Cari amici del mio blog, riprende l'antologia del Libero pensiero che scaturisce dal profondo dell'Animus. Il cammino della conoscenza dell'Arte Reale. Vi propongo alcune dotte riflessioni della Dott.ssa Anna Checcoli Marjani Mazzantini. Il Direttore del Blog.
L'Ateneo del Libero Pensiero, di Anna Checcoli
L'importanza di Raimondo di Sangro, Principe di
Sansevero, nella
Libera Muratoria moderna
Raimondo
di Sangro nasce in Puglia, a Torremaggiore, il 30 Gennaio 1710.
Mago,
esoterista, teorico militare, scienziato, riformatore della Massoneria, ideatore
della
Cappella di Sansevero. Questa e molto di più, è l'essenza visibile del VII
Principe
di Sansevero.
Orfano
della madre dalla tenera età di un anno, abbandonato dal padre che conduce
una
vita dissoluta, Raimondo crescerà con i nonni, e poi verrà educato in un
convento
di
Gesuiti a Roma. Sono gli anni in cui la Compagnia di Gesù elabora sintesi
ardite
fra
sapientia antiqua e “Religione rivelata”.
Sono
gli anni in cui si scoprono i culti di Iside negli scavi di Pompei, iniziati da
Carlo
III
di Borbone, ed è curioso sottolineare come lo stesso palazzo Sansevero sorgesse
nel
quartiere egiziano dell'antica Neapolis, e che dove poi fu fatta la Cappella,
originariamente
vi fosse un tempio dedicato a Iside.
In
questo humus, Raimondo, illuminista apparente durante il giorno, ma “mago” di
notte,
creerà numerose invenzioni, come, ad esempio, il Lume Eterno, una
fiamma
che
arde costantemente consumando quantità di materiale infiammabile praticamente
nulle,
grazie ad un composto chimico ideato da lui, che, sappiamo bene, è stato un
grandissimo
alchimista, fra le varie cose.
Per
il re Carlo di Borbone inventò un tessuto impermeabile, realizzò poi un fucile
a
retrocarica,
con almeno cinquanta anni di anticipo sull'invenzione in ambito
“profano”,
creò una carrozza galleggiante con la quale attraversò il Golfo di Napoli.
Ma,
soprattutto, fondò a Napoli la prima Loggia di Rito Scozzese, per la quale creò
un
rituale commisto egizio-scozzese, oltre ad un rituale specifico per gli alti
gradi
dello
Scozzesismo napoletano, riferiti a quelli del Rito di Misraim, gradi noti come
Scala di Napoli.
Egli
mise quindi in pratica una teurgia destinata a formare la sapienza necessaria a
utilizzare
l'alchimia e le tecniche di trasmutazione delle sostanze visibili.
Come
sostiene Mircea Eliade, «l'occulto non è solo in non-visibile, è ciò che si
vede,
secondo
una etimologia tradizionale di mysterium, “quando gli occhi si chiudono”».
L'originalità
di di Sangro, da un punto di vista massonico, consiste nell'aver fatto
entrare
nello Scozzesismo tradizionale i misteri di Iside e Osiride, spingendo
l'iniziato,
lungo il proprio percorso, a costruire il proprio “Carro di Luce” (in ebraico
Merkabah)
o “Corpo di Gloria”, riuscendo così ad unificare i Tre Corpi dell'Uomo e
quindi
i Tre Fuochi che agiscono in lui, identificando l'Ariete con la testa, il
Sagittario
con
la parte fisica, e il Leone con il cuore.
Non
spingendomi oltre, sottolineo però che Raimondo iniziò la costruzione della
Cappella
alla fine del suo percorso massonico.
Nel
frattempo, scriverà moltissimo: dalla Relazione
della Compagnia dei Liberi
Muratori del 1746
ad un testo sulle Costituzioni delle Logge di
Inghilterra, Statuti
dei Tre Alti Gradi di Maestro Scozzese, Eletto e
della Sublime Filosofia, nel 1751,
che,
incredibile a dirsi ma vero, è stato ritrovato nell'Archivio Segreto del
Vaticano.
Nello
stesso anno il principe pubblicherà una Epistola
di Raimondo di Sangro al
Pontefice Benedetto XIV, in cui si scagionerà della propria appartenenza alla
Massoneria.
Eppure è certo che il settimo Principe di Sansevero sarà il primo Gran
Maestro
di una Gran Loggia nazionale italiana.
La
cosa interessante relativa all'ultimo scritto citato è che di Sangro cerca, con
questa
sua
affermazione, di scagionare conseguentemente i Fratelli e di salvare se stesso
e
loro
dalle persecuzioni papali. Allo stesso tempo non dice una menzogna, perché
realmente
egli si sta allontanando dalla Massoneria che si sta “profanizzando”, per
ritirarsi
verso un cammino massonico-iniziatico che contenga un «programma
sapienziale
contenuto in ogni fase storica» non curandosi del nesso fra gerarchie
visibili
e classi sociali del mondo profano.
Concetto
da non confondere con una visione democratica, ma che, anzi, sottolinea e
riprende
la stessa posizione del De Maistre, Massone delle Logge tedesche di Stretta
Osservanza,
antidemocratico e antiliberale. Di Sangro rifiuta la visione di una
Massoneria
parapolitica con accenti di “benevolenza”, che ritiene profanizzata, ma
rifiuta
anche la egalité universelle, che lui immagina forse raggiungibile solo in cielo,
dal
momento che la vede come un punto di arrivo della “trasmutazione alchemica
della
società”.
Non
vi è quindi ipocrisia nella mistica cristiana di Raimondo, piuttosto la ricerca
della
eternità dei simboli cristiani nella riduzione alla loro radice sapienziale e
tradizionale,
un po' come nei procedimenti alchemici.
E'
dunque questa la direzione del settimo principe di Sansevero nel diffondere le
proprie
invenzioni e scoperte chimiche e alchemiche, così come attraverso di lui la
sapienza
occulta transiterà dagli Ordini Massonici, per così dire, “visibili”, e opererà
poi
le rivoluzioni modernizzatrici, si diffonderà in un reticolo di Alti Gradi, di
circoli
iniziatici
locali, di singoli Maestri che si muoveranno in ambiti sempre meno legati
alla
Massoneria “esterna”. Ivi si diffonderanno gli aspetti della Rivoluzione
Scientifica
e spirituale dell'epoca, assumendo aspetti iniziatici oggi forse meno
comprensibili
di allora.
Più
in particolare, osserviamo come Raimondo lavori sempre con l'Acqua, la Terra il
Fuoco
e l'Aria, i quattro elementi che il recipiendario trova nella sua cerimonia di
iniziazione,
e che, in effetti, sono legati alla Natura anche da un punto di vista
simbolico.
Raimondo
lavorerà a lungo sulla Luce, producendo molti ritrovati alchemici e non, ad
essa
correlati. Non solo, ma sosterrà, ad un certo punto, di aver riprodotto la
Resurrezione.
La
Cappella di Sansevero è un tributo a tutto quello di cui abbiamo parlato
sinora, un
riassunto
della prassi alchemica, che ritroviamo anche nella simbologia massonica,
legato
alla cottura e la “digestione” della materia preparata.
Soluzione,
Coagulazione, le fasi di cottura all'interno dell'Uovo Filosofico, il vaso
che
contiene la materia preparata, calcinazione, combustione, sublimazione, non
sono
forse
le fasi che l'iniziato attraversa nella trasmutazione di sé durante il proprio
percorso?
Nella
cottura si susseguono i colori, tema fondamentale nelle macchine e nei
ritrovati
del
Principe di Sangro. Il Corvo, nero, che corrisponde alla Nigredo, la prima fase
alchemica,
la Cauda Pavonis, che contiene una miriade di colori, e poi il Bianco, che
corrisponde
alla Albedo, cioè il compimento della Piccola Opera, fino al Citrino
(Citrinitas)
e al Rosso, la Rubedo, l'ultima trasmutazione alchemica dalla quale si
ottiene
l'elisir.
Sono
questi i colori della Cappella di Sansevero e quelli che lo stesso principe
utilizzerà
per la sua invenzione della “stampa a più colori”. Egli inventerà un tipo di
seta
artificiale, e farà un drappo con tutti i colori appena menzionati, con la
precisa
intenzione
di riprodurre i procedimenti e le fasi alchemiche.
Le
due famose e cosiddette “macchine anatomiche” sono poste esattamente alla fine
del
percorso ermetico-iniziatico all'interno della Cappella. Esse rappresentavano
proprio
la Rubedo, la Fenice, la Resurrezione.
I
due cadaveri , prima di essere posti nella cripta della Cappella, erano
custoditi nel
palazzo,
preso una sala detta, appunto, della
Fenice.
I
proprietari attuali non hanno mai consentito la verifica sugli esseri umani ed
il loro
apparato
circolatorio. Questo ci può far pensare che effettivamente di Sangro, come
altri
dopo di lui, per esempio Paolo Gorini e Girolamo Segato, avesse scoperto,
grazie
all'alchimia,
un metodo di pietrificazione.
In
effetti, avendo potuto osservare i corpi molto da vicino, è abbastanza
inverosimile
che
il reticolo venoso sia costituito da fili di ferro, come che la copertura sia
di cera.
Solo
le parti arteriose e le vene più grosse sono state colorate artificialmente, il
resto
è
ormai completamente scuro.
Avendo
potuto vedere e toccare anche le “opere” di Segato, posso dire che sono
impressionanti,
e che i tessuti, la pelle, la carne rimangono alla vista identici, ma al
tatto
come pietra.
Chiudendo
questo inciso tecnico, la cosa assolutamente fondamentale da
comprendere
è, in Raimondo di Sangro, la mancanza di soluzione di continuità fra
Massoneria,
Esoterismo ed Ermetismo, fra Alchimia operativa e speculativa, fra
Teurgia
e Natura, fra l'essere “Mago”, nel senso di Magus, alto iniziato che opera a
livello
sacerdotale, e l'essere uomo dei Lumi.
Un
personaggio completo, un grande esoterista, genio del proprio tempo, inserito
perfettamente
nel contesto sociale e politico della sua epoca. Uno dei pochi ad essere
apprezzato
e stimato anche in vita.
BIBLIOGRAFIA
– Giancarlo Elia Valori - Raimondo di Sangro Il Principe di
Sansevero e la magia
dell'Illuminismo
– Angelo Sebastiani – La Luce massonica vol. II. L'arte
operativa nell'Ordine
– Gino Testi – Dizionario di alchimia e chimica antiquaria
– Consultazione di vari siti internet su Raimondo di Sangro
Nessun commento:
Posta un commento