LOTTA
ALL’EVASIONE, IL FISCO CAMBIA
di Antonio Laurenzano
Lotta all’evasione, un botto
da 19 miliardi, quasi il 30% in più sul 2015! Un record per il Fisco quello
registrato lo scorso anno. Lo ha commentato con particolare enfasi il direttore dell’Agenzia delle Entrate
Rossella Orlandi nel corso di una conferenza stampa al Ministero dell’Economia:
“un risultato senza precedenti”. Un risultato favorito per 4,1 miliardi dalla
procedura dei rientri dei capitali dall’estero con la”voluntary disclosure”,
per 6,4 miliardi dall’attività di controllo, per 4,6 miliardi dalla riscossione
coattiva di Equitalia, per 3,4 miliardi dai versamenti diretti e per 0,5
miliardi da versamenti spontanei da adeguamento.
Ed è proprio su quest’ultimo “incoraggiante
introito nelle casse dello Stato” che si è focalizzato l’intervento del direttore delle Entrate per
confermare la nuova strategia di un Fisco aperto al dialogo verso i
contribuenti. Secondo Rossella Orlandi la “tax compliance sta funzionando
sempre più”. Funziona cioè il nuovo approccio di un sistema che, abbandonato il
metodo poliziesco del passato con i “blitz degli scontrini”, sta creando
condizioni migliori nel difficile rapporto con il contribuente. Implementare
una seria azione di contrasto all’evasione attraverso un “Fisco dialogante” è il
nuovo corso dell’Amministrazione finanziaria per promuovere, nello spirito di
una proficua collaborazione, l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari. Punto
centrale della “tax compliance” è proprio la condivisione delle informazioni
con il contribuente, al quale viene data la possibilità di consultare tutti i
dati e gli elementi in possesso dell’Agenzia sulla propria posizione tributaria.
Una lettera di adesione per regolarizzare l’errore o l’omissione attraverso il
“ravvedimento operoso” e l’eventuale pagamento delle imposte, prima di un
formale avviso di accertamento, con maggiori sanzioni e interessi.
Non sono delle …. lettere
d’amore quelle che l’Agenzia invia al contribuente, ma “segnalazioni” di
irregolarità fiscali, una specie di campanello d’allarme per prevenire “il
rischio di operare in violazione di norme di natura fiscale o in contrasto con
i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario”. Trasparenza e
collaborazione dunque per cancellare reciproche diffidenze, ridurre
l’incertezza fiscale e accreditare una
nuova immagine del Fisco, meno vessatorio e più aperto all’ascolto e al
dialogo. Sono queste le buone intenzioni dei vertici dell’Agenzia delle Entrate
che non sempre trovano entusiasmo e … adesione da parte degli uffici
territoriali, “forse più resistenti al cambiamento e alle aperture di credito
verso i contribuenti”. Non è facile archiviare la lunga stagione del desolante dialogo fra sordi
con il relativo contenzioso tributario spesso alimentato da pretestuose
motivazioni di diritto e di merito. Ne è
consapevole il direttore delle Entrate Orlando che sul punto afferma: “Il
cammino del cambiamento è più difficile in taluni casi e in alcune aree del
Paese dove c’è un’età media più alta e far cambiare modalità di lavoro e
approccio con i comportamenti è meno agevole. C’è una cultura da modificare che
richiede una presa di responsabilità da parte dei capi ufficio e dei capi team. Ci aspetta un lavoro non
facile.”
Ancora tanti ostacoli sulla
strada del Fisco dal volto nuovo: problemi interpretativi, contraddizioni operative
e scorie burocratiche accompagnano quotidianamente contribuenti e operatori.
Interventi spot per … “cambiare tutto per non cambiare niente”! Permangono numerosi
adempimenti resi superflui dalle nuove tecnologie ai quali se ne aggiungono
altri, ancor più fastidiosi: quest’anno l’obbligo trimestrale di invio
telematico dei dati relativi alle liquidazioni IVA periodiche nonché la modifica da annuale a trimestrale della
periodicità della comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute. Un
ginepraio di operazioni e di scadenze che non facilitano certamente l’auspicata
semplificazione e con essa l’atteso salto di qualità dell’Agenzia nel contrasto
all’evasione. Ne peggiorano anzi la credibilità della strategia complessiva
perché se da un lato si sollecita la raccolta di informazioni per le proprie
banche dati dall’altro si continua l’attività di accertamento con strumenti di
verifica anacronistici, spesso condotta senza il preventivo contraddittorio con
il contribuente.
Nel successo della “compliance”
per un rapporto con il contribuente trasparente e collaborativo e nella volontà
del Legislatore di eliminare la zavorra di adempimenti per una reale
semplificazione è racchiuso il futuro del Fisco. Se l’obiettivo infatti è
dialogare in un’ottica di “compliance”, fiducia significa anche servizi
moderni, semplicità, meno burocrazia e più qualità.
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