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martedì 2 dicembre 2014

IL PAPA A STRASBURGO: "EUROPA SENZ'ANIMA1"

 Azzerare vincoli e tecnicismi burocratici per sconfiggere ogni egoismo - La centralità dell’Uomo e della sua dignità - Il ruolo sociale del lavoro - La solitudine dei più deboli -                                              di Antonio Laurenzano“No all’Europa dei consumismi esasperati e dei tecnicismi burocratici!”. E’ il monito  che  Papa Francesco, invocando il coraggio della solidarietà, ha lanciato nella sua recente visita al Parlamento europeo di Strasburgo. Un severo “J’accuse” nei confronti di un’unione di burocrati senza volto, di Governi senz’anima che non esitano a calpestare la dignità dell’uomo e del suo lavoro, a ignorare i più deboli, dai giovani senza lavoro agli anziani, dai poveri agli immigrati. ”L’essere umano rischia di essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo, usa e getta”. Una situazione sociale non più tollerabile e che, pur in presenza di un processo di allargamento dell’Unione, ha alimentato una crescente sfiducia dei cittadini europei verso le istituzioni comunitarie “impegnate a fissare regole percepite come lontane dalla sensibilità dei singoli popoli, se non addirittura dannose.”
“L’Europa è malata di solitudine, acuita dalla crisi economica i cui effetti perdurano ancora con conseguenze drammatiche”. Da Strasburgo il Papa ha rivolto ai cittadini europei un “messaggio di speranza e di incoraggiamento”, con l’invito a “tornare alla ferma convinzione dei padri fondatori dell’Ue” che avevano disegnato per il Vecchio Continente un futuro basato sulla capacità di lavorare insieme  per superare egoismi e divisioni e favorire la pace e la comunione fra tutti popoli del continente”. Al centro di questo ambizioso progetto politico vi era “la fiducia nell’Uomo, non in quanto soggetto economico, ma persona dotata di una dignità trascendente”.
                 L’Europa non fa più sognare. Il “modello europeo” è da tempo avvolto in una fitta cortina di incertezze e contraddizioni, un modello che alimenta inquietudini, crea insicurezze, genera paure, crisi di identità nazionali. Un’Europa intergovernativa, spesso litigiosa, senza un governo capace di rispondere con politiche adeguate alle attese e ai bisogni dei cittadini.  E se l’Europa non avanza, retrocede! Si sta miseramente sgretolando il tasso di unità che ha tenuto finora in vita le tante diversità dell’ Unione.  “L’Europa della malinconia”! E’ profondo il disagio percepito in gran parte dell’Unione. L’ euroscetticismo domina  da tempo la scena europea. E’ latitante una governance economica in grado di garantire, con la stabilità del sistema monetario, la crescita economica e quindi lavoro e occupazione.
Alla costruzione della comune casa europea mancano due pilastri fondamentali. Prima di tutto l’unità politica: l’Europa unita non può essere soltanto quella dei mercati e dell’euroburocrazia, deve fondarsi su istituzioni dotate di una forte legittimità democratica. E poi quel fitto tessuto di autonomie, di identità territoriali distinte che, come in un mosaico, vanno a comporre una più generale identità europea.
L’anima dell’Europa, da riscoprire e valorizzare, è proprio in questa miscela di unità e diversità, in una nozione dell’identità che si basa non sull’appartenenza etnica ma sulla comunanza di bisogni, di interessi, e anche di valori: i valori della solidarietà, della sussidiarietà, del dialogo, dell’integrazione tra etnie, religioni e culture diverse.
E Papa Francesco a Strasburgo ha tracciato la strada per uscire da politiche autodistruttive per spezzare le paure e riannodare il filo della storia: “L’Europa va ricostruita non intorno all’economia ma alla sacralità della persona umana e dei suoi valori inalienabili.”

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