Ordini Cavallereschi Crucesignati

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venerdì 14 marzo 2008

GLI ANABATTISTI NEL TRIVENETO

L’inquisizione in Italia
Per voler vivere secondo gli insegnamenti biblici, quanti Italiani tra i perseguitati…!

Sicuramente molti di voi avranno sentito parlare degli Amish, alcuni anche dei Mennoniti, forse non tutti degli Hutteriti (o Società dei Fratelli). In comune hanno che sono persone dalla fervente religiosità, che vivonom in comunità molto chiuse e semplici, che rinnegano in vari livelli il progresso e il contatto con il mondo esterno, e che sono presenti principalmente in America Settentrionale, tra gli Stati Uniti e il Canadà, ma anche in america latina.
Ben pochi sanno però che queste fedi, giudicati da molti ana-cronistiche e un po’ naif, hanno in comune un’altra cosa importante: le radici.

Tutte queste comunità e fedi religiose derivano a vario titolo dagli Anabattisti del XVI secolo.
Nel periodo della Riforma protestante moltissime persone sincere si erano rese conto degli eccessi del clero cattolico e della falsità di molte dottrine, ma c’era molto disaccordo su come bisognava procedere per sensibilizzare il mondo su queste verità, e inoltre non tutti concordano sugli insegnamenti biblici da seguire.

Ecco perché fiorirono una serie di movimenti diversi, tra cui gli Anabattisti, che si distinguevano per il loro zelo nel predicare, la loro sincerità nella lettura della Bibbia e il loro desiderio di vivere insieme in comunità appartate dove professare liberamente la loro dottrina. Tra le altre cose gli Anabattisti rifiutavano di abbracciare le armi, si tenevano separati dal mondo e scomunicavano i peccatori. Studiavano diligentemente la Bibbia e si attenevano in altre norme morali.

Ciò che distingueva nettamente la loro fede da altre confessioni, e che diede loro il nome, era la convinzione che il battesimo fosse per gli adulti e non per i bambini. Considerato che Gesù si battezzo a quasi 30 anni, e che numerosi passi delle Sacre Scritture insegnavano che il battezzando deve capire l’importanza del passo che compie e deve aver già dato prova di essere un discepolo, c’è chiedersi come mai a tale intendimento non ci siano arrivati anche i cattolici.

A partire soprattutto da 1520 si formarono numerose comunità anabattiste un po’ per tutta l’Europa continentale, dapprima in Svizzera, poi in Moravia (ora Repubblica Ceca), nei Paesi Bassi, in Germania e Austria. Sin dai primi momenti, anche in Italia erano presenti molti anabattisti, soprattutto tra le montagne trentine e venete, anche se non si hanno riscontri se vi fossero vere e proprie comunità.

La differenza sostanziale con i loro correligionari d’oltralpe stava nel fatto che qui non godevano dell’aiuto, del sostegno, o perlomeno della tolleranza dei principi o dei governanti locali, anzi. Furono aspramente perseguitati sin dal nascere del loro movimento e, nella seconda metà del sedicesimo secolo, furono oggetto delle turpi attenzioni del parossismo inquisitorio cattolico.

Gli Anabattisti alla fine furono perseguitati un po’ ovunque, e quanto anche i luterani iniziarono a osteggiarli più o meno ferocemente, le loro comunità furono tutte oggetto di aspra repressione. Molte comunità furono presto cancellate, alcune pressocchè pacificamente, altre con la forza. Già nel 1535 Muenster, forse la comunità più grande, dopo un lungo assedio era stata messa a ferro e fuoco con un atroce costo di vite umane.

Altrove, come in Olanda (dove l’anabattista Menno Simmons diede origine ai Memmoniti) e in Moravia, godette di più tolleranza e durarono un po’ di più. Tuttavia, entro il diciassettesimo secolo, erano del tutto sparite dall’Europa. Pochi sparuti gruppi di temerari provarono a stabilirsi oltreoceano, dove trovarono finalmente un po’ di pace. Tornado in Italia, tra gli esponenti maggiori del movimento c’erano l’altoatesino Jacob Hutter, che fondò poi gli hutteriti, Giulio Gherlandi, lanternaio nato in provincia di Treviso nel 1520, il sarto Francesco della Sega, detto Fraosto, nato a Rovigo nel 1528, il prestigioso medico Niccolò Buccella di Padova (forse coetaneo dei primi due), Antonio Pizzetto, modesto proprietario terriero nato a Vicenza negli anni ’50 del XVI secolo, e molti altri, tra cui Giovanni Paolo Alciati della Motta, Giovanni Berardino Bonifacio, marchese d’Oria, e Fausto Sozzini. Tutti erano noti per il loro zelo e la loro predicazione e tutti invariabilmente furono aspramente perseguitati. I pochi che sfuggirono perché rimasti in esilio all’estero.
In particolare il Gherlandi, il Della Sega ed il Pizzetto furono tutti e tre arrestati, bestialmente torturati e, dopo un processo farsa, condannati alla pena capitale per annegamento, sentenza eseguita nel canale dell’Orfano (nella laguna veneta). Nel 1562 il primo, a soli 42 anni. Tre anni dopo gli altri due. E’ vero, gli Amish, i Mennoniti e gli Hutteriti forse sono un po’ fuori dal tempo, e forse col passar dei secoli le loro dottrine si sono un po’ allontanate dalle verita delle Sacre Scritture. Ma la prossima volta che ne sentirete parlare, pensate alla loro sincerità, a quanto questa gli sia costata in passato, e al fatto che forse nelle loro vene scorre anche
un po’ di sangue italiano.

2 commenti:

Anabattista ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anabattista ha detto...
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