A
sessant’anni dalla sua scomparsa.
Di ANTONIO LAURENZANO
19 agosto 1954 : a Sella
Valsugana, a 73 anni, moriva Alcide De Gasperi, uno dei Padri
fondatori dell’Europa, « un europeo prestato
all’Italia ». Con il francese Schuman e il tedesco Adenauer
ha scritto una delle pagine di storia più importanti del XX secolo,
contribuendo a ricucire le sanguinose lacerazioni del passato fra gli
Stati del Vecchio continente e a gettare il seme per una « comunità
spirituale di valori e di civiltà ».
A
sessant’anni dalla scomparsa, la lezione europea di De Gasperi è
di grande attualità. Il suo fu un europeismo illuminato che seppe
bene interpretare le aspirazioni di pace e di democrazia dei popoli
europei dopo gli anni bui della guerra. Era convinto che il
superamento dei nazionalismi e dei totalitarismi passasse attraverso
la costruzione di una comune casa europea, espressione di valori
condivisi. Per l’Europa non ci sarebbe stato un futuro se non si
fossero spenti i focolai degli egoismi nazionali, se non si fosse
avviato un processo di unificazione politica.
E’
alla Conferenza di Pace del 1946 a Parigi che inizia la storia
politica di Alcide De Gasperi al servizio del Paese quando, davanti
ai ventuno delegati delle Potenze vincitrici, pallido in volto, con
dignità profonda e l’angoscia nel cuore, pronuncio’ poche ma
significative parole : «Sento che qui tutto è contro di me,
tranne la vostra personale cortesia ». Fu il vero artefice
della ricostruzione nazionale. Rimase al potere otto anni : un
periodo di contese e forti tensioni sociali.
Per
il suo senso dello Stato e la sua lucidità d’azione fu paragonato
a Cavour. Coraggiosa la scelta operata nel maggio 1947 di
allontanare dal Governo socialisti e comunisti, dettata da una
precisa esigenza politica : per la ripresa dell’economia,
occorreva dare all’Occidente un segnale forte, senza tentennamenti
ideologici. Ebbe così inizio la proficua intesa governativa con
Luigi Einaudi per l’attuazione di quella politica liberale che fu
alla base del miracolo economico alla fine degli Anni Cinquanta.
Fece
crescere l’Italia con gli aiuti del Piano Marshall e le restitui’
prestigio a livello internazionale facendola partecipare alla NATO,
nonostante la lunga e accesa battaglia parlamentare. Con mano
sicura, porto’ l’Italia fuori dalle lacerazioni morali e
materiali causate dalla disfatta bellica. La firma a Parigi, il 18
aprile 1951, del Trattato istitutivo della CECA , Comunità economica
del carbone e dell’acciaio, segno’ una svolta importante nella
storia del Vecchio continente. Vinti e vincitori della Grande Guerra
si trovarono uniti per disegnare , con unità di intenti e di azione,
un comune percorso di pace e progresso per l’Europa.
Il
suo impegno a favore dell’unficazione politica europea si
concretizzò con il disegno della Comunità europea di difesa (CED).
Quando, nell’aprile 1954, l’Assemblea Nazionale francese rifiuto’
di ratificarne il Trattato istitutivo, Alcide De Gasperi, che si
avviava alla fine dei suoi giorni terreni, con amareza dichiarò :
« Meglio morire che non fare in Europa la Comunità di
difesa !» Era per lui la fine di un sogno !
Alcide
De Gasperi porto’ nella politica una misura morale rigorosa,
espressione della sua coscienza, della sua onestà intellettuale,
della sua integrità di vita. Non esercito’ mai il potere per il
potere. Morì povero com’era vissuto. Ed era vissuto in piena
solitudine, anche all’interno del suo stesso partito, forte della
sua incrollabile fede in Dio. Non aveva bisogno di nessuna mediazione
terrena di curiali per sentirsi vicino a Dio, cosi’ profonda era
la sua religiosità ! La sua statura politica, la sua dignità
di Uomo di Stato, non ammettevano nessuna interferenza nell’azione
di governo, nemmeno dal Vaticano, all’ombra del quale, peraltro,
come cattolico era creciuto, convinto assertore della divisione dei
ruoli fra l’Uomo di Chiesa e l’Uomo di Stato, sulla scia del
vecchio principio risorgimentale : libero Stato in libera
Chiesa. Semplicità e riservatezza furono le sue
prerogative.Tolleranza e rispetto le sue armi. Un galantuomo della
politica, « un europeo venuto dal futuro », che ha ha
lasciato in eredità alle giovani generazioni un
grande patrimonio di valori ideali e spirituali.
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