Ordini Cavallereschi Crucesignati

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lunedì 16 giugno 2014

BARI, PAOLO DE SANTIS, POETA E SCRITTORE

Pietro VITALE giornalista-pubblicista e scrittore. Direttore del blog international: www.legestadellacavalleria.blogspot.com
Proemio.

L'Amico di sempre, Paolo, stupisce ancora con il suo ultimo libro: c'era una volta a Bari il Jolli Club. L'aspirazione di Paolo è improntata, circa la Sua attività, nell'Amore. Egli ha scritto questi mille pensieri d'amore per sfida fatta a se stesso. Sorridendo maliziosamente ad una mia domanda disse: che sarei stato capace di scrivere almeno mille pubblicazioni. Sorse così l'idea di scrivere questo libro. Paolo afferma di essere un buon cristiano. Per noi cristiani il nostro Dio è l'Unico il Dio dell'Amore Tutta l'etica cristiana è basata sull'amore. Il cuore o centro della vita deve essere nell'amore. L'amore è il più grande dei sentimenti umani, purchè vissuto nella grazia, nella semplicità, nella docezza, nella gentilezza degli atti, nell'eleganza del porgere, nella finezza dei modi nella concessione totale di parte di se stessi. L'amore è amore se vissuto nella soavità nel piacere nel diletto dello spirito prima e della materia. Mi fermo qui. Altrimenti potrei continuare a scrivere mille pensieri sull'Amore e far torto a Paolo, soffocando il grido di dolore.

DAL JOLLY CLUB AL MOBILEVANTE
di Paolo De SANTIS

Il Jolly Club nacque nell’anno 1959, quando era in gestazione la famosa ribellione giovanile che esplose negli anni ’60 e poi, dette origine al fenomeno dei famosi “Teddy Boys” ben personificato dai grandi Jeams Dean e Marlon Brando; cosicché il Jolly Club diventò il simbolo della “ribellione giovanile” di quella generazione di ribelli che però, dette un impulso nuovo alla dormiente società di allora. Comunque, anche se in questo libro il punto di riferimento rimane sempre il Jolly Club, si parla di un percorso di vita vissuto nella città di Bari ma ancora meglio dalla città di Bari, partendo dagli ultimi sussulti di guerra fino a rasentare il terzo millennio. Appena fuoriuscita dalla disastrosa guerra, passando dal periodo postbellico attraverso una Bari ancora legata alle antiche tradizioni agresti, vivendo la dura e faticosa ricostruzione con sacrifici e privazioni, fino ad innescare il fantastico “boom economico” dei favolosi anni ’60, i cui attori principali furono i giovani ribelli di allora. E’ stato il momento più bello per tutta la nazione che ci ha portati a conoscere una vita agiata se non ricca, sviluppando un diffuso benessere che però, negli ultimi tempi, era diventato un colpevole spreco ed oggi, non ci resta che rimpiangerlo. In questo percorso vengono toccati alcuni momenti salienti della vita cittadina che documentano l’evoluzione dei tempi, vissuti sempre con l’ottica di un giovane ribelle ma con lo spirito creativo del Jolly Club. In questo percorso viene citata anche l’esaltante presenza della nostra “Fiera del Levante” simbolo della città di Bari, rinata dalle macerie della guerra e salita prepotentemente alla ribalta internazionale fino a diventare il punto di riferimento della mitica intraprendenza barese, che ha imposto la città di Bari in tutto il mondo. La Fiera del Levante è stata la bandiera internazionale, che ha rappresentato orgogliosamente l’economia italiana nei più sperduti angoli del mondo! Attraverso la nota manifestazione del “Mobilevante” rappresentò il momento del massimo fulgore della nostra fiera e la sua bandiera sventolò orgogliosamente nel contesto economico mondiale ma purtroppo, fu anche l’inizio del declino a causa della spregiudicata arroganza del potere umano. Oggi, quella bandiera giace sotto i piedi di chi l’ha calpestata arrecandole ludibrio a causa della propria avidità ed ora, serve soltanto a coprire il feretro della sua ignominiosa fine. Da questo punto dovrebbe ripartire una presa di coscienza, che possa originare una nuova ribellione anche se non potrà più essere ribellione giovanile giacché purtroppo, oggi è diventata “ribellione senile” ma è pur sempre ribellione a questo vergognoso andazzo, che ha trascinato il nostro orgoglio nella cloaca della corruzione umana. In questo contesto finale insorge lo spirito del Jolly Club e pertanto, propongo alla mitica “GIOVENTU’ BRUCIATA” di costituire un Comitato Civico Regionale che potrà chiamarsi “SALVIAMO LA FIERA DEL LEVANTE”!


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