Educazione
all'interiorità
Come si sa
il termine educare significa,dal latino e-ducere, condurre fuori,per cui l'uso
corretto di tale termine dovrebbe indurre colui che si accinge all'oneroso e
difficile compito di educatore,ad assumere un duplice atteggiamento.
Per prima
cosa egli deve saper osservare e quindi ascoltare l'educando, per poter
comprendere quali sono le sue innate tendenze(i suoi talenti),le quali sono
uniche e specifiche per ciascun individuo.
In secondo
luogo deve passare ad adottare quei mezzi e tecniche necessarie atte a far si
che il discente metta in moto il suo naturale processo di evoluzione delle
proprie potenzialità verso una compiuta consapevolezza delle stesse e quindi
verso la loro manifestazione.
In
genere,però,il termine educare è stato usato solo nel senso di una trasmissione
di saperi e di esperienze da parte degli adulti nei riguardi dei
giovani,assicurando in tal modo una certa continuità e compattezza
dell'organismo sociale.
Intesa in
tale maniera,l'educazione certamente è servita alla costruzione delle varie
civiltà,almeno per quel che riguarda l'apparato politico-giuridico ed
economico,ma quanti conflitti individuali ed anche sociali ha generato nei
secoli una tale concezione?
Un
elemento fondamentale che spiega sia l'aggressività degli individui,sia tutti
gli altri classici difetti della personalità(egoismo,invidia,gelosia,chiusura
interiore,esagerato attaccamento ai piaceri e ai beni materiali ecc.),consiste
proprio nella mancata realizzazione dell'equilibrio interiore di ciascun essere umano.
Certamente,quando
l'educazione è stata concepita,esageratamente,solo nella direzione della
formazione del buon cittadino,del bravo scolaro,del soldato obbediente e
disciplinato,dell'operaio produttivo e così via,si è accentuato il
condizionamento della cultura dominante dei vari periodi storici,che spesso ha
impedito il pieno sviluppo delle possibilità individuali.
Con questo non si vuol ipotizzare la vita di
un individuo al di fuori di qualsiasi organismo socio-culturale,il che sarebbe
pressoché impossibile,ma se si vuol tendere ad un'evoluzione positiva dell'uomo
dalla stagnante situazione del diffuso materialismo attuale,è bene far tesoro
della lezione della storia alla luce di una superiore visione spirituale e
metafisica della realtà.
Affinché,
quindi,si possa compiere un balzo in avanti,in direzione di una società più
armoniosa,è necessario attuare un processo di pacificazione all'interno di
ciascun individuo.
Tale
processo viene messo in moto a condizione però che ci si renda conto che la
società viene dopo l'individuo,nel senso che tutto ciò che di positivo o di
negativo si possa rinvenire in essa,altro non è che la proiezione di tutto ciò
che i vari individui pensano ed operano.
Risulta
così evidente che il guasto di un società ha il suo antecedente nel guasto
degli individui.
Si
obbietterà forse a tale affermazione,che vi sono vari tipi di società,così come
vi sono vari tipi di individui. Ciò indubbiamente è vero,ma i problemi
fondamentali con cui ci si deve misurare oggi,come ieri,sono legati
essenzialmente alla mancata realizzazione di un possibile equilibrio tra le
varie esigenze dei popoli e quelle dei singoli.
Ma è
opportuno chiedersi:quali sono le reali e vere esigenze che l'individuo ha? Non
è possibile rispondere in maniera univoca a tale domanda fino a quando si porrà
al centro di ogni criterio di valori:l'avere.
Risulta
più che dimostrato storicamente,tanto a livello individuale,quanto a livello
dei popoli,che più si possiede e più si vuole possedere,in quanto per tale via
vengono stimolati gli elementi più bassi della personalità come
l'avidità,l'egoismo e l'aggressività.
Non si
vuole,comunque,affermare che la ricchezza e la proprietà dei beni siano un
male,ma è bene ricordare che tutto ciò che si ha,la vita,l'intelligenza,la
salute i beni materiali,viene donato da Dio o,per chi non crede,dalla vita.
L'uomo
nasce solo e povero e così muore;tutto ciò che egli crede di avere come suo,lo
deve per forza abbandonare.
Se si
riflette bene su tale realtà,risulta più facile comprendere che ciò che
all'individuo non potrà essere tolto è il suo Essere.
Se quindi
questa è la sua peculiarità,la realizzazione del suo equilibrio egli la deve
cercare in una continua e crescente consapevolezza di Sé.
Pur
lasciando il giusto valore all'educazione intesa come trasmissione di saperi e
di tecniche da una generazione all'altra,una svolta epocale potrebbe prodursi
se si ponesse al centro degli interessi dell'uomo,l'educazione quale itinerario
verso la propria interiorità.
Sia
beninteso,ciò non significa volersi isolare in se stessi,in un mondo di
fantasie soggettive;al contrario tale tipo di educazione,se correttamente
intesa,indurrebbe ciascuno a conoscere se stesso e quindi a manifestare nel
tessuto sociale le proprie reali possibilità,senza nulla togliere agli altri
individui.
Vi è una
fondamentale differenza tra la conoscenza delle varie cose del mondo esterno e
la Conoscenza di Sé.
Le
conoscenze delle cose sono il frutto di un'assimilazione individuale che fa
seguito ad una descrizione della realtà,fatta da altri. E anche a voler
ammettere che esista una interazione tra il soggetto che apprende e il soggetto
che comunica un sapere,la rielaborazione che fa l'io dei dati forniti
dall'esterno,sono sempre molto condizionati da una descrizione consolidata e
spesso dogmatica della realtà.
La
conoscenza di Se,invece,può dirsi che sia la vera Conoscenza in quanto ogni
elemento che fa parte della complessa costituzione dell'individuo,quando viene
veramente conosciuto,non implica solo un'acquisizione mentale,ma anche e
soprattutto una trasformazione dell'io nella direzione di una più estesa
consapevolezza che è di natura sia mentale che fisica..
Dice
S.Giovanni apostolo:”carissimi,noi fin d'ora siamo figli di Dio,ma ciò che
saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando Egli si sarà
manifestato,noi saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come Egli è.”(1 lettera di S. Giov. 3,2).
La
manifestazione del Signore ci renderà simili a Lui e allora sapremo chi
veramente noi siamo,è il senso di tale passo della Scrittura.
Ma la
manifestazione del Signore equivale alla conoscenza di Se,cioè del nucleo
nascosto del nostro essere da cui ogni pensiero o azione prende corpo ed
energia.
Educare
all'interiorità quindi è portare fuori,o meglio,lasciare che emerga la luce
dello Spirito che giace in noi.
In realtà
l'uomo è sconosciuto a se stesso e ciò provoca un senso di paura e di
smarrimento. In una dimensione materialistica della realtà egli crede che la
cosa migliore per superare tale stato di minorità sia l'affermare se stesso
identificandosi progressivamente in stati d'animo legati al potere.
Se si ha
potere sulle cose (la proprietà) e sugli altri (il successo,il consenso
sociale),generalmente si ritiene di essersi realizzati. Ma ciò è frutto di
illusione,se si considera che tutto quello che si ha,prima o poi si perde.
Tutto è
mutevole:da ricchi si può diventare poveri,da sani malati e così via.
Esistono leggi dell'Universo le quali sono
superiori al volere degli individui e i processi che regolano la vita e la
morte non si possono cambiare.
Ma
l'Essere,secondo quanto afferma Parmenide di Elea è immutabile sempre uguale a
sé stesso,non soffre né accrescimento, nè diminuzione, e al di là del tempo e
dello spazio, è l'inizio e la fine di ogni cosa.
“Io sono
l'Alfa e l'Omega, dice il Signore Dio, colui che è, che era e che viene,
l'Onnipotente!”(Ap.1,8).
Di
quest'essere ogni individuo partecipa necessariamente altrimenti non potrebbe
neanche esistere.
“In Lui
infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo..”(Atti,17,28).
In
definitiva, dunque, una efficacia terapia dei mali che affliggono la società
attuale è nell'educazione all'interiorità, espressione di una cultura fondata
sull'Essere.
Per
realizzare un obbiettivo del genere, però, gli ostacoli sono tanti e difficili
da superare.
Innanzi
tutto vi è un materialismo diffuso,che in Occidente si è andato
progressivamente affermando da vari secoli,prima in sede teoretica,poi
nell'ultimo secolo nei vari domini della vita pratica di ogni individuo.
In secondo
luogo le varie organizzazioni politiche hanno come punto centrale di
riferimento l'economia,avendo posto ai margini tutti gli altri interessi e
necessità dei cittadini.
Si può
anzi affermare che ormai è l'Economia che guida e condiziona la Politica ed i
santuari moderni non sono più le Cattedrali,ma le banche e il mercato
borsistico.
In terzo
luogo,gli strumenti di comunicazione di massa,la televisione in
particolare,operano un condizionamento pesante sui modi di vivere,spesso più
negativo che positivo,considerando che gran parte delle trasmissioni sono
intrise di stoltezza,di violenza e di volgarità. A ciò si aggiunge la grande
pericolosità,specie per i più giovani e per le menti fragili,della navigazione
in internet,la quale se è utile a chi opera nel mondo del lavoro e dello
studio,contiene delle vere e proprie trappole di natura criminale.
Le
cronache quotidianamente ci riportano una serie di delitti efferati,molti dei
quali sono tipici della società attuale priva di valori dello Spirito.
Seguono i
soliti discorsi moralistici e di circostanza fatti dai vari rappresentanti
delle istituzioni;si fanno infiniti dibattiti televisivi in cui si ripetono
fino alla nausea sempre le stesse cose.
Come si fa
a non accorgersi che siamo ormai immersi in un sistema ipocrita?
Da un lato
si fanno tanti bei discorsi e dall'altro si permette al cinema, alla
televisione e a certa stampa, di massacrare gli animi delle persone con
immagini, parole e situazioni violente, oscene e stupide.
Sembra
proprio che la nostra sia una società suicida, che peraltro non ha il coraggio
di guardare in faccia al male e combatterlo.
Qualche
appunto va fatto anche sul sistema scolastico ed universitario.
Anche in
questo ambito si assiste da anni ad una sempre più accentuata demotivazione
degli studenti, i cui reali interessi sono ormai al di fuori della scuola.
Spesso
purtroppo, d'accordo con le proprie famiglie, essi soggiornano nelle aule
scolastiche come in un parcheggio, poiché non saprebbero che altro fare, avendo
l'unico obbiettivo ,il conseguimento del titolo di studio!
Inoltre,non
pare che alla Stato interessi così tanto la scuola, visto che le agenzie
educative che vanno prendendo sempre più piede, sono istituzioni private, che
organizzano corsi costosissimi, i quali danno un sicuro accesso al mondo del
lavoro.
Una
società che chiede sempre maggiori doti specialistiche non può più essere
interessata alla così detta scuola di massa, la quale è servita nella prima
fase dell'industrializzazione, ma che oggi non risponde più alle richieste del
mondo socio-economico.
Inoltre se
si tiene presente che l'educazione scolastica, specie quella
tecnico-professionale,è stata improntata più su di una serie di nozioni da
imparare a memoria, piuttosto che sullo sviluppo delle facoltà intellettive
vere e proprie, si può ben capire perché attualmente tale sistema sia entrato
in crisi, dato che gran parte delle notizie di ogni genere può ricavarsi più
utilmente dall'uso del computer.
A ciò si
aggiunge che anche molte abilità manuali vengono sostituite dall'uso di
macchinari sempre più sofisticati, peraltro più convenienti economicamente.
Considerazioni
analoghe valgono anche per le Università in cui, dato il sovraffollamento degli
studenti, la cosa migliore che viene pensata dai docenti, al fine di operare
una mascherata selezione,è quella di aumentare il numero dei volumi da mandare
a memoria per poter superare gli esami.
Ma come
poter operare un risanamento nell'attuale sistema educativo che sta
tracollando?
Tutto
dipende da come si concepisce l'individuo.
Se si
continua a ritenere che egli sia solo uno strumento per la società economica,da
utilizzare al meglio nelle varie occupazioni, allora lo si considererà sempre
come un contenitore da riempire con un cumulo di nozioni,
Se invece
riusciamo a svincolarci da questa concezione meccanica dell'essere umano, comprenderemo che la realizzazione
della personalità è possibile solo se l'individuo attinge al proprio Essere.
Quindi è necessario un capovolgimento di
prospettiva, cioè va operata una rivoluzione, nel senso più vero del termine:
un ritorno ai Principii.
Se si
considera attentamente, l'individuo parte da uno stato di confusione interiore,
perché non sa chi egli stesso sia; solo la tensione verso il proprio Essere ne
determina la sua autenticità.
Riconoscendo
gli elementi del mondo esterno come semplici supporti per la sua vera
realizzazione e non cose in cui egli si debba identificare, la sua vita sarà
armoniosa e si svolgerà nella pace.
Se l'uomo
sa di essere, riconoscerà come illusione tutto ciò che è frutto di desiderio e
di avversione.
In tal
modo si potrà staccare sia dal condizionamento del passato, che dalle
aspettative del futuro.
Riposando
nella quiete e nel silenzio interiore l'uomo potrà conoscere la sua vocazione e
saprà quindi cosa sarà giusto fare nella costruzione di una società dove ognuno
occupi il posto che secondo il diritto naturale gli spetta.
Bari 1 Aprile 2007
nel giorno della domenica delle Palme.
Antonio Bosna
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