L’EUROPA DEL FILO SPINATO
di Antonio
Laurenzano
L’Europa che non c’è! E’ questa l’immagine legata al dramma
delle migrazioni e alla sua ingovernabilità. Un’emergenza umanitaria che ha
messo a nudo l’ignavia europea, l’assenza di una identità valoriale affondata da
tempo nella ipocrisia e negli egoismi nazionali. E’ inquietante lo scontro in
atto all’interno dell’Unione che ha creato una profonda lacerazione fra le
istituzioni comunitarie e alcuni Paesi che, disegnando i “loro” confini
europei, stanno cancellando Schengen e la libera circolazione delle persone. Per
mettere fine alla crisi dei migranti che non riesce a gestire, l’Ue rinuncia ai
suoi valori fondanti. Fenomeni distruttivi, non lontani dai fantasmi del
passato. Un populismo autoritario che alimenta derive pericolose favorite dalla
crisi economica.
Sono nove i Paesi che hanno in essere i controlli alle
frontiere, comprese Germania e Francia. Barriere e fili spinati che potrebbero essere il preludio di
limitazioni dei commerci e quindi il fallimento del mercato comune, il primo
storico tassello del progetto dell’Unione europea. Protezionismo, ostilità per
gli accordi di libero scambio, dichiarazioni di autarchia rischiano di portare
l’Europa indietro di un secolo nel segno di anacronistici nazionalismi! Sarebbe
una penosa risposta alle molte sfide dell’economia globale. E senza Europa
unita non si va da nessuna parte!
Dopo la barriera di filo spinato della Bulgaria lungo i
confini con la Turchia, il vergognoso muro dell’Ungheria lungo quelli con la
Serbia, con drastiche misure detentive per chi … rincorre il diritto alla vita,
da qualche giorno frontiere chiuse e controlli al Brennero, fra Austria e
Italia. Un blocco adottato nella previsione che i disperati respinti in Grecia
per effetto dell’accordo con la Turchia potrebbero ritrovare in massa la via
dell’Italia per risalire verso il Nord. Un’Europa dunque sempre più in balia di
Governi incapaci di guardare al di là dei recinti in cui si rinchiudono,
nell’illusione di poter azzerare i problemi con i quali prima o poi dovranno
misurarsi. Mancano strategie unitarie in un’Unione frammentata e divisa con
Paesi preoccupati soltanto degli effetti e dei costi di casa propria. Ma la
storia dei popoli non si ferma con i diktat dal … “sapore antico”! E’ miopia politica!
L’Europa implode, sconfitta dalla sua stessa incapacità di
governare un problema strutturale, i flussi migratori, destinato a crescere per
le dimensioni di una crisi geopolitica che abbraccia il Mediterraneo, il Medio
Oriente e l’Africa sub-sahariana. Senza politiche condivise sarà impensabile
arginare la fuga di milioni di disperati che scappano dalla guerra, dalla
povertà e dal caos destabilizzante dei loro Paesi.
Non è questa la strada per scrivere il futuro del Vecchio
Continente! Nel rispetto della legalità e dei livelli di vivibilità, ponti e
non muri per riaffermare la civiltà millenaria dell’Europa, la centralità della
sua missione storica. Occorre recuperare le ragioni dello stare insieme
nell’Unione, i principi fondanti della costruzione europea per una risposta
univoca alla crisi migratoria: una combinazione di fermezza di fronte al
terrorismo, solidarietà consapevole, pacificazione e contributi allo sviluppo
per i paesi in guerra sull’altra sponda del Mediterraneo, in Siria e dintorni. Senza
una necessaria identità politica e una comune unità d’azione, responsabilmente coordinata,
il destino dell’Europa sarà sempre più segnato da esodi biblici incontrollabili
che ne cancelleranno nei prossimi decenni ogni aspirazione a svolgere un
ruolo centrale nella gestione dell’ordine politico-economico mondiale per una
pace duratura. E’ tempo di scelte politiche coraggiose e lungimiranti!
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