Questo sito è a disposizione di tutti coloro che intendono inviare i loro pezzi, che dovranno essere firmati, articoli sulle gesta della Cavalleria Antica e Moderna, articoli di interesse Sociale, di Medicina,di Religione e delle Forze Armate in generale. Il sottoscritto si riserva il diritto di non pubblicare sul Blog quanto contrario alla morale ed al buon gusto. La collaborazione dei lettori è cosa gradita ed avviene a titolo volontario e gratuito, per entrambi.
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domenica 11 aprile 2010
L'AFFRUNTATA DI BRIATICO.
Cari amici, nel corso delle mie frenetiche e maniacali ricerche su argomenti di cultura in generale ed essoterica in particolare, in un cassetto, della mia casa in collina ho rinvenuto in un baule un vecchio libretto, con la presentazione pensate, niente di meno, del Direttore Sede RAI di Bari, il Dott. Michele Campione, giornalista, scrittore, critico.
Il libretto tratta in particolare il tema della devozione popolare nel Sud e in particolare della Regione Calabria. E’ un argomento particolarmente caro ad Angela e Salvatore Bagnato, autori del racconto. Ed è così che nasce questo volumetto, dedicato ad una manifestazione religiosa di particolare suggestione: L”Affruntata” di Briatico, che riguarda una manifestazione che realizza in termini drammaturgici un episodio della Resurrezione, ispirata più al fascino delle credenze popolari che alla narrazione dei Vangeli.
Questa scarsa credibilità storica e narrativa collegata all’avvenimento rappresentato non toglie nulla alla vibrante partecipazione della gente, alla compromissione dei fedeli, giovani o vecchi che siano, nel senso che ognuno a Briatico si sente partecipe dell’evento. Non solo spettatore ma parte di un dramma, di una vicenda antica come la storia dell’uomo (la Resurrezione di Cristo e l’incontro con la Madre), testimone coinvolto e coro partecipato.
In questa generale accettazione del rito, in questo mantenimento della tradizione, in questa capacità che gli abitanti di Briatico hanno conservato immutata, c’è qualcosa di più che l’ossequio ad una tradizione sia pure radicata: c’è il costume che si è fatto cultura e che è diventato parte della civiltà del luogo.
Certo, il problema è ora quello di considerare gli aspetti dell’evento in rapporto alla cultura ed alla civiltà del nostro tempo.
In quali termini l’”Affruntata” di Briatico – continua Campione- può resistere o resiste all’offensiva, alla massiccia invasione, come inserimento estraneo, degli altri mezzi di comunicazione, sino al termine ultimo di un processo di esternazione derivante dagli aspetti turistici e di falso folklore? Una prospettiva che sul piano culturale pone non pochi interrogativi: anche per questo la recente fatica di Salvatore ed Angela Bagnato acquista un senso ed una valenza particolari. Prima, insomma, che sia troppo tardi. Prima che i rituali della spettacolarizzazione moderna ed i ritmi del moderno esistenzialismo cancellino perfino la memoria storica di taluni accadimenti. I personaggi più vivi e più ricchi di fascino della tragedia del Golgota si trovano tutti nella “Affruntata” di Briatico: la Madre di Cristo, dolente e con il velo nero del lutto che porta nel cuore per la morte del Figlio; Cristo figlio dell’Uomo, che risorge perché la Morte va sconfitta con la Vita; l’anelante Giovanni, discepolo prediletto e caro come un secondo figlio al cuore di Maria. Ed allora, ecco il riconoscersi affannoso, il cercarsi e non trovarsi, come avviene spesso fra coloro che si voglione bene, la Grande Notizia, la Resurrezione che tutti conoscono tranne Maria. Proprio Lei, alla quale è destinata in assoluto l’eco dall’evento. Il giovane Giovanni, Angelo della Buona Nuova, non ha un attimo di requie, non si dà e non chiede tregua all’ansia del suo andare, della sua ricerca. Sino all’Incontro Finale, sintesi e momento esaltante in cui esplode, si concretizza la liberazione dell’attesa. Orbene cari amici, in complesso il lavoro si pone di diritto nello scenario della produzione letteraria del nostro Mezzogiorno, nel settore specifico della interpretazione del costume e dell’animo della nostra gente.
E’ Pasqua. Ad aprile in un piccolo paese del Vibonese in posizione incantevole sul mar Tirreno, splendida meta di turismo balneare, si appresta a scacciare definitivamente l’inverno. Dalle colline arrivano gli agnelli, le migliore ricotte, gli asparagi selvatici, le verdure, gli eccezionali salumi, per preparare il pranzo pasquale.
Nelle case si confezionano i dolci tradizionali: le “pitte pie”, i “campanari”. Ma, come in tutta l’Italia, l’arrivo della stagione primaverile, con il risveglio della natura, ridesta nell’animo e nella mente del popolo le antiche tradizioni legate ai riti della Settimana Santa.
La domenica di Pasqua, a mezzogiorno, in quel piccolo paese si svolge una particolare, antica e suggestiva “sacra rappresentazione: “La Modonna ritrova suo Figlio Risorto”. Maria Addolorata, Gesu’ e San Giovanni. La “rievocazione” immagina che Giovanni, discepolo prediletto di Gesù e custode della Madonna, si metta in cerca di Maria Addolorata per comunicarle la felice notizia della resurrezione del suo Figlio.
n.b. il caso ha voluto che,in questi giorni, ne hanno parlato anche in televisione, subito dopo il giorno di Pasqua e, guarda caso, il fatto si è svolto proprio in un paesino del Vibonese.
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