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ANNI DI LIONISMO, FRA LUCI E … OMBRE
di Antonio Laurenzano
Cento anni di lionismo. Il prossimo 7 giugno si celebra il
centenario del Lions Club International, la più grande Associazione di servizio al mondo, fondata nel 1917 a Chicago
da un giovane assicuratore texano, Melvin Jones. L’Associazione
internazionale dei Lions (Liberty, intelligence our Nation’s safety), che ha
come motto “We serve”, è riconosciuta
dall’ONU che annualmente dedica al lionismo il Lions Day.
Presente in oltre 200 Paesi e in tutte le
aree geografiche del mondo, con circa 1.350.000 soci, uomini e donne, LCI opera perseguendo una mission di grande
spessore sociale: “servire la comunità,
soddisfare i bisogni comunitari, favorire la pace e promuovere la comprensione
internazionale”. Stella polare di LCI è il servizio a favore dei non vedenti e di
quanti hanno gravi problemi di vista. L’impegno dei lions spazia anche in altri
settori: povertà e fame nel mondo, cittadinanza umanitaria attiva, ambiente, problematiche sociali e giovanili
in particolare, prevenzione e cura della
sordità, malattie infantili, ecc. A livello internazionale, i lions ogni anno
donano 650 milioni di euro e 50 milioni di ore lavorative. Nel 2004 il Financial Times ha giudicato
il Lions Club International, per la sua azione umanitaria, la migliore
organizzazione non governativa a livello mondiale con la quale cooperare.
Un centenario con luci, tante
luci, ma anche …. tante ombre! Pur nella generale condivisione degli scopi del lionismo, vengono alimentate
riserve sulla sua reale penetrazione in una realtà sociale così diversa
rispetto alle origini. Si parla di scricchiolio del lionismo, di lionismo
ingessato, di lionismo corpo estraneo della società. Un lionismo parolaio, senza
anima che ha causato nel Multidistretto 108 Italy una
perdita di soci “di circa diecimila negli ultimi anni” (Gabriele
Sabotasanti, Rivista Lion-maggio).
Nei 25 anni di “militanza lionistica” ho spesso denunciato sulla stampa nazionale
e distrettuale i “mali oscuri” del movimento: la carenza di una progettualità a
ogni livello, la discontinuità d’azione, la frammentazione della sua attività
di servizio, senza sottacere le anacronistiche bardature e un manierismo di
facciata, spesso farcito di ridondanza e di retorica! Un lionismo sclerotico
nella sua dinamica, pletorico nella sua struttura. Particolarmente sarcastico il
pensiero del Past Presidente Internazionale Pino Grimaldi (Rivista
Lion-maggio) riguardo al “lavoro quasi titanico dei Governatori
eletti: comporre organigrammi da enciclopedia Treccani con migliaia (sic!) di
lions ai quali è data una carichetta, centinaia di comitati e sotto comitati, posizioni inesistenti nel resto del
mondo”. Soci lions alla ricerca di un improbabile riscatto sociale e di una
MJF che, per … un pugno di dollari, non si nega più a nessuno! E’ la sagra della vanità: autoreferenzialità e
un miserevole protagonismo. “In alcuni
Distretti, osserva con sottile ironia Pino Grimaldi, i
Governatori, quando si muovono, hanno corti e scorte che manco il buon
Mattarella si sogna di avere. Una sola differenza: non hanno, ancora, la
macchina blindata. Le riunioni di zona sembrano assemblee di Confindustria,
quelle di circoscrizione quasi congressi dei vecchi partiti, visite ufficiali dei Governatori visite del Papa a
Loreto o similari”! Critico sul ruolo dei
Governatori il Direttore
Internazionale Sabotasanti
(Rivista Lion-marzo): “I
Governatori devono essere autorevoli e non autoritari”!
L’amicizia è uno dei pilastri su cui poggia l’etica lionistica, “ma
molti tra noi pare che stentino a comprenderlo, in quanto schiavi in catene
della vanità di mostrare, dell’avidità di ottenere, di apparire senza donare,
di ottenere quell’illusione di potere….” “Esaminiamo con spirito critico il comportamento delle persone che fomentano
un lionismo velenoso e poco rispettoso del nostro codice etico”, scrive nel suo editoriale Sirio Marcianò (Rivista Lion-maggio). Una riflessione di buon senso.
Quale lionismo disegnare per il
futuro? Come ho già scritto in passato, di fronte al disinteresse del mercato a
occuparsi di sociale e alla riduzione di risorse pubbliche, il lionismo, punta
di diamante nel variegato mondo dell’associazionismo e del volontariato, dovrà rappresentare l’architrave di un nuovo
sistema di relazioni sociali. Un lionismo di proposta sociale in grado di
intercettare i bisogni della gente, essere
interlocutore privilegiato dell’ente locale nella programmazione
dell’attività socio-culturale. Un lionismo capace di fare opinione, di
suscitare dibattiti, di essere forza
propositiva sul territorio per affermare un ruolo di cerniera fra i bisogni
della collettività e il nuovo che avanza. Aprirsi cioè alla società civile con una presenza
incisiva per una nuova dimensione di cittadinanza umanitaria.
I lions diventino opinion leader, se non
degli “opinion maker”, dei suscitatori di “bisogni” che la classe politica
dovrebbe poi soddisfare. Nessuna supplenza istituzionale, ma nemmeno inerzia o
latitanza di fronte alle esigenze della comunità. Agire come protagonisti e non
come anonime comparse sociali. Disegnare dunque una nuova “road map” del lionismo,
affrancato da ogni miopia sociale, da sterili formalismi e da infantili egocentrismi
per vincere la sfida della indifferenza, del disimpegno e della fuga di tanti
soci. Soltanto con un impegno
responsabile, testimoniato con sobrietà, è possibile legittimare la centralità di una
presenza e la specificità di un’azione finalizzata a disegnare una società a
dimensione d’Uomo. E’ questa l’unica opzione
valida, la grande priorità per onorare la “vocazione al servizio”!
“S’impone
un cambio di rotta! Rilanciamo con ritrovato slancio la fede nel servire per
realizzare progetti vincenti più aderenti allo spirito e alla peculiarità del
messaggio lionistico e divenire forza attiva di cambiamento sociale, lontani
da ogni forma di retorica e di facile populismo, lontani dai soliti
personalismi, dalle ambizioni sfrenate
di chi si ostina a considerare l’Associazione una passerella personale, di chi
rincorre una dubbia identità sociale attraverso patetici flash e miseri
proclami.” (Luigi Pozzi, DG 2014-2015).
Un messaggio
chiaro di grande speranza nel segno della gloriosa centenaria tradizione del
Lions Club International. Un appello agli Uomini giusti, agli Uomini illuminati
dell’Associazione per scrivere un futuro degno del passato. Un appello che da
osservatore delle vicende lionistiche condivido con fiducia per un lionismo
espressione di leale spirito di servizio.
(www.antoniolaurenzano.it)
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