Dott. Pietro
VITALE, historique-médiéval
Jurnalist-ècrivain
Directeur de bolg internationale
“Oggi tutto non basta più”. (Marcello
Marchesi)
Appunti di Alchimia Spirituale
0150322- Gioia – Salute – Prosperità
© Michele Leone Immagine presa dalla
rete.
Quando rileggiamo i Maestri
del passato, quando incontriamo qualcuno con lo sguardo sereno e semplicità
indica la Via (consapevolmente o meno), quando incrociamo lo sguardo stupito di
bambino, capiamo che il lavoro da fare è tanto e la nostra presunzione di
conoscenza è un atto di “arroganza”. Si fa strada la consapevolezza
dell’ignoranza. Questa consapevolezza non deve indurre tristezza, ma gioia. E’
solo in questo momento che l’ardore del sacro fuoco che non brucia ritorna ad
essere vivo e la voglia di lavorare con maggiore assiduità ed intensità si fa
più viva che mai. Il lavoro, come il viaggio è infinito e pieno di soste e
luoghi meravigliosi e spaventosi da visitare, nei quali sostare per diventare
cittadini di molte esperienze. La fatica ed il sudore sono una delle condizioni
minime per avere una giusta paga ognuno per il suo. Non si penetrerà mai sino
in fondo il mistero dei misteri se non si è disposi a lottare per esso, se non
si è disposti ad amare di un amore incondizionati che tutto può prendere, ma
tutto può dare in una misura maggiore di quanto si è dato. Il momento della
paga e della soddisfazione non è determinato né certo, ma il viaggiatore, pur
avendo tra i suoi scopi la meta, ha come primaria necessità vitale quella di
camminare la Via. La quiete è per pochi, i molti devono convivere con
l’inquietudine. Essere operari all’interno di un Atanor vivente e spesso
perdersi e ritrovarsi. La putrefazione come le fasi dell’opera non è detto che
avvengano una volta per tutte, ma il lavoro può prevedere molteplici tentativi
e diversi inizi. Fucina di Fabbro, Laboratorio Alchemico, Cantiere di Muratori
e Carpentieri e molto altro ancora si dovrà visitare, ogni volta chiedere di
poter essere ammesso come l’ultimo degli apprendisti. Non è quanto si è fatto,
l’eventuale grado raggiunto, la manifestazione di segni che per alcuni poco
contano, ma la capacità di rifarsi “profani” di essere l’ultimo arrivato che
tutto ha ancora da apprendere, il vedere e rivedere ogni giorno con occhi nuovi
il modo uno dei misteri della Maestria. Il maestro non è tale solo per ciò che
sa, il Maestro è!
Essere non l’erudito conoscitore di poliedriche nozioni, essere colui che vive
ed esperisce nella molteplicità degli stadi e stati del suo proprio essere
infiniti cicli vitali. Esperire la disperazione del fallimento e sulla cenere
della propria anima soffiare e ravvivare la sacra fiamma, il soffio di quel
pneuma che tutto può. Che era all’origine del manifesto e del non manifesto, e
nell’istante che dura meno di un istante essere la VIBRAZIONE
da cui tutto è iniziato e a cui tutto inevitabilmente deve tornare dopo
le sofferenze dei cicli. L’universo è semplice come sono semplici le sue leggi,
la complessità nasce dall’essersi allontanati da quanto era e dovrebbe essere.
Molteplici i vizi ed i peccati, ognuno ne ha per se e ne inventa di nuovi; per
questo bisogna scavare oscure profonde prigioni in cui “catturare” e non
uccidere una parte di se. È come per un principio della fisica: “ogni corpo
immerso parzialmente o completamente in un liquido riceve una spinta verticale
dal basso verso l'alto, uguale per intensità al peso del fluido che occupa nel
volume spostato”, lo stesso è necessario fare con il proprio spirito.
Immergersi e risalire, rettificare, essere l’ombra e la luce nelle loro forme
più compiute, alla fine è semplicemente questo quanto hanno fatto e fanno i
Maestri sulla via.
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