Ordini Cavallereschi Crucesignati

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lunedì 9 novembre 2009

IL CROLLO DEL MURO DI BERLINO

Cav. uff. dott.
Pietro VITALE
Giornalista e scrittore
Tessera Ordine Naz. dei Giornalisti n.116644

ATTUALITa', IL MURO DI BERLINO
Ventesimo anniversario della sua caduta
Una pagina di storia che ha cambiato profondamente
l’Europa e gli equilibri mondiali
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di Antonio Laurenzano
9 novembre 1989: una data storica per l’Europa del Terzo Millennio. Dopo oltre 28 anni cade il muro di Berlino che dal 13 agosto 1961 aveva di fatto tagliato in due non solo una città, ma un Paese, un…Continente. E’ stato il simbolo della divisione del mondo in due blocchi politici e militari contrapposti: quello americano sotto l’egida della Nato e quello sovietico sotto l’egida del Patto di Varsavia. Simbolo di terrore di un regime.
Per l’opinione pubblica mondiale fu uno shock, accettato colpevolmente dalle cancellerie occidentali per “salvaguardare la stabilità dei due blocchi in Europa”. Solo dopo, quando le conseguenze inumane della brutale divisione della Germania diventarono sempre più evidenti nella loro drammaticità, si registrarono le prime reazioni. Famosa è rimasta la visita a Berlino del Presidente americano Kennedy durante la quale pronunciò in lingua tedesca, davanti a migliaia di cittadini berlinesi, la storica frase: “Ich bin ein Berlinen”, “Anche io sono un abitante di Berlino”.
Parole suggestive che non servirono però a rimuovere una delle più grandi vergogne della storia del XX secolo: 43 Km di muro che separavano Berlino Est da Berlino Ovest. La parte degli impianti di sbarramento che chiudeva ermeticamente il resto della RDT, la micidiale “striscia della morte”, aveva una lunghezza di circa 112 Km!
Drammatico è stato il contributo di sangue a questa follia: centinaia i cittadini dell’Est in fuga verso la libertà uccisi dal fuoco dei soldati di frontiera della Germania comunista. Altri annegarono tragicamente nelle fredde acque del fiume Sprea che tagliava gli sbarramenti.
Soltanto il 9 novembre 1989, in pieno clima di perestrojka propiziata da Michail Gorbaciov, il muro si sgretolava sotto l’assalto di migliaia di persone, a seguito dell’annuncio della “revoca delle restrizioni per i viaggi all’estero” data in diretta televisiva dal Ministro Gunter Schabowski. Con la caduta del muro venne restituita la libertà e la dignità a milioni di persone. Le nazioni del blocco comunista tormarono nella comunità dell’Europa del cristianesimo e dell’umanesimo. Tornarono alla democrazia!
Era la “rivoluzione di velluto” preludio della riunificazione tedesca. Un’operazione fortemente osteggiata dall’allora primo ministro britannico Margaret Thatcher e, inizialmente, dal presidente francese Mitterand per i quali le ombre del passato non erano ancora fugate. Una Germania unita, un “gigante egemone” al centro dell’Europa faceva nuovamente paura! Lo stesso nostro ministro degli esteri del Governo Craxi, Giulio Andreotti, con la consueta sottile ironia affermava: “Amo così tanto la Germania che ne voglio due!”
Per tutti prevalse la realpolitik: diffidenze, dubbi e timori si dissolsero dinanzi al disegno della moneta unica che in quegli anni andava prendendo forma. In cambio della rinuncia al marco e del sostegno all’euro da parte del Cancelliere Helmut Kohl cadde ogni riserva sul processo di unificazione tedesca che si concluse formalmente il 3 ottobre 1990, con ampia soddisfazione di tutti i partner europei.
Se la storia non ha premiato la lungimiranza della Thatcher, la riunificazione tedesca ha rappresentato il capolavoro storico di Kohl, suo grande e instancabile artefice,.
Ma “da che parte è caduto il Muro?” si è chiesto il quotidiano tedesco Der Spiegel. Se nel 1989 molti all’Est si sentivano “cittadini di seconda classe”, oggi il 49% concorda sul fatto che “la Germania dell’Est aveva più cose buone che cattive”. Il dibattito è sempre attorno a due principi, libertà ed uguaglianza, che ciascuna delle due Germanie ritiene di avere meglio incarnato. All’Ovest, pesano le tasse che da 20 anni i tedeschi pagano per l’Est, e gli aiuti nell’ordine dei 70 miliardi all’anno per risultati che a volte si vedono, Berlino, Dresda, Lipsia, Erfut, e spesso no.
Fra nostalgie a Est e insofferenze a ovest la Germania celebra il Ventesimo Anniversario della caduta del muro. Grande festeggiamenti a Berlino ai piedi della Porta di Brandeburgo. Il tutto per raccontare i cambiamenti sociali e architettonici che hanno interessato la grande metropoli tedesca negli ultimi venti anni, capitale di un Paese testimone di uno degli eventi più importanti della storia che ha cambiato profondamente l’Europa e gli equilibri mondiali.

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