Dott.
Pietro VITALE
Giornalista-Pubblicista e Scrittore
Direttore del blog international:
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Lungo
il cammino della vostra vita fate in modo di non privare gli altri
della felicità.
Evitate
di dare dispiaceri ai vostri simili, ma al contrario vedete di
procurare loro ogni gioia che potete.(Proverbio
Sioux)
Domanda:
Dott. Laurenzano, il
Ministro Alfano, ha assicurato spiengando che Sabato parte Triton, ha
detto, nel "frattempo, che con la chiusura di Mare Nostrum, ci
sarà una fase di accompagnamento che durerà due mesi e che costerà
all'Italia un terzo di quanto costava Mare nostrum". "Con
Triton, l'Italia spenderà zero euro", ha assicurato ancora
il Ministro, spiegando che l'operazione europea "costerà 3
milioni di euro al mese, forse poco più e sarà finanziata con fondi
europei. L'Italia per Mare Nostrum ha speso 9 milioni e oltre, al
mese invece più di 110 milioni in quest' anno". Pattugliamento
dei confini marittimi dell’Ue per l’emergenza migranti –
Migrazione e legalità. Senza contare, nelle spese il pattugliamento
dei confini dell'Ue pe l'emergenza....Migrazione e legalità? Ci
chiarisca le idee, dott. Laurenzano, con la Sua lungimiranza e
competenza. Il pezzo sarà pubblicato ul blog
international:www.legestadellacavalleria.blogspot.com
Risposta:
Orbene, Dott. Vitale.
Secondo le mie competenze cercherò di essere quanto più esaustivo:
LA NUOVA MISSIONE EUROPEA
NEL MEDITERRANEO COSI DETTA:TRITON
A un anno dalla tragedia
di Lampedusa dove persero la vita 366 persone, il 1° novembre ha
preso il via la nuova missione europea nel Mediterraneo: “Triton”.
E’ il risultato dell’accordo tra l’Italia e Frontex, l’agenzia
europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere
esterne, con sede in Polonia.
Si è aperto così un
nuovo capitolo per fronteggiare sul piano umanitario le conseguenze
drammatiche dell’instabilità politica e dei sanguinosi conflitti
civili in Africa: i viaggi della speranza sulle carrette del mare di
tanti disperati in fuga dalla violenza e dalla fame verso una vita
degna di essere vissuta. E’ la (tardiva!) risposta dell’Europa
all’operazione italiana “Mare nostrum” che, in dodici mesi, è
riuscita a trarre in salvo circa 100 mila persone e ad arrestare più
di 500 scafisti.
L’operazione Triton, è
stato chiarito a Bruxelles, deludendo le aspettative del governo
italiano, non è propriamente un’operazione di soccorso e non
sostituirà gli sforzi italiani di Mare Nostrum che ha cessato ogni
attività il 31 ottobre. Presidierà le frontiere europee nel
Mediterraneo, “area Schengen”, con operatività decisamente
ridotta rispetto a “Mare nostrum” la cui azione di intervento e
di soccorso si spingeva sino a ridosso delle coste libiche.
Nonostante i limiti e le incertezze, “Triton” è un segnale
importante, se rapportato alle lentezze e alle carenze della politica
europea in materia di immigrazione e asilo. E’ importante che la
legislazione comunitaria in materia diventi la cornice di supporto
all’operazione. Da questo punto di vista, il rispetto degli Accordi
di Dublino, mirati a individuare rapidamente lo Stato membro
competente per l’esame della domanda d’asilo, potrebbe
rappresentare il primo importante contributo per un’azione
efficace. E’ però auspicabile arrivare a una responsabilità
condivisa: oggi ci sono sei Paesi che accolgono il 75% dei rifugiati
(Germania, Francia, Svezia, Gran Bretagna, Italia e Belgio).
Il decollo
dell’operazione non è stato facile, con un budget mensile stimato
pari a 2,9 milioni di euro per tutto il 2014, a fronte dei 9,5
milioni spesi dall’Italia con Mare nostrum. Otto i Paesi in campo
con fornitura di equipaggiamento tecnico e personale: Finlandia,
Germania, Spagna, Portogallo, Islanda, Olanda, Francia e Malta.
Obiettivo: risolvere il problema migratorio nel Mediterraneo. Un
problema che presenta inquietanti risvolti correlati alla legalità
e cioè alla immigrazione irregolare. Il tema della sicurezza è da
tempo nell’occhio del ciclone con controlli non sempre efficaci.
Dell’immigrato si perde spesso ogni traccia. Cresce nell’opinione
pubblica europea l’intolleranza verso flussi migratori privi di
una necessaria regolamentazione in entrata, tale da rafforzare la
lotta alla clandestinità e ai mercanti di morte che alimentano
questo mercato. Secondo Europol, sono in aumento i clandestini che
girano indisturbati per il territorio dell’Unione e che, in assenza
di condizioni di vita accettabili, finiscono nella rete della
malavita con tutti i fenomeni a essa collegati: microcriminalità,
sfruttamento e prostituzione, traffico di armi e droga.
Per neutralizzare gli
effetti di una immigrazione selvaggia, si attende da anni un
intervento legislativo a livello comunitario per assicurare canali
più sicuri e legali per l’accesso dei rifugiati alla protezione.
Una risposta umanitaria da conciliarsi con la sicurezza
internazionale, il quadro economico-occupazionale e i valori storici
dell’Unione europea. Arriverà con il semestre dell’UE a guida
italiana?
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