BARI
SAN PAOLO. “SONO L’AVVOCATO DEI CARABINIERI”. TRUFFATA UN’ANZIANA
INDIFESA. PREGIUDICATO NAPOLETANO SUBITO AMMANETTATO DAI “VERI”
CARABINIERI.
“Pronto
signora! Siamo i Carabinieri. Suo figlio è stato appena coinvolto in un
grave incidente stradale. Per non farlo arrestare, apra la porta ad un
nostro avvocato, l’avvocato dei Carabinieri, e dia a lui 4000 euro e
tutti i gioielli che ha in casa. Così tutto si risolverà e suo figlio
tornerà tranquillamente a casa”.
Queste,
più o meno, le frasi che il complice, telefonista della banda, ha
pronunciato al telefono ad una inerme anziana, una mite e distinta
signora di 73 anni del quartiere S. Poalo di Bari. Di sicuro, queste
parole o simili riferimenti alle forze dell’ordine suoneranno familiari a
non pochi altri anziani, caduti anch’essi vittima, negli ultimi tempi,
del più vile dei raggiri. Si, perché il Carabiniere, da oltre 200 anni,
incarna il volto di colui che da fiducia, che rassicura, che accarezza
chiunque ne abbia bisogno. Figuriamoci un anziano indifeso!
E
loro, truffatori senza scrupoli, lo sanno. Sanno che, per un anziano ed
onesto cittadino, la parola di un Carabiniere induce a fidarsi ed a
fare ciò che il Carabiniere consiglia.
E’
proprio per questo motivo che il Comando Provinciale Carabinieri di
Bari, di fronte ai numerosi casi degli ultimi tempi di truffe ad
anziani, commesse proprio da “finti Carabinieri”, ha messo in
campo, come peraltro disposto dal Comando Generale di Roma, un
dispiegamento di forze e risorse senza precedenti. Prima di tutto, è
stata attuata una presa di contatto a tappeto “porta a porta”,
con numerosissimi anziani di tutta la provincia barese, attraverso
incontri presso gli oratori e le parrocchie, ma anche mediante
Carabinieri in uniforme, con, alle spalle, inequivocabili macchine
dell’Arma con tanto di scritta e lampeggianti. Poi sono state allertate
tutte le centrali operative della provincia, affinché, in caso di
telefonate al 112, venisse subito inviata sul posto una delle
numerosissime pattuglie dislocate sul territorio per la specifica
esigenza.
Ed
è così che, finalmente, si è arrivati ad un risultato che ha riempito
di gioia tutti i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari. L’arresto
di un pregiudicato napoletano 32enne, colto con le mani nel sacco!
Nel
pomeriggio di ieri, infatti, il Nucleo Operativo della Compagnia San
Paolo ha arrestato Renato ZOLFINO, pregiudicato 32enne napoletano,
specializzato nella commissione di truffe agli anziani. L’uomo è stato
ammanettato dai Carabinieri proprio pochi istanti dopo essersi
appropriato di tutti gli averi di un’anziana donna, sola e indifesa,
alla quale aveva raccontato di essere un “avvocato dei Carabinieri”, giunto per riscuotere denaro utile ad evitare l’arresto del figlio.
Questa,
come tante altre, è la storia di una forma spregevole di criminalità
che colpisce i più deboli, in questo caso, appunto, gli anziani.
Soggetti vulnerabili che con l’incedere degli anni diventano sempre più
teneri d’animo e sono facile preda di questi criminali. Chi si macchia
di questo crimine, conosce il copione e sa bene che le persone anziane,
indifese e sole, anche quando perdono la lucidità e la capacità di
discernere e valutare, non perdono tuttavia il “cuore di mamma” e sono
sempre disposte a tutto, pur di aiutare i propri figli.
È
quanto è capitato alla vittima di questa spregevole storia, una donna
di 73 anni di Bari San Paolo, che, verso le 17.00 di ieri, mentre era
sola in casa, è stata raggiunta da una telefonata che le preannunciava
la necessità di pagare 4000 euro, per liberare il figlio, che,
altrimenti, sarebbe stato arrestato dai Carabinieri.
Nello
specifico, il telefonista della banda raccontava alla donna che il
figlio era rimasto coinvolto in un incidente stradale e che, se non
avesse pagato entro mezz’ora (per l’imminente chiusura del Tribunale) la
somma di 4000 euro, il figlio sarebbe stato arrestato. Ad aggravare lo
stato di angoscia dell’indifesa anziana, il malfattore riferiva che non
era comunque possibile parlare al telefono con il ragazzo, perché, al
momento, si trovava in ospedale per eseguire l’alcool test e comunque
era in stato di fermo; per evitare l’arresto, avrebbe dovuto consegnare
il denaro ad un fantomatico “avvocato dei carabinieri” che si
sarebbe recato di lì a poco, presso la sua abitazione. Una volta
prospettata alla donna la grave situazione e rimarcato il fatto che non
vi erano per lei possibilità alternative di scelta se voleva che il
figlio rimanesse in libertà, i malfattori si facevano dare l’indirizzo e
si facevano anche elencare il quantitativo di preziosi che avrebbe
dovuto consegnare insieme alla somma richiesta.
Il complice, pertanto, si presentava puntualmente a casa dell’anziana come l’“avvocato dei carabinieri”, facendosi consegnare i preziosi ed una somma di denaro contante. 400 euro in tutto.
Il
piano criminale, studiato nei minimi dettagli, era già stato portato a
compimento, se non fosse stato per la preziosissima telefonata pervenuta
al 112, da un vicino di casa che, vista la malcapitata
affacciarsi più volte, nervosa alla finestra, notava poi l’accesso,
nell’androne del palazzo, di un giovane distinto e ben vestito, con
tanto di valigetta e mai visto prima. La segnalazione al 112 si è
rivelata provvidenziale! La centrale operativa ha subito inviato una
pattuglia che si è appostata proprio all’uscita di casa della vittima ed
ha bloccato il truffatore, sorprendendolo con addosso tutti i beni
preziosi ed il denaro sottratti alla donna.
L’uomo,
un 32 enne napoletano con una lunga storia criminale alle spalle, ha
ammesso subito di aver prelevato la refurtiva a casa dell’anziana e
pertanto è stato condotto in caserma e poco dopo arrestato per truffa
aggravata. All’esito del controllo, i Carabinieri hanno riconsegnato
alla povera vittima (ed alla figlia che, sconvolta, era intanto subito
accorsa dalla madre) tutto l’oro sottratto, ovvero circa 8000 euro in
piccoli preziosi, accumulati in una vita di sacrifici e la somma
contante di 400 euro.
L’arrestato
ha patteggiato in Tribunale ed è stato condannato a 17 mesi di
reclusione (da scontare con il braccialetto elettronico agli arresti
domiciliari) ed al pagamento di 800 euro di multa.
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