Ordini Cavallereschi Crucesignati

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lunedì 16 aprile 2018

IL CERVELLONE FISCALE PER IL 2017 CON UN INCREMENTO DEL 3,5%....


                                                IL  FISCO … BATTE  CASSA
                                                           di  Antonio Laurenzano
E’ partita la “stagione dichiarativa 2018”. L’Agenzia delle entrate ha messo a disposizione online la dichiarazione dei redditi precompilata relativa all’anno d’imposta 2017. Nel primo step per i contribuenti sarà possibile consultare via web la propria dichiarazione elaborata dall’Amministrazione finanziaria e controllare le informazioni che l’Agenzia delle entrate ha utilizzato per mettere a punto un modello (730/ 2018 e Redditi PF 2018) in gran parte già pronto per la presentazione. Dal prossimo 2 maggio sarà poi possibile accettare, modificare e inviare il modello 730 (riservato a lavoratori dipendenti, pensionati e titolari di reddito assimilati a quelli di lavoro dipendente) oppure rettificare il modello Redditi PF (redditi d’impresa, lavoro autonomo, redditi diversi) che, invece, potrà essere trasmesso dal 10 maggio. I termini di presentazioni scadono rispettivamente il 23 luglio e il 31 ottobre 2018.  
Di anno in anno diventa sempre più cospicuo ed esauriente il flusso dei dati a disposizione del Fisco ai fini della precompilata che, dopo un rodaggio iniziale di alcuni anni, sta entrando sempre più da protagonista nel difficile rapporto con il contribuente. A testimoniare il successo di questa operazione sono i numeri forniti dall’Agenzia delle entrate: in tutto, più di 925 milioni sono le informazioni comunicate via web al “cervellone fiscale”per il 2017, con un incremento del 3,5% rispetto ai dati inviati nell’anno precedente. Si spazia dalle certificazioni uniche di lavoratori dipendenti e autonomi agli interessi passivi per mutui, dalle spese universitarie e relativi rimborsi alle spese sanitarie, a quelle per le ristrutturazioni e il recupero del patrimonio edilizio, dai premi assicurativi sulla vita mortis causa e infortuni ai contributi previdenziali e assistenziali, dalle spese veterinarie a quelle funebri. Fra le new entry nel modello precompilato ci sono le rette degli asilo nido e i dati sulle erogazioni liberali a Onlus e associazioni/fondazioni di promozione sociale.   
Ogni contribuente può accedere direttamente alla propria precompilata tramite il Sistema pubblico per l’identità digitale (Spid), i servizi telematici dell’Agenzia delle entrate (Fisconline), oppure utilizzando il Pin rilasciato dall’INPS o la Carta nazionale dei servizi (Cns). Entro cinque giorni dall’invio telematico, l’Agenzia rilascerà un’apposita ricevuta con la data di presentazione della dichiarazione e il riepilogo dei principali dati contabili.  Qualora dalla dichiarazione emerga un credito o un debito d’imposta, il relativo rimborso o trattenuta sarà operato dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico nella busta paga o nella rata di pensione a partire, rispettivamente, da luglio e agosto/settembre 2018.
Tutto ok? Non proprio. Sul tappeto il problema di sempre: la complessità del nostro ordinamento tributario.  Un labirinto di regole non sempre di facile interpretazione che, alla vigilia del nuovo appuntamento, impongono una seria riflessione per una riforma fiscale non più differibile.  Da anni si opera con una frantumazione della legislazione tributaria e  un proliferare della normativa  che è causa non solo di uno scadimento qualitativo della legislazione ma anche della potenziale ignoranza della legge, con grave pregiudizio della certezza del diritto, divenuta una chimera! Il contrasto all’evasione fiscale, che in Italia ha raggiunto livelli patologici con ricadute sull’economia del Paese, va condotto con una normativa chiara, estremamente semplice. Più complicato è un sistema fiscale, più facile sarà nascondere reddito nelle sue pieghe oscure, anche in termini di elusione. Sarebbe ora di voltare pagina e mettere al centro, sul piano legislativo, l’obiettivo di una profonda semplificazione con un taglio netto di balzelli e inutili adempimenti.  Ciò di cui il Paese ha bisogno, soprattutto in un periodo di lenta ripresa economica, è un fisco che oltre a ridurre la pressione fiscale sostenga la crescita per aggredire l’ingombrante debito pubblico. Dal Governo che verrà, dopo le tante promesse elettorali, si attendono ora i fatti!

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