La risposta all’individualismo
per la promozione sociale
di
Antonio Laurenzano
“Volontari, facciamo la differenza!”: questo lo slogan che
l’Unione europea scelse per proclamare il 2011 “Anno europeo del
volontariato”. “Il volontariato è una delle dimensioni
fondamentali della cittadinanza e della democrazia, nella quale
assumono forma concreta valori europei quali la solidarietà e la non
discriminazione e in tal senso contribuirà allo sviluppo armonioso
delle società europee”. Con questa motivazione il Consiglio
europeo di Bruxelles intese proporre alla comunità internazionale il
riconoscimento dell’attività di volontariato e il suo valore
umanitario nella consapevolezza che il “Terzo settore”, e il
variegato mondo dell’associazionismo a esso collegato, rappresenta
un pilastro importante nella promozione del benessere sociale. In
Europa almeno 3 cittadini su 10, ben oltre 100 milioni di persone,
secondo i dati forniti da Eurobarometro, fanno volontariato in vari
settori (solidarietà, arte e cultura, ambiente, sostegno umanitario,
ma anche sport) e l’80% di loro afferma che la partecipazione
attiva nella società è parte fondamentale della loro vita.
In Italia il welfare è sempre più gestito dal “volontariato”.
Nel 2012 è stata stimata una base di circa sette milioni di persone
di età superiore ai 14 anni coinvolta in varia misura e con vario
impegno temporale nelle attività di volontariato. Forte l’incremento
di volontari registrato nel decennio 2001-2010: circa 1,2 milioni di
unità, pari al 17,9%, con punte che hanno sfiorato il 25% nel Nord
del Paese.
L’insieme delle realtà non-profit, il cosiddetto “Terzo
settore”, realtà che non sono Stato (vale a dire ente pubblico
nelle sue diverse articolazioni), né mercato (vale a dire attività
economica finalizzata al profitto) è un mondo vasto e articolato,
che va dall’associazionismo, al volontariato, alla cooperazione
sociale, portatore di differenti gradi di coscienza sociale. I
soggetti occupati nel Terzo settore, nella loro eterogeneità,
rispecchiano la diversità sociale poiché sono coinvolte persone di
tutte le età, donne e uomini, persone aventi background etnici e
religiosi diversi. Espressione di partecipazione civile per lo
sviluppo equilibrato della società e il rafforzamento della coesione
sociale. E’ rilevante il valore, anche economico, del volontariato,
soprattutto se rapportato a quelle aree di intervento, in primis
l’assistenza socio-sanitaria, dove è carente la presenza dello
Stato. E’ la risposta vincente a un inquietante individualismo per
l’affermazione di un nuovo modello di welfare.
Cento milioni di persone in Europa al servizio degli altri, impegnate
con azioni di solidarietà sociale. Un numero importante destinato
ad aumentare nel tempo. La crescita di nuove forme di partecipazione
sociale si è accompagnata alla crisi dell’associazionismo
tradizionale, in particolare di partito. Di questa crescita ne sono
ben consapevoli i rappresentanti dell’associazionismo e del
volontariato. E’ anzi diffusa tra di essi la convinzione che la
riforma istituzionale non possa limitarsi agli organi di governo e
parlamentari, ma che si debba riconoscere come l’associazionismo e
il volontariato sia divenuto un canale fondamentale di partecipazione
popolare, di “cittadinanza attiva”, per l’attuazione del
principio costituzionale della “sussidiarietà orizzontale”.
Obiettivo di fondo: suscitare una presa di coscienza collettiva ,
sensibilizzare l’opinione pubblica e mettere in rete la
solidarietà per rimuovere egoismi (privati) e ritardi (pubblici).
L’ auspicio è che le associazioni di servizio, le imprese e i
governi possano lavorare insieme per realizzare un habitat che
permetta al volontariato di rafforzarsi. Facilitare cioè il lavoro
dei volontari e incoraggiare altri ad impegnarsi al loro fianco per
costruire legami sociali forti e duraturi, per far crescere il
volontariato, ridurne la frammentazione e migliorarne la qualità. E’
questa la strada tracciata per promuovere risposte creative ed
efficaci ai bisogni dei più deboli e contribuire alla promozione
umana della persona, nella speranza di costruire un mondo migliore e
più sicuro. Di fronte al disinteresse del mercato ad occuparsi di
sociale, di fronte alla riduzione di risorse pubbliche, dietro il
paravento della “sussidiarietà”, associazionismo e volontariato
rappresentano l’architrave imprescindibile di un nuovo sistema di
relazioni sociali.
Nessun commento:
Posta un commento