14 settembre
Festa della Santa e vivificante Croce
La ricerca della croce - Agnolo Gaddi - Firenze (da Vikipedia)
Nella Historia Ecclesiastica il teologo e storico bizantino Socrates Scholasticus racconta del ritrovamento, effettuato da Sant'Elena imperatrice (moglie dell'imperatore Costanzo e madre dell'imperatore San Costantino I, il Grande)
avvenuto a Gerusalemme nell'anno del Signore 320 della vera Croce di
Cristo. Sotto un tempio pagano fatto demolire dall'imperatrice furono
ritrovate tre croci, su una delle quali era posto il Titulus crucis, o iscrizione sulla croce, ossia il cartello posto sulla croce di Gesù, Come riportato dal Vangelo di Giovanni (19,19-20) la scritta che motivava, secondo l'uso romano, il motivo della condanna era «INRI», dalla supposta scritta latina Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum, scritta inoltre anche in greco e in ebraico. E' scritto, sempre in detta Historia, che San Macario, vescovo di Gerusalemme fece porre la croce col titulus Crucis sopra il corpo di una donna gravemente malata e che questa, miracolosamente, guarì. La vera Croce ha avuto varie traversie, nel 614 il re persiano Conroe II, favorito
dall'aiuto di un'insurrezione ebraica in Palestina, dopo aver
conquistato Gerusalemme, la trafugò per portarla quale preda di guerra
nella capitale dell'impero Ctesifonte (oggi in località Taq-i Kisra nel territorio della città irachena di Al Mada'in). Nel 628 l'imperatore romano Eraclio I sconfisse
i persiani e recuperò la croce portandola a Costantinopoli. Dopo aver
represso la rivolta ebraica in Palestina guidata da Beniamino di Tiberiade e
dalle sue milizie galilee (a Gerusalemme gli insorti ebrei e i le
truppe sasanide persiane avevano, nel frattempo, massacrato la
popolazione cristiana di Gerusalemme, che, da dopo la conquista
dell'imperatore Tito nel 70 d.C. si chiamava Aelia Capitolina) l'imperatore riportò, nel 628 la vera croce a Gerusalemme, scacciando ed esiliando dalla stessa gli inaffidabili ebrei.
Sant'Elena Imperatrice
Nel 1009 i cristiani di Gerusalemme, nel frattempo invasa dalle
armate arabo-mussulmane, nascosero la vera croce. Essa fu ritrovata
anni dopo dal Patriarca latino di Gerusalemme
Alfonso Malecorne nel 1099, quando la città era in mano
dei crociati ed era stata proclamata capitale del Regno di Gerusalemme.
Conservata nella basilica del Santo Sepolcro veniva prelevata soltanto
per essere posta alla testa dell'esercito crociato durante le battaglie.
Nel 1187, dopo che l'esercito crociato gerosolomitano fu sconfitto ad
Hattin, dalle armate ayyubidi (islamiche sunnite) guidate dal
condottiero curdo
Saladino (arabo
Salah ad-Din curdo
Selahedine Eyubi) nativo della città irachena di Tikrit (la stessa di
S
addam Hussein) sultano
d'Egitto, Siria, Yemen e Hijaz, la stessa cadde in mano islamica e non
fu più restituita ai cristiani. I vari Sultani si rifiutarono sempre di
restituirla ai cristiani sostenendo che visto che loro lo reputavano
Gesù un Profeta dell'Islam era preziosa anche per
loro, ma, da allora, se ne sono perse le tracce. Piccole schegge della
vera Croce erano venerate a Costantinopoli-Nuova Roma fino al 1204,
quando la Quarta Crociata per volontà del
Papa Innocenzo III (lo stesso della crociata contro i
catari o albigesi) prese e saccheggiò la città decretando la fine
dell'Impero Romano e favorendo il dilagare dell'Islam in Anatolia e,
successivamente in Europa dell'Est. (vedi:
Chronica regia Coloniensis). I cattolici, per fini di
lucro (le reliquie portavano pellegrini e soldi alla Chiesa) inondarono
l'Europa di un'infinità di presunte schegge della vera Croce, tanto che
il riformatore evangelico svizzero
Giovanni Calvino in
Traité des Reliques sostenne, ironicamente, che se tutti i pezzi custoditi nelle varie chiese "
fossero raccolti, formerebbero un grande carico di nave"
La Chiesa Ortodossa festeggia l'
esaltazione della Santa e vivificante Croce il 14 settembre, anniversario della consacrazione della Chiesa del Santo Sepolcro considerandola una delle
12 grandi feste dell'anno liturgico ortodosso.
San Giovanni Crisostomo
Da
San Giovanni Crisostomo, uno dei Padri della Chiesa, al quale è intitolata la nostra Università è pervenuto una interessante scritto
(Omelia sulla Croce e sul ladrone) che qui sotto riportiamo:
Un tempo la croce era un segno di condanna, ora invece è
principio di salvezza. Essa è diventata per noi causa di innumerevoli
benefici, ci ha liberato dall'errore, ha illuminato quelli che giacevano
nelle tenebre, ha liberato noi che ci eravamo ribellati a Dio, ha fatto
degli estranei dei familiari, ha reso vicini quanti erano lontani. Essa
è la distruzione della inimicizia, la protezione della pace, il tesoro
di beni innumerevoli. Grazie ad essa non andiamo più errando nel
deserto, abbiamo conosciuto la vera via, non avanziamo al di fuori della
via regale. Abbiamo trovato la porta, non temiamo le frecce infuocate
del diavolo perché abbiamo visto la fonte. Per questo non siamo più in
stato di vedovanza, abbiamo accolto lo sposo; grazie alla croce non
temiamo più il lupo rapace, perché il buon pastore è in mezzo a noi.
Perciò non temiamo il tiranno, siamo in attesa del Signore. Perciò
facciamo festa celebrando la memoria della croce. Anche Paolo ci ordina
di celebrare la festa della croce. Dice: Facciamo festa non con lievito
vecchio, ma con azzimi di sincerità e di verità (1Cor., 5,8). In
seguito ne spiega il motivo: Cristo nostra pasqua è stato immolato! Vedi
come Paolo ordina di celebrare la festa della croce? E Cristo è stato
immolato sulla croce. Dove vi è il sacrificio, là vengono annullati i
peccati, là vi è la riconciliazione con il Signore, là vi sono festa e
gioia. Cristo nostra Pasqua è stato immolato per noi. Dimmi: dove è
stato immolato? Su un albero elevato. Nuovo è l'altare del sacrificio,
poiché nuova ed eccezionale è anche la vittima. Vittima e sacerdote sono
una cosa sola... Perché viene immolato fuori dalla città e fuori dalle
mura? Perché tu sappia che il sacrificio è universale, perché tu sappia
che l'offerta è fatta per tutta la terra, perché tu sappia che la
purificazione non riguarda solo una parte ma concerne tutti".
Infine riportiamo una preghiera sulla festa della Santa Croce scritta dal cav.
Francesco Russo, Gran Priore della
Confraternita dei Cavalieri Templari "Ugone dei Pagani" di Pagani (SA)
autore dell'articolo:
mons. Filippo Ortenzi, arcivescovo metropolita
della Chiesa Ortodossa Italiana
e
Rettore dell'Università Ortodossa San Giovanni Crisostomo
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