Ordini Cavallereschi Crucesignati

Questo sito è a disposizione di tutti coloro che intendono inviare i loro pezzi, che dovranno essere firmati, articoli sulle gesta della Cavalleria Antica e Moderna, articoli di interesse Sociale, di Medicina,di Religione e delle Forze Armate in generale. Il sottoscritto si riserva il diritto di non pubblicare sul Blog quanto contrario alla morale ed al buon gusto. La collaborazione dei lettori è cosa gradita ed avviene a titolo volontario e gratuito, per entrambi.

venerdì 14 marzo 2008

NEGARE LE DOTTRINE CATTOLICHE GLI COSTO' LA VITA.

FANINO FANINI

"con noi o senza di noi verrà l’alba, poi il tramonto ed ancora l’alba, e sarà sempre uno spettacolo magnifico” (proverbio orientale)

Negare le dottrine cattoliche gli costò la vita.
Doveva conoscere bene il verso del Vangelo che dice "L'uomo non deve vivere di solo pane" (Luca IV,4), lui fornaio da una famiglia di fornai da generazioni. E si impegnò parecchio nella sua breve vita per metterlo in pratica.­

Si dice che avesse una tale) conoscenza biblica da poterne citare versetti diffusamente a memoria e nei suoi numerosissimi scritti, solo pochi nei quali pervenuti fino a noi, un biografo dice: "Quanto a questo suo modo di comportare spiegava la carta, e da un lato scriveva, dall'altro nota­va luoghi della Scrittura, e, spesso sono più i luoghi notati nel margine che non le sue parole. Faceva piuttosto miracolosamente che altrimen­ti, perocché mostrava di avere ogni cosa nella memoria e non giungere parola insieme che fosse in due o tre luoghi o dell 'uno' o , altro Testamento".

Non solo. Al suo processo dei testimoni d'accusa­ dovettero riconoscere la sua erudizione, dato gli attribuirono il possesso e la conoscenza di “molti libri contagiosi». Dato che fu proces­sato due volte per la sua instancabile predicazione, e che pare sia riuscito a converti­re oltre che numerosi suoi compaesani persino alcune monache di un vicino convento di clausura, viene da chiedersi dove trovasse il tem­po di lavorare e badare alla sua famiglia di mogli­e due figli, il giovane Fanino (o Fannio) Fanini Faenza (RA).

Nato da famiglia agiata intorno al 1520 da padre fornaio con bottega avviata e madre nobile, quan­do il padre morì nel 1546, pur avendo un fratello la sorella, oltre all'attività paterna ereditò quasi tutti i possedimenti di famiglia. Sposò nel 1542 Barbara Baroncini, anch' essa di famiglia benestante, ed ebbe due figli, Gian Battista e Giulia (entrambe deceduti prematuramente dopo morte del padre rispettivamente a 18 e 30 anni).

Venuto a contatto in giovane età con scritti e predicatori calvinisti, lui che conosceva così bene la Bibbia e che aveva già notato le enormi incongruenze degli insegnamenti cattolici ver­so gli scritti sacri, non tardò ad abbracciarne la fede, convinto che fossero più vicini alla verità di altri, soprattutto del clero cattolico.

Quasi subito, divorato da sacro zelo, iniziò a render­ne partecipi altri senza le dovute cautele. Insegnava in modo enfatico con prediche semplici, ma efficaci.
Alcune delle sue idee riguardavano la negazione dei sacramenti come quelli dell’eucarestia e dell’ordinazione (“…non fu mai altro sacerdote che Cristo…”), della messa e dell’intercessione dei santi, della recita del rosario e della pratica del digiuno, tutte dottrine non fondate sulle Sacre Scritture.

Arrestato a 27 anni per eresia fu graziato dalla pena di morte ma condannato all’esilio dallo Stato Pontificio. Per nulla intimorito si mise predicare per tutta la Romagna e in particolare a Lugo, Imola e Bagnacavallo.

Proprio in quest’ultima cittadina del Ravannate fu arrestato di nuovo nel 1549 dai soldati del Duca Ercole II D’Este per ordine dell’inquisizione e dopo una breve detenzione nel castello di Lugo, tradotto a Ferrara, sottoposta ad un breve processo farsa, condannato a morte, fu ucciso il 25 settembre di quell’anno per impiccagione e rogo.

A nulla valsero le numerose intercessioni di politici, ecclesistici, nobildonne e cavalieri, tra cui Camillo Orsini, persino della stessa moglie del duca

Come a nulla valse un tenta­tivo in extremis della moglie e dei figli piccoli di convincerlo ad abiurare.

Ercole II d'Este, nonostante fosse geloso della sua autonomia giudiziaria, e mal sopportasse le pressioni pontificie, alla fine dovette cede­re alle veementi minacce, ai ricatti, e alla paventata incriminazione di sua moglie stessa, Renata d'Este, sospettata (e non senza ragione) di simpatie calviniste.

Alla fine il famigerato inquisitore cardinal Carafa, che sarebbe poi divenuto papa Paolo IV, e 18 mesi dopo la condanna dell’”eretico” ottenne l’esecuzione della pena.

Così, per volere di "Santa" Romana Chiesa, il 22 agosto 1550 nel Castello degli Estensi di Ferrara, Fanino Fanini da Faenza fu prima impiccato e poi arso a soli 30 anni. Il suo delitto? Aver predicato che le dottrine cattoliche non erano basate sulla Bibbia. Morì invano? A giudicare da quanti dopo di lui lo hanno imitato e hanno lasciato la Chiesa Cattolica perché, come lui, si sono interessati più delle verità bibliche che delle tradizioni clericali, direi proprio di no. Tratto da il*"Palazzuolo" Bisceglie.

Nessun commento: