OMAGGIO
DEI FEDELI DELLA CHIESA ARMENA SAN NICOLA DA TOLENTINO DI ROMA A SUA BEATITUDINE
NERSES BEDROS XIXCATHOLICOS PATRIARCA DI CILICIA DEGLI ARMENI CATTOLICI
IN OCCASIONE DEL 25° ANNIVERSARIO
DELL'ORDINAZIONE EPISCOPALE E 15° ANNIVERSARIO DELL'INTRONIZZAZIONE PATRIARCALE
Domenica 1 marzo 2015 alle ore 11.00 la
comunità armena di Roma ha avuto la gioia di partecipare alla Divina Liturgia
celebrata S.B. Nerses Bedros XIX Catholicos Patriarca di Cilicia degli Armeni
Cattolici.Nella terza domenica della quaresima, chiamata domenica del
“pròdigo”, la Chiesa Armena invita i propri fedeli a riflettere sulla parabola
del figliol prodigo (Lc 15,11-32). Così l’omelia di Sua Beatitudine incentrata
sulla parabola del figliol prodigo è stata un invito a tutti i presenti a
riflettere sulla figura del figlio minore, che non si caratterizza solo nella
sua età minore, ma, - età minore - quale immaturità spirituale, condizione in
cui abbagliato da quanto il mondo gli poteva offrire, decide di abbandonare le
sicurezze e l’ambiente della Casa Paterna. Sua Beatitudine ha centrato poi la
Sua omelia sulla figura del Padre - la Santa Chiesa, che non ci obbliga a
farne parte e restarvi per forza, rispetta la nostra libertà ma resta sempre
alla porta ad aspettare il nostro ritorno, e come il Padre buono, saggio e
paziente del figlio prodigo ci attende alla porta pronto ad accoglierci,
riabbracciarci e festeggiare il nostro ritorno. Sta a noi, ha detto Sua
Beatitudine, quindi di capire il vero valore della liberta che il Padre ci ha
dato, a sentire il calore del focolare della Sua Casa, di quanto ci può offrire
e quanto bene ci può fare, oppure scegliere di ridurre la nostra vita in
sperperamento dei beni dell’eredità ricevuta dal Padre nell’impurità, ed
arrivare fino alla condizione di sognare di “saziarsi
con le carrube che mangiavano i porci” (Lc 15.16).Sua Beatitudine
ha esortato quindi i fedeli presenti con le parole della lettera di San Paolo
Apostolo dicendo: “non
lasciatevi legare dal giogo estraneo degli infedeli” (2Cor 14)
perché “noi siamo infatti il
tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con
loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. Perciò uscite
di mezzo a loro e riparatevi, dice il Signore, non toccate nulla d’impuro. E io
vi accoglierò, e sarò per voi come un padre, e voi mi sarete come figli e
figlie, dice il Signore Onnipotente” (2Cor 15-18).Alla conclusione
della Santa Messa animata dalla Corale “Nostra Signora di Narek” della Chiesa
Armena di San Nicola da Tolentino, composta dai seminaristi del Pontificio
Collegio Armeno e dai giovani, la comunità presente ha voluto rendere un
omaggio a Sua Beatitudine per il Suo 25° Anniversario di Ordinazione Episcopale
e il 15° Anniversario di Intronizzazione Patriarcale.La cerimonia è stata
introdotta dalle note della pianista Diana Gabrielyan seguita dal saluto di
benvenuto del Rev. Mons. Kevork Noradounguian, Rettore del Pontificio Collegio
Armeno.Hanno voluto rendere omaggio a Sua Beatitudine tutte le realtà della
rettoria di San Nicola da Tolentino. La signorina Susan Martirosyan ha rivolto
l’augurio a Sua Beatitudine a nome dei giovani della comunità seguita
dall’esecuzione del brano musicale della violinista Diana Arshakian che ha reso
omaggio al Padre Patriarca a nome delle famiglie che sotto la guida dei
sacerdoti del collegio stanno seguendo un percorso di formazione cristiana.
Anche i bambini della comunità si sono presentati a Sua Beatitudine con i loro
auguri in lingua italiana e armena, ringraziando per il bene che li vuole e
assicurando la loro preghiera “affinché Gesù aiuti a continuare ad essere un
buon Vescovo”, omaggiando così Sua Beatitudine con i disegni da loro realizzati
e un canto.
A nome della comunità tutta ha preso parola il
Sig. Giorgio Nesmeyan che nel rivolgere l’augurio a Sua Beatitudine ha
presentato la comunità dicendo: “Beatitudine, la
nostra comunità di Roma non è molto numerosa, perciò ci sentiamo in dovere di
puntare sulla qualità di quanto facciamo e siamo. Noi desideriamo e ci
impegniamo nel nostro piccolo di essere “sale” e “luce” come ci insegna il
nostro Signore, di fronte alle numerose sfide quotidiane che la vita ci
pone. In questa sede, mi permetta Beatitudine, di ringraziarLa a nome di
tutti i membri della nostra comunità per l'istituzione quale è il Pontificio
Collegio Armeno che dal giorno della sua fondazione svolge un sevizio
insostituibile a tutti gli armeni di Roma e di quelli che sono semplicemente di
passaggio. Oggi noi possiamo confermare che questa casa è la casa di tutti
noi, e per questo ci sentiamo di ringraziaLa per averci assegnato un Padre
Rettore e un Padre Vice Rettore come Mons. Kevork e P. Krikor, ringraziamo il
Signore per i nostri amati seminaristi che, Dio volendo, saranno il futuro di
quest'opera Benedetta. Se oggi siamo qui riuniti intorno a questo Santo
Altare, lo dobbiamo alla Benedizione del Signore e l’impegno di ciascuno di
noi, dal più piccolo al più anziano. Questo è, Beatitudine, quello che
cerchiamo di fare, e per questo chiediamo la Sua Paterna benedizione”.“Ecco io e il mio piccolo gregge”
citando le parole della preghiera dell’ “apertura delle porte” della domenica
delle palme, il Padre Rettore ha riassunto la presentazione delle realtà della
rettoria che gli è stato affidato cinque anni or sono, invitando Sua
Beatitudine Nerses Bedros XIX a rivolgere ai presenti il Suo messaggio e
la Paterna benedizione. Nel suo discorso pronunziato in lingua italiana,
Sua Beatitudine ha espresso la Sua gratitudine per gli auguri rivoltegli,
incoraggiando i presenti a proseguire nella sequela di Cristo nella casa del
Padre. Facendo sue le parole del Santo Padre Papa Francesco, Sua Beatitudine ha
invitato i presenti ad essere evangelizzatori, missione non solo riservata ai
consacrati ma ad ogni battezzato. In questa chiamata di essere
evangelizzatori, ha focalizzato nel suo messaggio l’importanza del ruolo della
famiglia, della famiglia cristiana fondata su Gesù Cristo, esortando i coniugi
uniti nel matrimonio davanti al Santo Altare di essere testimoni autentici
dell’Amore che dà vita e costituisce una Chiesa Santa, edificando così una
società sana nel corpo e nello spirito. Quindi ha ribadito sull’importanza di
restare fedeli alle proprie radici cristiane e alla chiamata di essere
evangelizzatori - portatori della Buona Novella – nonostante le evidenti e
numerose difficoltà e sfide della società globalizzata. Sua Beatitudine ha
portato poi a conoscenza dei presenti circa il Sinodo dei Vescovi
Armeno-Cattolici, motivo per cui si trova a Roma. Ha condiviso la gioia e la
riconoscenza a Dio per il nuovo Dottore della Chiesa Universale San
Gregorio di Narek , concludendo il proprio intervento rivolgendo il
pensiero al 100° Anniversario del Genocidio Armeno, ricordando e dando
appuntamento a tutti i presenti ad uno dei più grandi eventi che sarà celebrato
in memoria dei primi martiri del XX secolo, alla Santa Messa che il 12 aprile
p.v. sarà Celebrata nella Basilica Vaticana di San Pietro da Sua Santità Papa
Francesco. Sua Beatitudine si è raccomandato con i fedeli di non vivere questa
ricorrenza come il mero ricordo di una pagina triste della storia del popolo
Armeno, ma come una pagina gloriosa di un popolo che a prezzo della vita ha
difeso la propria fede e la propria identità.Al termine dell'intervento di Sua
Beatitudine, il coro “Nostra Signora di Narek” ha eseguito l'Inno
Patriarcale (Օրհներգ Հայրապետական ), domandando
al Signore lunga vita per il proprio Patriarca e perseveranza alla Sede della Casa di
Cilicia.Alla cerimonia terminata con la foto di gruppo, ha seguito l’agape
conviviale nell’atrio del Pontificio Collegio Armeno dove i presenti hanno
avuto modo di salutare di persona il Patriarca e gustare i prodotti tipici
campani e umbri, offerti per l’occasione dalle due delegazioni presenti –
l’Associazione San Biagio di Casal di Principe e il Centro Studi Hrant
Nazarianz – che hanno così voluto rendere omaggio a Sua
Beatitudine.
di Valentina Karakhanian
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