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sabato 14 febbraio 2009

L'ECONOMIA ITALIANA FRA PAURE E SPERANZE....

Ferruccio De Bortoli, Direttore del Sole 24 Ore, analizza a Monza
gli effetti della crisi finanziaria ed economica nel nostro Paese.

di Antonio Laurenzano

“Ce la faremo, sono ottimista. L’Italia già in passato ha superato congiunture negative della propria economia, e anche questa volta sapremo venirne fuori per consegnare alle future generazioni un Paese moderno, più ricco e più competitivo.”
E’ questo il messaggio di speranza che Ferruccio De Bortoli, direttore del Sole 24 Ore, ha lanciato in occasione del suo intervento a Monza, all’Hotel de la Ville, su un tema di grande attualità: “L’economia italiana tra potenzialità e debolezze”. Un tema che il relatore ha contestualizzato con la “grande crisi” che si è abbattuta sull’economia mondiale.
Un’analisi profonda quella condotta da De Bortoli con il rigore dell’economista e la semplicità dialettica del giornalista di razza! Una “lezione” seguita con grande attenzione che ha fatto luce sulle cause della metastasi del sistema finanziario, partendo da quello che è accaduto in America dall’agosto del 2007, con i mutui subprime, ossia quei mutui concessi a clienti ritenuti poco solvibili.
Dopo anni di crescita superiore alle proprie possibilità, drogata da un incontrollato indebitamento pubblico e privato, la locomotiva americana è arrivata al capolinea! Ha esaurito il credito e si trova ora a dover fare i conti con i guasti generati da un’allegra finanza: la liquidità a buon mercato degli anni passati, gli eccessi di spesa delle famiglie, la bolla del mercato immobiliare. Ma soprattutto la spregiudicatezza di un sistema bancario che ha finanziato con disinvoltura una massa notevole di debiti attraverso mutui a basso interesse, sicuro di tutelarsi dal rischio della insolvenza mediante la cartolarizzazione.
Uno tsnunami di cui, “in un mondo globalizzato multimediale nel quale conosciamo in tempo reale tutto o quasi, nessuno si è accorto di nulla!”, ha osservato De Bortoli. Una pessima rappresentazione della finanza innovativa: le banche, con poca trasparenza, hanno “impacchettato” in titoli obbligazionari (ABS) di scarso valore i mutui subprime e li hanno ceduti ad altri investitori, spalmando il rischio della insolvenza su più società. Quando, con la flessione del mercato immobiliare, molti mutui non sono più stati pagati, il castello di carte finanziario si è polverizzato e le banche, come la Lehman Brothers, sono andate in crisi. Una crisi che, a catena, ha immediatamente coinvolto le imprese di assicurazioni che garantivano queste operazioni.
“Questi titoli tossici, ha commentato il Direttore del Sole 24 Ore, hanno invaso tutto il mondo, finendo in carico a moltissime istituzioni finanziarie che hanno presto accusato il colpo.” E in un disastroso effetto domino, le Borse sono crollate letteralmente: gli investitori, in preda al panico di un default colossale, hanno venduto su tutti i listini. “Dall’inizio della crisi dei mutui al crack di Lehman Brothers, le Borse di tutto il mondo hanno bruciato oltre 17 mila miliardi di dollari!”
I mercati hanno assistito impotenti al crollo generalizzato della fiducia. “Il sistema interbancario si è inceppato: le banche non si fidano più l’una dell’altra. I prestiti interbancari, che sono alla base della circolazione dei capitali nell’intero sistema, sono congelati, perché le banche temono di ricevere titoli spazzatura come garanzia”. E le conseguenze di questa stretta creditizia si sta ora riversando sulla cosiddetta “economia reale”.
Una situazione che anche per l’Italia ha significato recessione, ma che presenta contorni meno drammatici rispetto agli altri Paesi. L’ottimismo di De Bortoli risiede nel senso di risparmio delle famiglie, sufficientemente patrimonializzate, nel minore indebitamento delle imprese italiane, ristrutturate all’atto dell’ arrivo della moneta unica, nonché nella “pace sociale” nel Paese. “L’Italia, ha affermato il relatore, ha una sua precisa struttura produttiva, con un tessuto connettivo costituito dalle piccole medio-imprese che devono avere una maggiore dignità sociale nel Paese. Ma l’elemento di forza più importante è il sistema bancario che, paradossalmente, non essendosi innovato sul piano finanziario, non si è fatto lusingare dalle sirene del capitalismo d’assalto che tanti danni ha prodotto altrove, anche nella vicina Svizzera, all’ UBS”.
Le nostre banche sono rimaste cioè prevalentemente banche d’intermediazione del credito, lasciando oltre confine le funzioni rischiose d’investment banking.
Come uscire dalla crisi? Per Ferruccio De Bortoli “dobbiamo riattivare il circuito della fiducia, prendere coscienza delle nostre potenzialità per una nuova cultura del lavoro che dovrà riscoprire il segreto del successo che è fatica, umiltà e ricerca continua di una migliore produttività del lavoro, attraverso una formazione scolastica permanente.” Un’azione di rilancio alla quale dovranno affiancarsi scelte politiche coraggiose per sciogliere gli annosi nodi della economia nazionale: infrastrutture, burocrazia, fiscalità, spesa pubblica, servizi.
Di grande effetto le battute finali del relatore al termine del suo applaudito intervento “Sforziamoci di essere più comunità nazionale e di essere orgogliosi di svolgere qualcosa per il nostro Paese!”
Dal cuore della Brianza, l’auspicio che dopo la paura di questi anni per una tempesta finanziaria senza precedenti si possa alimentare la speranza di un futuro migliore, legato a una finanza etica e a un’economia mondiale equilibrata.

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