Ordini Cavallereschi Crucesignati

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venerdì 28 ottobre 2016

CONTINUA A TAPPETO IL CONTROLLO DEI CARABINIERI: TRUFFE E RAGGIRI.

BARI SAN PAOLO. “SONO L’AVVOCATO DEI CARABINIERI”. TRUFFATA UN’ANZIANA INDIFESA. PREGIUDICATO NAPOLETANO SUBITO AMMANETTATO DAI “VERI” CARABINIERI.

Pronto signora! Siamo i Carabinieri. Suo figlio è stato appena coinvolto in un grave incidente stradale. Per non farlo arrestare, apra la porta ad un nostro avvocato, l’avvocato dei Carabinieri, e dia a lui 4000 euro e tutti i gioielli che ha in casa. Così tutto si risolverà e suo figlio tornerà tranquillamente a casa”.

Queste, più o meno, le frasi che il complice, telefonista della banda, ha pronunciato al telefono ad una inerme anziana, una mite e distinta signora di 73 anni del quartiere S. Poalo di Bari. Di sicuro, queste parole o simili riferimenti alle forze dell’ordine suoneranno familiari a non pochi altri anziani, caduti anch’essi vittima, negli ultimi tempi, del più vile dei raggiri. Si, perché il Carabiniere, da oltre 200 anni, incarna il volto di colui che da fiducia, che rassicura, che accarezza chiunque ne abbia bisogno. Figuriamoci un anziano indifeso!
E loro, truffatori senza scrupoli, lo sanno. Sanno che, per un anziano ed onesto cittadino, la parola di un Carabiniere induce a fidarsi ed a fare ciò che il Carabiniere consiglia.

E’ proprio per questo motivo che il Comando Provinciale Carabinieri di Bari, di fronte ai numerosi casi degli ultimi tempi di truffe ad anziani, commesse proprio da “finti Carabinieri”, ha messo in campo, come peraltro disposto dal Comando Generale di Roma, un dispiegamento di forze e risorse senza precedenti. Prima di tutto, è stata attuata una presa di contatto a tappeto “porta a porta”, con numerosissimi anziani di tutta la provincia barese, attraverso incontri presso gli oratori e le parrocchie, ma anche mediante Carabinieri in uniforme, con, alle spalle, inequivocabili macchine dell’Arma con tanto di scritta e lampeggianti. Poi sono state allertate tutte le centrali operative della provincia, affinché, in caso di telefonate al 112, venisse subito inviata sul posto una delle numerosissime pattuglie dislocate sul territorio per la specifica esigenza.

Ed è così che, finalmente, si è arrivati ad un risultato che ha riempito di gioia tutti i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari. L’arresto di un pregiudicato napoletano 32enne, colto con le mani nel sacco!

Nel pomeriggio di ieri, infatti, il Nucleo Operativo della Compagnia San Paolo ha arrestato Renato ZOLFINO, pregiudicato 32enne napoletano, specializzato nella commissione di truffe agli anziani. L’uomo è stato ammanettato dai Carabinieri proprio pochi istanti dopo essersi appropriato di tutti gli averi di un’anziana donna, sola e indifesa, alla quale aveva raccontato di essere un “avvocato dei Carabinieri”, giunto per riscuotere denaro utile ad evitare l’arresto del figlio.
Questa, come tante altre, è la storia di una forma spregevole di criminalità che colpisce i più deboli, in questo caso, appunto, gli anziani. Soggetti vulnerabili che con l’incedere degli anni diventano sempre più teneri d’animo e sono facile preda di questi criminali. Chi si macchia di questo crimine, conosce il copione e sa bene che le persone anziane, indifese e sole, anche quando perdono la lucidità e la capacità di discernere e valutare, non perdono tuttavia il “cuore di mamma” e  sono sempre disposte a tutto, pur di aiutare i propri figli.
È quanto è capitato alla vittima di questa spregevole storia, una donna di 73 anni di Bari San Paolo, che, verso le  17.00 di ieri, mentre era sola in casa, è stata raggiunta da una telefonata che le preannunciava la necessità di pagare 4000 euro, per liberare il figlio, che, altrimenti, sarebbe stato arrestato dai Carabinieri.
Nello specifico, il telefonista della banda raccontava alla donna che il figlio era rimasto coinvolto in un incidente stradale e che, se non avesse pagato entro mezz’ora (per l’imminente chiusura del Tribunale) la somma di 4000 euro, il figlio sarebbe stato arrestato. Ad aggravare lo stato di angoscia dell’indifesa anziana, il malfattore riferiva che non era comunque possibile parlare al telefono con il ragazzo, perché, al momento, si trovava in ospedale per eseguire l’alcool test e comunque era in stato di fermo; per evitare l’arresto, avrebbe dovuto consegnare il denaro ad un fantomatico “avvocato dei carabinieri” che si sarebbe recato di lì a poco, presso la sua abitazione. Una volta prospettata alla donna la grave situazione e rimarcato il fatto che non vi erano per lei possibilità alternative di scelta se voleva che il figlio rimanesse in libertà, i malfattori si facevano dare l’indirizzo e si facevano anche elencare il quantitativo di preziosi che avrebbe dovuto consegnare insieme alla somma richiesta.
Il complice, pertanto, si presentava puntualmente a casa dell’anziana come l’“avvocato dei carabinieri”, facendosi consegnare i preziosi ed una somma di denaro contante. 400 euro in tutto.
Il piano criminale, studiato nei minimi dettagli, era già stato portato a compimento, se non fosse stato per la preziosissima telefonata pervenuta al 112, da un vicino di casa che, vista la malcapitata affacciarsi più volte, nervosa alla finestra, notava  poi l’accesso, nell’androne del palazzo, di un giovane distinto e ben vestito, con tanto di valigetta e mai visto prima. La segnalazione al 112 si è rivelata provvidenziale! La centrale operativa ha subito inviato una pattuglia che si è appostata proprio all’uscita di casa della vittima ed ha bloccato il truffatore, sorprendendolo con addosso tutti i beni preziosi ed il denaro sottratti alla donna.
L’uomo, un 32 enne napoletano con una lunga storia criminale alle spalle, ha ammesso subito di aver prelevato la refurtiva  a casa dell’anziana e pertanto è stato condotto in caserma e poco dopo arrestato per truffa aggravata. All’esito del controllo, i Carabinieri hanno riconsegnato alla povera vittima (ed alla figlia che, sconvolta, era intanto subito accorsa dalla madre) tutto l’oro sottratto, ovvero circa 8000 euro in piccoli preziosi, accumulati in una vita di sacrifici e la somma contante di 400 euro.
L’arrestato ha patteggiato in Tribunale ed è stato condannato a 17 mesi di reclusione (da scontare con il braccialetto elettronico agli arresti domiciliari) ed al pagamento di 800 euro di multa.


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