Ordini Cavallereschi Crucesignati

Questo sito è a disposizione di tutti coloro che intendono inviare i loro pezzi, che dovranno essere firmati, articoli sulle gesta della Cavalleria Antica e Moderna, articoli di interesse Sociale, di Medicina,di Religione e delle Forze Armate in generale. Il sottoscritto si riserva il diritto di non pubblicare sul Blog quanto contrario alla morale ed al buon gusto. La collaborazione dei lettori è cosa gradita ed avviene a titolo volontario e gratuito, per entrambi.

giovedì 6 maggio 2010

IL SOGNO EUROPEO DI ROBERT SCHUMAN

Sessant’anni dalla storica dichiarazione di Parigi del 9 maggio 1950
del dott. Antonio Laurenzano
Tutto è cominciato sessant’anni fa, il 9 maggio 1950: una data storica nel faticoso processo di costruzione della comune casa europea. A Parigi, al Quai d’Orsay, sede del Ministero degli Esteri, Robert Schuman legge alla stampa una dichiarazione redatta con il suo amico e consigliere Jean Monnet. Poche righe, ricche di significato, dense di prospettive: “ La pace mondiale non potrebbe essere salvaguardata senza iniziative all’altezza dei pericoli che ci minacciano. Mettendo in comune talune produzioni di base e istituendo una nuova Alta autorità con decisioni vincolanti per i Paesi che vi aderiranno saranno realizzate le prime fondamenta concrete di una Federazione europea indispensabile alla salvaguardia della pace”.
Veniva cioè proposta l’istituzione di un organismo sovrannazionale al quale affidare la gestione di quelle materie prime che rappresentavano all’epoca i presupposti di ogni potenza militare. Un appello agli Stati europei a superare le divisioni del passato e a cooperare per la costruzione di un’ Europa unita nel segno della pace. L’obiettivo, al di là di quello strettamente economico, era un obiettivo politico: sconfiggere i nazionalismi che erano stati la causa dei lutti e delle distruzione della seconda guerra mondiale. La grande speranza era sostituire le rivalità storiche con la fusione degli interessi nazionali.
L’invito di Schuman alla cooperazione si concretizzò il 18 maggio 1951 con la nascita a Parigi della CECA, Comunità economica del carbone e dell’acciaio, tra Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Vinti e vincitori della Grande guerra si ritrovarono uniti per fissare un comune percorso per il progresso dell’Europa. Dai conflitti si passò alla cooperazione.
La Ceca rappresenta la culla nella quale fu deposto il primo seme di un’Europa unita. L’ embrione di un organismo federale. E’ il perseguimento dell’unità politica attraverso l’integrazione economica. Un percorso non facile proseguito a Roma il 25 marzo 1957 con la firma dei Trattati istitutivi dell’Euratom e della Cee, Comunità economica europea, per la libera circolazione delle merci all’interno di un mercato comune. Ma è a Maastricht, in Olanda, che il 7 febbraio 1992 prende forma il progetto visionario di Schuman, Adenauer e De Gasperi, i Padri fondatori dell’Europa. Nasce l’Unione europea, “unita nella diversità”, nel segno della sussidiarietà, solidarietà e sviluppo economico. Viene solennemente proclamata la “cittadinanza dell’Unione” per ogni cittadino di uno Stato membro con il riconoscimento dei diritti attivi e passivi nelle elezioni amministrative e in quelle europee. E’ l’Europa dei cittadini: libertà di circolazione e di soggiorno nel territorio dell’Unione.
A Maastricht viene inoltre realizzata l’ Unione economica e monetaria (UEM) per la promozione equilibrata e duratura di ogni Stato membro. Un passaggio chiave che prepara l’arrivo della moneta unica, l’euro, il 1° gennaio 2002: moneta di pace e non moneta di guerra, accettata e non imposta! E’ il superamento di divisioni e rivalità del passato, un grande segno di pace, l’affermazione di una comune volontà dei popoli europei di camminare insieme nella storia. Paesi di peso geo-politico-economico diverso, mantenendo le proprie identità, decidono di gettare nel “cestino della storia” le rispettive monete nazionali.
Ma se l’euro ha unito i mercati sarà l’unificazione politica a unire i popoli europei: “non più cittadini di diverse nazioni, ma europei di diverse regioni!” E l’allargamento dell’Unione ai Paesi dell’Est, nel maggio 2004, ha significato che la storia non si è fermata: l’Europa delle divisioni, delle rivalità, dei sanguinosi scontri, appartiene al passato! Nonostante le ombre del Trattato di riforma firmato a Lisbona nel 2007 , dopo la clamorosa bocciatura referendaria del Trattato costituzionale di Roma del 29 ottobre 2004 ad opera di Francia e Olanda, l’Europa deve andare avanti perché possa svolgere il ruolo che le spetta: un ruolo di stabilità per governare in un contesto politico multipolare la globalizzazione della pace e della giustizia sociale.
L’Europa è il presente di ognuno di noi, una realtà, una conquista storica da amare e difendere, un patrimonio di valori da condividere e trasmettere ai giovani, “i futuri cittadini europei” , secondo il testamento morale di Alcide De Gasperi: “L’Europa è un’eredità destinata ai giovani” . Non esiste alternativa storica all’essere oggi europei ed europeisti!

Nessun commento: