FORMAZIONE E
OCCUPAZIONE GIOVANILE IN EUROPA
di Antonio
Laurenzano
Quali sono i valori dei giovani europei, i loro
comportamenti, le loro aspettative rispetto ai grandi mutamenti economici e
politici del Vecchio Continente ? Sviluppare un discorso sulla condizione
giovanile in Europa è molto difficile, perché il «pianeta giovani » appare
una realtà assai variegata e differenziata. La frammentazione e le specificità
di molte situazioni non possono essere ricomposte per una lettura e una
interpretazione lineare del fenomeno.
I diversi aspetti sociali
collegati alla condizione giovanile in Europa non si manifestano nello stesso modo nei singoli
Paesi : essi dipendono dallo stadio dello sviluppo economico e dai fattori
storici e sociologici peculiari alle singoli nazioni. L’Europa infatti è un
conglomerato di culture che rifiutano di essere livellate dalle leggi
dell’economia e della politica monetaria. Alla base di tutto c’è una considerazione fondamentale : i
comportamenti dei giovani sono riconducibili alla crisi del sistema sociale e
politico, al processo di crescente
complessità della società e in particolare allo sviluppo tecnologico che brucia
velocemente culture ed esperienze di lavoro in un clima di esasperata
competitività.
La condizione giovanile nel Vecchio
Continente sta subendo in questi anni un forte cambiamento. Il faticoso processo
di ricostruzione di una nuova identità socio-politica dovrà disegnare lo
scenario europeo del Ventunesimo secolo per riconsegnare ai giovani il ruolo
centrale di « soggetto sociale » in un’ Europa unita, proiettata verso un futuro di progresso e
benessere.
Il nodo centrale rimane quello
occupazionale. La disoccupazione costituisce in Europa il problema di fondo rapportato al basso tasso di sviluppo
dell’economia europea e, più in generale,
allo scenario internazionale. Per
i giovani l’Europa rappresenta un laboratorio, un cantiere di opportunità per
nuovi orizzonti di studio, di apprendimento e di lavoro. E l’inclusione del
«programma gioventù» all’interno delle politiche comunitarie mira ad
avvicinare l’Europa ai giovani ed aiutarli a scoprire una dimensione nuova di
essere oggi europei, ma soprattutto mira a favorire un loro felice approccio
con il mondo del lavoro.
Investire in istruzione, formazione e apprendimento
permanente di qualità è essenziale. Il
legame tra il valore professionale della
forza lavoro e il livello occupazionale è indiscutibile, come dimostrato dai
dati Eurostat. La strada è ancora lunga.
Vi è ancora un’eccessiva distanza tra la scuola e l’impresa : due mondi che parlano linguaggi
diversi e che invece devono cominciare a dialogare per dare una risposta
comune alla questione giovanile.
A
Bruxelles si avverte chiara la necessità di dover rivitalizzare profondamente i
due canali fondamentali della istruzione e della formazione, la prima intesa in
termini di aggregazione dei vari progetti didattico - educativi nazionali, la
seconda quale completamento naturale del percorso scolastico. L’Europa ha infatti bisogno, con la
flessibilità del mercato, di una forza
lavoro dinamica in grado di essere rapidamente assorbita dalle nuove realtà
produttive, per rispondere alle sfide della globalizzazione economica. Scuola e mercato del lavoro non sempre si
sono incrociati sulla strada della
crescita dei singoli Paesi dell’Unione
anche a causa di scelte di politica interna non certamente lungimiranti. E per
una inversione di marcia sul fronte occupazionale, l’Unione europea ha in corso
una profonda revisione dei processi legati al lavoro giovanile nella
considerazione di fondo che il processo formativo e occupazionale ruota attorno
ai concetti di mobilità, interscambi culturali, borse di studio. Il tutto in
un’ottica di superamento della vecchia
concezione di “una formazione scolastica iniziale e di un lavoro utile per
tutta la vita”. E’ questa la grande sfida dell’Europa del Terzo Millennio!
(www.antoniolaurenzano.it)
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