L’ EUROPA (MALATA) DEI SOVRANISMI
di Antonio Laurenzano
A
poche settimane dalle elezioni europee, forti venti di euroscetticismo soffiano
su tutta l’Europa. E’ profonda la crisi di fiducia dei cittadini europei nelle
istituzioni comunitarie. Una delusione per l’Unione giudicata invadente e
lontana dai bisogni della gente, soprattutto in quelli di impatto diretto sulla
vita di ogni giorno. Questa Europa provoca sentimenti di ostilità, viene
vissuta come l’Europa degli euroburocrati di Bruxelles e dei poteri finanziari alla quale si oppone con
fermezza la galassia eterogenea di partiti e movimenti nazional-populisti che si
stanno imponendo in molti Paesi, sollevando seri interrogativi sul futuro delle
democrazie europee.
Insicurezza
economica e disagio sociale rafforzano la domanda di sovranità, quella che Luigi
Einaudi definì il “mito funesto”. Il
nazionalismo, padre di tutte le guerre, torna ad alzare la testa in maniera
preoccupante, proponendo un presente che ha perso la memoria storica del
passato! In un’Europa segnata da una lunga crisi economica e da politiche di
austerità, il sovranismo
è divenuto la stella polare per
l’identità politica per la maggior parte degli europei che manifestano un
rigetto crescente verso i partiti tradizionali colpevoli di aver tradito
l’integrità nazionale. Un rigetto che affonda le sue radici nello smarrimento del
ceto medio, della vecchia classe operaia, nelle
difficoltà occupazionali dei giovani, nel welfare sempre più incerto. Gli elettori, spaventati dal futuro perché vedono il loro modello di vita messo
in dubbio dalle migrazioni e dalla ripresa che non decolla, votano contro
l’establishment ritenuto non più credibile. E’ in questa precarietà sociale che i
movimenti nazional-populisti alimentano anacronistiche suggestioni sovraniste
che azzerano di fatto quella solidarietà
che in Europa aveva accomunato tutte le forze politiche alla fine della seconda
guerra mondiale e su cui era stato edificato il sogno di un’ Europa unita,
disegnato nello storico Manifesto di Ventotene da Altiero Spinelli.
La
risposta all’euroscetticismo non è la democrazia autoritaria del nazionalismo,
ma l’autorità della democrazia per difendere la “sovranità europea condivisa”
dalle pulsioni nazionaliste e dai sistemi illiberali. Non si possono assecondare timori e paure
ricorrendo alle scorciatoie sovraniste! Nessun
Paese europeo, da solo, può garantire la effettiva indipendenza delle proprie
scelte. Al di là dei
demagogici proclami per catturare consensi elettorali, l’alternativa
all’integrazione fra i popoli non è il ritorno alla sovranità nazionale, ma la
balcanizzazione del Vecchio Continente con il dilagare di piccole patrie
regionali incapaci di incidere sulle dinamiche continentali e ancor meno
fronteggiare con successo i guasti della
globalizzazione. Sarebbe alto il prezzo da pagare per conquistare una “sovranità
tradita” per un populismo che, coltivando promesse demagogiche (le leve del
potere sono altrove), ripudia la democrazia rappresentativa fondata sulla
delega, sulla centralità del Parlamento e sulla separazione dei poteri. Un
populismo arrembante sconfitto in Spagna.
L’Europa, attraverso un patto fondante e
l’interdipendenza delle politiche economiche e sociali, deve valorizzare la
propria identità culturale, rilanciare lo sviluppo e la crescita, recuperare in
un momento di tensioni sullo scacchiere internazionale la centralità politica
del suo ruolo. Un salto di qualità per fermare gli egoismi nazionali e contrastare
la miopia politica di chi dimentica i lutti e le distruzioni dei nazionalismi
del XX secolo. E’ questa la sfida! Una sfida che i cittadini europei vinceranno.
Ne è convinto il capo dello Stato Sergio Mattarella che, nella recente
intervista alla rivista di affari politici francese “Politique internazionale”,
in vista del voto europeo del 26 maggio, ha così dichiarato: “Il vento del
sovranismo non minaccerà l’esistenza dell’Ue.” Che prevalga davvero il senso
della storia per costruire, in un ritrovato spirito unitario, un’Europa migliore!
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