prelievo, sostenga la
crescita, sia equo e renda difficile l’ evasione e l’elusione attraverso le
numerose ed efficienti banche dati di cui l’Amministrazione finanziaria dispone.
Un patrimonio informativo notevole che consente di eseguire una selezione
intelligente e preventiva per individuare i contribuenti a rischio da sottoporre a controllo, in un’ottica
di efficienza ed economicità dell’azione amministrativa.
Si ponga quindi fine alla
incessante richiesta di informazioni che creano alle imprese costi non
riscontrabili in altri Paesi dell’Ue. Abbia termine la stagione delle tante
modifiche, interpretazioni, rettifiche della normativa tributaria, dei tanti “rimedi a singhiozzo”! Combattere l’evasione attraverso
la … lotta alla burocrazia fiscale, ridisegnando
il peso fiscale con tre obiettivi di fondo: semplicità, crescita, equità. Più
complicato è un sistema fiscale, più facile sarà nascondere un reddito nelle
sue pieghe: ecco perché un’attenta semplificazione può aiutare l’equità. Conciliare
il gettito tributario e diritti dei contribuenti (pax fiscale?) è la grande
sfida del Fisco italiano. Una sfida di civiltà giuridica.
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