DALLA SALA STAMPA DEI CARABINIERI
A CURA DEL DOTT PIETRO VITALE.
Nella mattinata, presso l’Aula Magna della Scuola
Ufficiali Carabinieri di Roma, alla presenza del Comandante Generale dell’Arma
Leonardo Gallitelli, si è svolta la cerimonia di presentazione del Calendario
Storico e dell’Agenda Storica 2015 dell'Arma dei Carabinieri, quest’anno
dedicati al tema “Il Carabiniere e la
famiglia”. Gli stati d’animo, le ansie, lo sconforto e i disagi, ma anche la
fierezza, i consigli, le rassicurazioni e l’amore che i Carabinieri
trasmettevano ai propri familiari, anche in circostanze drammatiche, permettono
di “leggere” in modo diverso alcuni episodi - noti o meno noti - della storia
dell’Arma.
Il
notevole interesse da parte del cittadino verso il Calendario Storico dell’Arma,
oggi giunto a una tiratura di 1.250.000 copie, di cui 8.000 in lingue straniere
(inglese, francese, spagnolo e tedesco), è indice sia dell’affetto e della
vicinanza di cui gode la Benemerita, sia della profondità di significato dei
suoi contenuti, che ne fanno un oggetto apprezzato, ambito e presente tanto
nelle abitazioni quanto nei luoghi di lavoro, quasi a testimonianza del fatto
che “in ogni famiglia c’è un Carabiniere”.
Nato
nel 1928, dopo l’interruzione post-bellica
dal 1945 al 1949,
la pubblicazione del Calendario, giunta
alla sua 82^ edizione, venne ripresa regolarmente nel 1950 e da
allora è stata puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dell’Arma
e, attraverso di essa, della Storia d’Italia.
Le
tavole artistiche dell’edizione 2015 del Calendario Storico, sono state ideate e
realizzate dal Maestro Paolo Di Paolo.
Calendario Storico dell’Arma
2015
Il filo conduttore che lega i
mesi dell'anno, illustrati dalle tavole del Maestro Paolo Di Paolo, è costituito
dal tema “Il Carabiniere e la
famiglia”.
Il calendario, attraverso una raccolta di
lettere scritte dai Carabinieri ai familiari e di immagini di vita al di fuori
del servizio, è dedicato a coloro che condividono in silenzio sacrifici e
soddisfazioni dei militari dell’Arma.
In copertina è raffigurata la caserma “Bergia” di Torino, primo Comando
Generale dell’Arma e ideale “casa del
Carabiniere” da dove inizia il cammino professionale di ciascun militare e
si tramandano tradizioni e valori tipici dell’essere Carabiniere.
Nella quarta di copertina,
all’interno di un ovale, è raffigurato un Carabiniere intento a scrivere alla
propria famiglia.
La prefazione del Comandante Generale
dell’Arma Leonardo Gallitelli, presenta il tema centrale che ispira l’opera,
sottolineando come negli affetti più stretti sia “radicata la disponibilità a provvedere che
il Carabiniere coltiva nella sua missione quotidiana”, sia essa di vigilare
sulla sicurezza di un borgo o di costruire la pace fuori dai confini nazionali,
“animato solo da inviolabile fedeltà ai
principi di legalità, libertà e giustizia”.
Il Generale Gallitelli poi pone
l’accento sul senso del dovere “che è
cifra distintiva del nostro agire e che trova da sempre piena e speculare
rispondenza nell’ambito familiare”, evidenziando, in conclusione, come quei
familiari, nel ricevere le lettere, non solo abbiano trepidato per la sorte dei
loro cari, ma abbiano anche avvertito “intimamente l’orgoglio di essere parte viva
e pulsante di quella storia”.
La tavola che apre il Calendario, in
contropagina alla citata prefazione, riporta un particolare dell’opera
vincitrice del 1° Premio per la categoria “Pittura” del Concorso Artistico
Nazionale indetto in occasione del Bicentenario di fondazione dell’Arma a
simboleggiare il tramandarsi delle tradizioni tra le
generazioni.
Le tavole del Calendario, tramite “l’aspetto più umano di alcuni
Carabinieri”, ripercorrono alcuni momenti salienti della storia
dell’Istituzione. Dalla descrizione
della battaglia di Pastrengo e della dura “vita di campagna” fatta in una lettera
indirizzata alla moglie dal Capitano Bernardino Morelli di Popolo, Comandante di
uno dei tre Squadroni Carabinieri che diedero vita alla Carica di Pastrengo, a
quella indirizzata dal Capitano Alfredo Amenduni sempre alla propria consorte,
con la quale descrive le fasi salienti della battaglia di Adua, evidenziando il
rammarico per aver visto cadere numerosi amici. Dalla lettera rinvenuta addosso
al Carabiniere Orazio Greco - deceduto il 18 luglio 1915, nell’imminenza della
battaglia del Podgora, mentre si trovava sotto le linee nemiche per danneggiare
i reticoli austriaci - e diretta alla madre per invitarla a non piangere e
mandare sul fronte anche gli altri fratelli, alle umili parole rivolte, nel 1937
ad Adelfia (BA), al Comandante Generale dell’Arma Generale Riccardo Moizo, dalla
madre del Car. M.O.V.M “alla Memoria” Vittoriano Cimarrusti, durante lo
scoprimento di una lapide in onore del figlio, immolatosi il 24 aprile 1936 a
Gunu Gadu (Etiopia).
Non mancano riferimenti sia ai
pluridecorati Colonnello Lussorio Cau e Capitano Chiaffredo Bergia, i quali
seppero trarre dagli affetti familiari rinnovate energie per conseguire i ben
noti ed esaltanti successi contro il brigantaggio, sia al Maggiore Alessandro
Negri di Sanfront, Comandante dei tre Squadroni di Carabinieri Reali assegnati
alla scorta del Re Carlo Alberto durante la Prima Guerra d’Indipendenza, e al
Vice Brigadiere M.O.V.M. “alla Memoria” Salvo D’Acquisto - dai destini diversi,
ma uniti nella determinazione a mantenere fede al giuramento prestato - che,
malgrado pressati dagli eventi, trovarono il tempo per rivolgere un pensiero
alla propria madre.
Dense di significato e cariche di
sentimenti - sebbene l’una si chiuda con rassicurazioni sul buon esito della
situazione e l’altra sia stata scritta sotto forma di testamento - le missive
che le M.O.V.M. “alla Memoria” Tenente Romeo Rodrigues-Pereira e Maresciallo
Francesco Pepicelli, Martiri delle Fosse Ardeatine, hanno indirizzato alle
rispettive mogli.
Le ultime tavole del calendario
sono dedicate alla Signora Santuccia Beni, che, tra figli, nipoti, pronipoti e
cugini, ha avuto 12 familiari nell’Arma. Uno dei figli della donna, l’Appuntato
Giuseppe Beni, in missione di scorta ad un convoglio nel Mediterraneo durante la
Seconda Guerra Mondiale, scrisse un diario annotandovi, tra l’altro, pensieri
diretti alla madre e agli altri fratelli in armi. Il 18 maggio 1977, a Porto San
Giorgio (FM), anche la famiglia Beni ha pagato il suo tributo di sangue alla
Patria, l’Appuntato M.O.V.M. “alla Memoria” Alfredo Beni cadde in un conflitto a
fuoco con dei malviventi.
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