Ordini Cavallereschi Crucesignati

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venerdì 26 novembre 2010

IL MASSONE E IL SUO IMPEGNO POLITICO

di Paquale Di Todaro-Roma
Il divieto di fare politica in Loggia è tanto importante quanto il dovere di dedicarsi alla politica nel mondo profano. Dunque, un divieto irrinunciabile in Loggia e un impegno, altamente raccomandabile, all’esterno. Sono due modi di vivere in due mondi diversi; fintanto l’uno rimane distintamente separato dall’altro, regna l’armonia, la fratellanza. Mentre i singoli Massoni hanno i loro personali orientamenti politici, la Massoneria Regolare, come Istituzione iniziatica, non esprimerà mai un giudizio o una visione politica. Le discussioni di politica, durante le riunioni massoniche, sono da sempre proibite. Questa saggia separazione tra il mondo profano e quello iniziatico risale alla fondazione della Massoneria speculativa del XVIII secolo e ha almeno una duplice ragione d’essere: in primo luogo la libertà d’opinione, come diritto di ogni singolo Massone, in secondo luogo l’indispensabile ordine che deve regnare in ogni Loggia. Ogni discussione politica crea correnti, favorevoli e contrari o, peggio, amici e nemici. Ciò era chiaro già ai nostri predecessori di alcuni secoli fa i quali, coscienti che il loro Ordine era basato sulla Fratellanza, non potevano ammettere dispute di alcun genere all’interno delle proprie mura. Vennero quindi proibiti – e ciò vale tuttora per tutta la Massoneria universale – non solo i dibattiti politici, ma anche e soprattutto quelli di natura religiosa.
Affinché l’armonia sia garantita in tutte le Logge le obbedienze massoniche hanno inserito nelle loro costituzioni questo concetto: «La Loggia è un luogo sereno e neutro dove non hanno accesso le passioni umane. Essa non si ingerisce in alcuna controversia politica o confessionale. A titolo istruttivo è possibile uno scambio di opinioni su problemi del genere. Però, le eventuali discussioni non potranno mai essere oggetto di votazioni, né giungere a conclusioni che possano ledere l’indipendenza dei membri della Loggia.» Ma fuori dalla Loggia, nel mondo profano dove si svolge la vita quotidiana, i Massoni possono, e nel limite del possibile, devono partecipare alla vita politica e sociale, a contatto e in favore del prossimo. L’ambito sociale è vasto; va dalla ristretta cerchia familiare fino al mondo del lavoro e alle grandi istituzioni socio-politiche d’ogni livello. Ed è proprio là che si svolge il vero compito del Libero Muratore; contribuire con l’esempio e l’impegno pratico, improntati sempre sul trinomio massonico di Libertà-Uguaglianza-Fratellanza, al progresso generale dell’umanità.
articolo inviato da Pasquale Di Todaro-Roma (ditodaro@expressitalia.it)

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