Ordini Cavallereschi Crucesignati

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giovedì 8 novembre 2018

LA CAPPELLA DI SAN SEVERO, UNO SCRIGNO INESAURIBILE.


 Cari amici del mio blog, riprende l'antologia del Libero pensiero che scaturisce dal profondo dell'Animus. Il cammino della conoscenza dell'Arte Reale. Vi propongo alcune dotte riflessioni della Dott.ssa Anna Checcoli Marjani Mazzantini. Il Direttore del Blog.
              
 L'Ateneo del Libero Pensiero, di Anna Checcoli

 L'importanza di Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero, nella
Libera Muratoria moderna

Raimondo di Sangro nasce in Puglia, a Torremaggiore, il 30 Gennaio 1710.
Mago, esoterista, teorico militare, scienziato, riformatore della Massoneria, ideatore
della Cappella di Sansevero. Questa e molto di più, è l'essenza visibile del VII
Principe di Sansevero.
Orfano della madre dalla tenera età di un anno, abbandonato dal padre che conduce
una vita dissoluta, Raimondo crescerà con i nonni, e poi verrà educato in un convento
di Gesuiti a Roma. Sono gli anni in cui la Compagnia di Gesù elabora sintesi ardite
fra sapientia antiqua e “Religione rivelata”.
Sono gli anni in cui si scoprono i culti di Iside negli scavi di Pompei, iniziati da Carlo
III di Borbone, ed è curioso sottolineare come lo stesso palazzo Sansevero sorgesse
nel quartiere egiziano dell'antica Neapolis, e che dove poi fu fatta la Cappella,
originariamente vi fosse un tempio dedicato a Iside.
In questo humus, Raimondo, illuminista apparente durante il giorno, ma “mago” di
notte, creerà numerose invenzioni, come, ad esempio, il Lume Eterno, una fiamma
che arde costantemente consumando quantità di materiale infiammabile praticamente
nulle, grazie ad un composto chimico ideato da lui, che, sappiamo bene, è stato un
grandissimo alchimista, fra le varie cose.
Per il re Carlo di Borbone inventò un tessuto impermeabile, realizzò poi un fucile a
retrocarica, con almeno cinquanta anni di anticipo sull'invenzione in ambito
“profano”, creò una carrozza galleggiante con la quale attraversò il Golfo di Napoli.
Ma, soprattutto, fondò a Napoli la prima Loggia di Rito Scozzese, per la quale creò
un rituale commisto egizio-scozzese, oltre ad un rituale specifico per gli alti gradi
dello Scozzesismo napoletano, riferiti a quelli del Rito di Misraim, gradi noti come
Scala di Napoli.
Egli mise quindi in pratica una teurgia destinata a formare la sapienza necessaria a
utilizzare l'alchimia e le tecniche di trasmutazione delle sostanze visibili.
Come sostiene Mircea Eliade, «l'occulto non è solo in non-visibile, è ciò che si vede,
secondo una etimologia tradizionale di mysterium, “quando gli occhi si chiudono”».
L'originalità di di Sangro, da un punto di vista massonico, consiste nell'aver fatto
entrare nello Scozzesismo tradizionale i misteri di Iside e Osiride, spingendo
l'iniziato, lungo il proprio percorso, a costruire il proprio “Carro di Luce” (in ebraico
Merkabah) o “Corpo di Gloria”, riuscendo così ad unificare i Tre Corpi dell'Uomo e
quindi i Tre Fuochi che agiscono in lui, identificando l'Ariete con la testa, il Sagittario
con la parte fisica, e il Leone con il cuore.
Non spingendomi oltre, sottolineo però che Raimondo iniziò la costruzione della
Cappella alla fine del suo percorso massonico.
Nel frattempo, scriverà moltissimo: dalla Relazione della Compagnia dei Liberi
Muratori del 1746 ad un testo sulle Costituzioni delle Logge di Inghilterra, Statuti
dei Tre Alti Gradi di Maestro Scozzese, Eletto e della Sublime Filosofia, nel 1751,
che, incredibile a dirsi ma vero, è stato ritrovato nell'Archivio Segreto del Vaticano.
Nello stesso anno il principe pubblicherà una Epistola di Raimondo di Sangro al
Pontefice Benedetto XIV, in cui si scagionerà della propria appartenenza alla
Massoneria. Eppure è certo che il settimo Principe di Sansevero sarà il primo Gran
Maestro di una Gran Loggia nazionale italiana.
La cosa interessante relativa all'ultimo scritto citato è che di Sangro cerca, con questa
sua affermazione, di scagionare conseguentemente i Fratelli e di salvare se stesso e
loro dalle persecuzioni papali. Allo stesso tempo non dice una menzogna, perché
realmente egli si sta allontanando dalla Massoneria che si sta “profanizzando”, per
ritirarsi verso un cammino massonico-iniziatico che contenga un «programma
sapienziale contenuto in ogni fase storica» non curandosi del nesso fra gerarchie
visibili e classi sociali del mondo profano.
Concetto da non confondere con una visione democratica, ma che, anzi, sottolinea e
riprende la stessa posizione del De Maistre, Massone delle Logge tedesche di Stretta
Osservanza, antidemocratico e antiliberale. Di Sangro rifiuta la visione di una
Massoneria parapolitica con accenti di “benevolenza”, che ritiene profanizzata, ma
rifiuta anche la egalité universelle, che lui immagina forse raggiungibile solo in cielo,
dal momento che la vede come un punto di arrivo della “trasmutazione alchemica
della società”.
Non vi è quindi ipocrisia nella mistica cristiana di Raimondo, piuttosto la ricerca
della eternità dei simboli cristiani nella riduzione alla loro radice sapienziale e
tradizionale, un po' come nei procedimenti alchemici.
E' dunque questa la direzione del settimo principe di Sansevero nel diffondere le
proprie invenzioni e scoperte chimiche e alchemiche, così come attraverso di lui la
sapienza occulta transiterà dagli Ordini Massonici, per così dire, “visibili”, e opererà
poi le rivoluzioni modernizzatrici, si diffonderà in un reticolo di Alti Gradi, di circoli
iniziatici locali, di singoli Maestri che si muoveranno in ambiti sempre meno legati
alla Massoneria “esterna”. Ivi si diffonderanno gli aspetti della Rivoluzione
Scientifica e spirituale dell'epoca, assumendo aspetti iniziatici oggi forse meno
comprensibili di allora.
Più in particolare, osserviamo come Raimondo lavori sempre con l'Acqua, la Terra il
Fuoco e l'Aria, i quattro elementi che il recipiendario trova nella sua cerimonia di
iniziazione, e che, in effetti, sono legati alla Natura anche da un punto di vista
simbolico.
Raimondo lavorerà a lungo sulla Luce, producendo molti ritrovati alchemici e non, ad
essa correlati. Non solo, ma sosterrà, ad un certo punto, di aver riprodotto la
Resurrezione.
La Cappella di Sansevero è un tributo a tutto quello di cui abbiamo parlato sinora, un
riassunto della prassi alchemica, che ritroviamo anche nella simbologia massonica,
legato alla cottura e la “digestione” della materia preparata.
Soluzione, Coagulazione, le fasi di cottura all'interno dell'Uovo Filosofico, il vaso
che contiene la materia preparata, calcinazione, combustione, sublimazione, non sono
forse le fasi che l'iniziato attraversa nella trasmutazione di sé durante il proprio
percorso?
Nella cottura si susseguono i colori, tema fondamentale nelle macchine e nei ritrovati
del Principe di Sangro. Il Corvo, nero, che corrisponde alla Nigredo, la prima fase
alchemica, la Cauda Pavonis, che contiene una miriade di colori, e poi il Bianco, che
corrisponde alla Albedo, cioè il compimento della Piccola Opera, fino al Citrino
(Citrinitas) e al Rosso, la Rubedo, l'ultima trasmutazione alchemica dalla quale si
ottiene l'elisir.
Sono questi i colori della Cappella di Sansevero e quelli che lo stesso principe
utilizzerà per la sua invenzione della “stampa a più colori”. Egli inventerà un tipo di
seta artificiale, e farà un drappo con tutti i colori appena menzionati, con la precisa
intenzione di riprodurre i procedimenti e le fasi alchemiche.
Le due famose e cosiddette “macchine anatomiche” sono poste esattamente alla fine
del percorso ermetico-iniziatico all'interno della Cappella. Esse rappresentavano
proprio la Rubedo, la Fenice, la Resurrezione.
I due cadaveri , prima di essere posti nella cripta della Cappella, erano custoditi nel
palazzo, preso una sala detta, appunto, della Fenice.
I proprietari attuali non hanno mai consentito la verifica sugli esseri umani ed il loro
apparato circolatorio. Questo ci può far pensare che effettivamente di Sangro, come
altri dopo di lui, per esempio Paolo Gorini e Girolamo Segato, avesse scoperto, grazie
all'alchimia, un metodo di pietrificazione.
In effetti, avendo potuto osservare i corpi molto da vicino, è abbastanza inverosimile
che il reticolo venoso sia costituito da fili di ferro, come che la copertura sia di cera.
Solo le parti arteriose e le vene più grosse sono state colorate artificialmente, il resto
è ormai completamente scuro.
Avendo potuto vedere e toccare anche le “opere” di Segato, posso dire che sono
impressionanti, e che i tessuti, la pelle, la carne rimangono alla vista identici, ma al
tatto come pietra.
Chiudendo questo inciso tecnico, la cosa assolutamente fondamentale da
comprendere è, in Raimondo di Sangro, la mancanza di soluzione di continuità fra
Massoneria, Esoterismo ed Ermetismo, fra Alchimia operativa e speculativa, fra
Teurgia e Natura, fra l'essere “Mago”, nel senso di Magus, alto iniziato che opera a
livello sacerdotale, e l'essere uomo dei Lumi.
Un personaggio completo, un grande esoterista, genio del proprio tempo, inserito
perfettamente nel contesto sociale e politico della sua epoca. Uno dei pochi ad essere
apprezzato e stimato anche in vita.
BIBLIOGRAFIA
Giancarlo Elia Valori - Raimondo di Sangro Il Principe di Sansevero e la magia
dell'Illuminismo
Angelo Sebastiani – La Luce massonica vol. II. L'arte operativa nell'Ordine
Gino Testi – Dizionario di alchimia e chimica antiquaria
Consultazione di vari siti internet su Raimondo di Sangro

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