Ordini Cavallereschi Crucesignati

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venerdì 4 gennaio 2008

Dicono che: "I Prof. ne sanno meno degli allievi..."

di Angelo Scialpi

“I prof ne sanno meno degli allievi”, dicono, visto che, dal questionario OCSE, si evince che soltanto il 36% sa perché la pasta lievita. Di qualche giorno fa la notizia secondo la quale gli studenti non sanno il perché della notte e del giorno.
Ci sarebbero tante altre cose che né gli uni, né gli altri conoscono! Specialmente se andiamo a considerare le innovazioni scientifiche e tecnologiche, ma anche legislative, che quotidianamente vengono ad aggiungersi al vivere moderno. In tante altre categorie molti non sono in grado di svolgere le proprie mansioni adeguatamente, non riescono a collegarsi con gli altri, non si applicano con quella attenzione tipica dell’agire per responsabilità e con razionalità, forse perché non adeguatamente formati alle esigenze moderne. In un ufficio, spesso, ognuno sa a modo suo e agisce, più o meno, a modo suo, ma pochissimi hanno la visione generale della utilità di ogni singola operazione compiuta. Se chiedi una informazione capita spesso di doversi rivolgere a più persone della stessa categoria per comprendere il giusto comportamento. Il decentramento della pubblica amministrazione custodisce l’obiettivo prezioso di avvicinare lo stato al cittadino, ma molto spesso è condizionato delle competenze individuali.
Mi piace allungare lo sguardo oltre e verificare come la formazione e la istruzione altro non sono che la opportunità di poter fruire della utilità di qualcuno che ama vivere in modo consapevole e dispone della parte migliore di se, cioè della propria ragione.
I media affermano che per i prof il risultato è nella scarsa preparazione degli allievi; per i medici nella malasanità; per gli amministratori locali nella appartenenza e non nella competenza; per i politici nei bisogni e nei privilegi eccessivi; per i teleoperatori nello share e nella spettacolarità del prodotto, a prescindere dal pudore, dalla lingua, dai costumi e da tanto altro; per gli industriali, i bancari e gli assicuratori l’obiettivo è esclusivamente nel guadagno, senza tener conto dei salari e sfruttando, l’ormai generalizzato made in Cina. Forse molte cose potrebbero migliorare se si considerasse l’equità dei salari, ma anche l’attribuzione dei mezzi necessari per svolgere adeguatamente il ruolo sociale che necessita per un miglioramento generalizzato. Oggi tutti sono utili e necessari, grazie alla complessità dei concetti che investe ogni settore con la stessa scientificità.
Io non so se sia giusto mettere alla gogna singole categorie (sembrano quasi tutte in difficoltà, tranne gli apparati forti) quando l’agire epistemico, molto necessario nei tempi moderni, è del tutto scomparso e per cui si preferiscono le corsie uniche preferenziali.
Per fortuna qualcuno si è accorto dei salari, sufficienti per acquistare il made in Cina, ma ormai insufficienti per pagare i diritti imposti, i servizi e i tanti imprevisti che non risparmiano nessuno.
La questione mi tocca non poco, non perché sono un prof., (cosa di cui ne sono fiero) ma perché mi vado chiedendo da tempo il perché del declino dei saperi della collettività, in genere, e degli studenti in particolare, visto che al liceo si arriva senza adeguati saperi, alla università pure, al posto di lavoro pure. Mancano i controlli, le verifiche? Se mancano chi li fa o chi li potrebbe fare? Un bravo giovane (e ce ne sono, anche se sono insufficienti al giorno d’oggi) afferma che per essere giudicati occorre una scelta di persone tra simili. Questo, purtroppo, non sempre accade, anzi si preferisce, in molti casi, la mediocrità che è meglio gestibile.
Persino in riunioni di persone di un rango superiore avviene che, oltre i convenevoli, domina il silenzio e il compiacimento della appartenenza. Nessuno che osa esprimere una idea, un suggerimento, un concetto. Come nessuno osa esprimere un commento costruttivo sull’andamento generale delle cose, responsabilmente. Che cosa significa tutto questo?
Credo che ci sia bisogno di una presa di coscienza generale che parta dalla consapevolezza del rispetto della persona, ponendola nelle condizioni sostenibili di essere e di esistere nel proprio ambiente ordinato e strutturato. La questione è globale e investe certamente molti strati sociali e molti settori della vita pubblica. Ma questo non è una giustificazione, semmai un aggravante. La Campania alle prese con la spazzatura, mentre (notizia dell’ultima ora) i parlamentari si aumentano lo stipendio di € 200, nonostante le denunce e i buoni propositi; gli statali aspettano gli arretrati (tra cui i prof) e fuori fa freddo, molto freddo!
Seneca diceva: "Vivit is qui multis usui est, vivit is qui se utitur" (vive colui che é di utilità a molti, vive colui che può usare se stesso).

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