Ordini Cavallereschi Crucesignati

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mercoledì 13 luglio 2011

IL GUSTO DELL'INTIMITA',GOMMALACCATEATRO, IN EUROPA.

L'intervista – Mimmo Conte e Carlotta Vitale
Mimmo Conte e Carlotta Vitale sono i meravigliosi attori di Gommalacca Teatro, un’associazione nata a Potenza nel 2005 e che, dal 2008, ha iniziato a collaborare con L’Albero.
Abbiamo deciso di dedicare questa pagina del nostro blog a loro prima di tutto perchè a gennaio terranno uno stage di teatro con i nostri ragazzi e secondo per testimoniare che due associazioni culturali possono davvero lavorare insieme in maniera proficua… perchè anche questo è fare cultura… Quando è nata la vostra passione per il teatro?
Carlotta: La mia passione per il teatro non è nata in un momento preciso, è sempre stato tutto identico al sentimento che vivo oggi, domani e per sempre, non ricordo che sia stato diversamente da ora e qui. La mia esigenza di stare di fronte ad un pubblico è sempre stata molto concreta e viva. Prima di arrivare al teatro però ho attraversato il mondo della musica e del canto. Il passaggio dall’esibizione musicale all’esibizione teatrale è stato “naturale”, tanto è che in ogni mia performance vocale c’era il teatro! Mi ricordo che a scuola ci portarono ad un matinée a vedere “Non si sa come” di Luigi Pirandello; ecco forse proprio lì, davanti ad un personaggio che parlava di un’azione inspiegabile ho sentito che ci dovevo essere anche io a raccontare nuove storie a gente sempre diversa.
Mimmo: posso rispondere come Carlotta? Si? Allora: come Carlotta!… scherzo! Anch’io non so definire un momento preciso, ma tra i primi ricordi che sicuramente mi hanno legato al teatro c’è l’odore (o la puzza) delle poltrone nei teatri. Mi manda in estasi, da sempre. Mi dà un senso di sacralità… a volte anche di sporcizia!
Quando da passione si è trasformata in professione?
Carlotta: Con quest’anno che si chiude sono dieci anni che faccio teatro. Riesco a vivere finalmente di questo lavoro dal 2004. Ho vissuto le mie crisi, quando non riuscivo a vivere letteralmente di teatro…l’ho anche abbandonato. Ho fatto dei lavori “normali” come la mia laurea e la mia preparazione mi permettevano. Dopodichè mi è mancata l’aria, sono entrata in depressione e ho finalmente capito che l’unico lavoro che volevo fare nella mia vita era il teatro: costi quel che costi!
Mimmo: Si è trasformata in professione, nel senso che c’è un ritorno economico, da circa quattro anni. In realtà, l’ho sempre sentita come una professione, perché ritengo che la differenza tra chi sale sul palco “abitualmente” e chi lo fa ogni tanto non sia nel prezzo, ma nella condizione mentale con cui affronti un lavoro: dedizione, serietà, puntualità… la passione è sicuramente un punto di partenza e poi di arrivo… e non sempre arriva.
Compagni nel lavoro e nella vita ma non vi stancate mai l’uno dell’altra?
Carlotta: io non mi stanco, spesso mi snervo allora lo prendo, lo smacco, lo sdrumo, e gli dico: basta me ne vado! E sciolgo la compagnia! Basta sono stanca mi scoccio, mi stufo, e dico: faccio sempre tutto io! Basta sciolgo la compagnia! E allora, lo guardo negli occhi, e penso: che il mio lavoro senza Mimmo è incompleto. Perché è bello ricevere gli applausi, ma non c’è niente di più emozionante che condividere un percorso artistico con chi ti comprende e ti stima. Così quando gli applausi non ci sono il fallimento si sostiene ancora meglio.
Mimmo: mi stanco di Carlotta come potrei stancarmi di qualsiasi altro collega. Quindi è “normale amministrazione”. L’unica differenza è che con un collega un’incomprensione potrebbe essere più difficile da superare, con Carlotta c’è un legame di fondo che “utilizziamo” positivamente, per avere più forza nell’affrontare gli impegni, evitando di creare tensioni con chi lavora con noi. È importante ed è anche bello, separare il lavoro dalla vita personale!
Quando è nata la passione per Mimmo/Carlotta?
Carlotta: Mimmo l’ho incontrato a Potenza, nel 2005, durante il progetto formativo “Comic Lab, l’Officina della Comicità”. In una delle prime lezioni fummo messi in coppia dal grande Cesare Gallarini per lavorare in un’improvvisazione. Si trattava di un incontro di boxe e io e Mimmo eravamo avversari. Lui era lo smilzo e io ero la donna forzuta, alla fine volevamo menare il terzo: l’arbitro!
Mimmo: ah, quante mazzate quel giorno!… all’arbitro! Hahaha!
Siamo un po’ cattivelli oggi… Chi è il più bravo dei due?
Mimmo: in cucina è più brava Carlotta, coi lavori di casa io!
Carlotta: ma che dici?
Mimmo: ok, lo ammetto, anche nei lavori di casa è più brava lei.
Carlotta: adesso si. E muoviti, vai a gettare la spazzatura!
Mimmo: La verità è che il più bravo dei due è Luigi!
Carlotta: anche se non sappiamo chi sia.
Mimmo: eh, c’è sempre un Luigi più bravo di te.
Come nasce Gommalacca Teatro? Siamo soprattutto curiosi di sapere il perché di questo nome…
Carlotta: La gommalacca è una fragile e scagliosa secrezione dell’insetto Kerria lacca, ed è raccolta dalla corteccia degli alberi su cui lo deposita per ottenere una salda presa sull’albero. È un polimero naturale ed è quindi considerata una plastica naturale. Essendo commestibile, la gommalacca è usata come agente lucidante per pillole e caramelle. Durevoli, costanti e irriducibili noi siamo plastica naturale, siamo commestibili e pronti a farci mangiare con gli occhi, a giocare il ritmo della vita e a mantenere un vibrante contatto con gli spettatori… per questo ci chiamiamo gommalacca ed anche perché siamo dei cultori delle ferramenta… e negozi di vernici!
Come nasce la collaborazione tra L’Albero e Gommalacca Teatro?
Mimmo: Il “primo contatto” è avvenuto a maggio del 2008. Noi eravamo stati coinvolti in un progetto formativo dall’Officina del Circo, il tutto curato da Mariangela. Nel frattempo lei cercava un mangiafuoco per “Pinocchio” e così abbiamo iniziato a collaborare. Da lì è stato un fiume in piena!
Come possono due associazioni lavorare insieme senza litigare?
Carlotta: Amicizia, stima, rispetto, competenze diverse, ci paghiamo una mazzetta a vicenda per non romperci gli zebedei e siamo disponibili a creare la maglietta “oggi sono un pezzo di me*da” qualora qualcuno commetta gravi errori!
Cosa avete in mente per questo primo stage del 2010 a La Scuola sull’Albero?
Carlotta: Verticale del ruolo.
Mimmo: Anche orizzontale se ci viene sonno.
L’anno scorso avete già lavorato con gli allievi del Corso di Teatro Ragazzi, come vi sono sembrati?
Carlotta: Dei pazzi scatenati! Troppo troppo amici! Non che non lo debbano essere, ma nel lavoro ci vuole sana competitività!
Mimmo: Volemo er sangue!
Ma… avete davvero voglia di tornare a lavorare con loro? Ne siete proprio sicuri???
Carlotta: Perché non dovremmo? Ci pagano profumatamente!
Mimmo: Perché ci pagano?
Carlotta: no no, a te solo la pizza che ti porta Alessandra! Buono su, buono!
No Comments to "L'intervista – Mimmo Conte e Carlotta Vitale"
1 Serrri. 1 de gennaio de 2010 to ● 9:04 pm
«Cosa avete in mente per questo primo stage del 2010 a La Scuola sull’Albero?
Carlotta: Verticale del ruolo. Mimmo: Anche orizzontale se ci viene sonno.»

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