Ordini Cavallereschi Crucesignati

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sabato 11 ottobre 2008

IL FONDATORE DELL'ORDINE DEL TEMPIO ERA VERAMENTE LUCANO

di Vito Ricci
Il sigillo dell'Ordine del Tempio
I Templari, argomento sempre di gran fascino e moda, sono oramai arrivati dappertutto, persino sulle pagine di un giornale economico-finanziario. È infatti del 30 agosto un articolo apparso sul prestigioso quotidiano “Il Sole 24ore”, nelle pagine dell’inserto “Il Sole 24ore Sud”. L’articolo in questione ha per titolo “Il fondatore dei Templari? Era un lucano” (clicca qui per scaricare l'articolo in formato PDF) e presenta una scoperta d’archivio da parte dello storico (così viene presentato dall’articolista, devo dedurre che si tratti di un docente universitario di Storia medievale) Mario Moiraghi il quale, nel suo libro “L’italiano che fondò i Templari. Hugo de Paganis, cavaliere di Campania”, Ancora, 2005, disquisisce di una nuova tesi secondo la quale il fondatore dell’ordine del Tempio non sarebbe, come ritenuto dalla storiografia ufficiale, il francese Hugues de Payns (o Payens) cavaliere dello Champagne, ma un italiano, un lucano di Forenza in provincia di Potenza, figlio dei signori di quella città Pagano e Emma de Paganis, nobili salernitani trasferiti in Lucania. L’autore inoltre sostiene anche che l’ordine templare non fu fondato nel 1118, come si è sempre ritenuto da parte dei medievisti, ma qualche anno dopo il 1100 come sarebbe testimoniato da una lettera del 1103 inviata da Hugo de Paganis a suo zio Leonardo Amarelli di Rossano Calabro per comunicargli la morte del proprio figlio Alessandro avvenuta in Terra Santa. Partendo da questo recente articolo ho fatto delle ricerche e su Internet ho trovato un’intervista del 2004 allo “storico” Moiraghi che può essere consultata al seguente indirizzo: www.tonyassante.com/renzoallegri/templari/indice.htm. Ebbene da tale intervista apprendiamo in primo luogo che Moiraghi non è un medievista, un docente universitario di Storia medievale, come sembra essere presentato dall’articolo de “Il Sole 24ore Sud”, ma un architetto, si tratta quindi di un semplice appassionato di Medioevo. Dalla lettera del 1103 scritta da Hugo de Paganis (la volgarizzazione in italiano dal latino fatta redigere dalle famiglia Amarelli può essere consultata a questo indirizzo Internet: www.esoteria.org/documenti/misteri/renneslechateau/templari.htm) Moiraghi deduce che Hugo e suo cugino Alessandro erano membri dei Templari, ordine già operativo alla stesura della lettera. In base a che cosa Moiraghi fa tale deduzione? Al semplice fatto del racconto che Hugo e Alessandro si siano recati dal re di Gerusalemme Baldovino I a porgergli le condoglianze per la morte del fratello Goffredo di Buglione? Dal tenore del testo non emerge in alcun modo l’esistenza di un’organizzazione di cavalieri, questa è una considerazione del Moiraghi, probabilmente rifacendosi alla notizia storicamente appurata dei nove cavalieri che fondarono l’embrione dell’Ordine templare nel 1118. Moiraghi sostiene di aver preso visione della lettera, di averne constatato l’autenticità, di averla fotografata. Inoltre afferma anche di una segnalazione da parte di una professoressa inglese dell’esistenza di un monaco del 1100 chiamato Simone di Saint Bertin che aveva scritto di Hugo de Paganis, fondatore di un ordine cavalleresco per la difesa della Terra Santa. “Si tratterebbe di documenti nuovi e inconfutabili”, asserisce Moiraghi nell’intervista. L’appropriazione da parte dei francesi dell’origine dell’Ordine templare sarebbe dovuta alla falsificazione dei testi del cronista Guglielmo di Tiro procurata dai transalpini a seguito della versione delle cronache dal latino al francese, in questo modo Hugo de Paganis di Guglielmo di Tiro divenne Hugues de Payns cavaliere dello Champagne. Secondo Moiraghi Hugo de Paganis sarebbe sepolto nella chiesa di Giacomo a Ferrara, notizia riportata in un documento del 1621 di Marco Antonio Guerini dove è scritto a chiare lettere che Hugo de Paganis “diede principio all’Ordine dei Templari” (www.templars.it/ugodepaganiL.html). La questione è troppo delicata e con i Templari, l’ho capito con la mia esperienza, occorre andare molto cauti, con i piedi di piombo, prima di fare un’affermazione, anche quando sembra essere avallata da ineccepibili documenti. Vorrei svolgere qualche considerazione su tale questione da semplice appassionato di storia medievale. Mi sono occupato delle vicende dei Templari in Puglia, ricerca pubblicata dal sito “Storiamedievale.net” diretto dal prof. Raffaele Licinio, medievista dell’Università di Bari e direttore del Centro Studi Normanno Svevi. In autunno tali ricerche dovrebbero essere pubblicata in forma cartacea.A parte i dubbi già espressi in merito alla data di fondazione dei Templari antecedente di una quindicina d’anni quella convenzionalmente accettata dalla scienza medievistica, devo sottolineare che la tesi di Moiraghi nel ritenere il fondatore dei Templari italiano non è affatto nuova. Già nel XVII secolo degli studiosi l’avevano esposta. Dal libro di Paolo Lopane “I Templari. Storia e leggenda.”, 2004 a pagina 15 apprendiamo che nel 1610 lo storico Filiberto Campanile sosteneva che Hugo era nato a Nocera dei Pagani in Campania e discendeva da un tale Albertino di Bretagna, mentre nel 1651 Pietro Maria Campi affermava che Hugo fosse nativo di Piacenza. In tempi più a noi vicini a sostenere l’origine italiana è stato Domenico Rotundo, anch’egli semplice appassionato di Storia medievale, nel libro del 1983 “Templari, misteri e cattedrali”. Tale autore sembra indulgere molto all’esoterismo neo-templarista. Oltre alla lettera del 1103 scritta da Hugo allo zio, Rotundo, riprendendo Filiberto Campanile, afferma che un discendente di Hugo, un certo Tommaso dei Pagani, della signoria di Forenza in Basilicata, fu signore di Casalvieri in Ciociaria e che suo fratello Giovanni nel 1239 era signore di Atina, Santopadre, e San Giovanni Incarico. Nell’Archivio Capitolare di Veroli Rotundo trovò un documento ove è scritto che i Pagani ciociari (in particolare Giovanni) erano Templari e titolari della chiesa di San Egidio di Ceprano data in affitto ai Templari dal Capitolo di Veroli. Quindi, secondo Rotundo, i discendenti di Hugo erano templari e di conseguenza e a maggior ragione avrebbe dovuto esserlo lo stesso Hugo.Insomma la teoria di Moiraghi non è poi tanto nuova. Devo mettere in evidenza come sia Moiraghi che Rotundo non sono degli storici di professione, non hanno esaminato i documenti alla luce della filologia e delle altre scienze storiche. Mi chiedo come mai i medievisti italiani, i ricercatori universitari intendo, non si siano mai occupati di tale vicenda vista la mole di documenti esistenti in merito, il fascino indubbio della materia e la possibilità di fama e prestigio che deriverebbe da una ricerca che potenzialmente potrebbe sconvolgere la storia della fondazione dell’ordine dei Templari, lasciandola sempre a ricercatori “dilettanti”. Vorrei conoscere in merito l’opinione di uno studioso autorevole come il prof. Franco Cardini che di Templari e Crociate si è occupato nell’attività universitaria. Inoltre l’origine italiana è sempre stata minoritaria e la si ritrova sovente quasi esclusivamente in siti neo-templaristi ed esoterici (www.cavalieritemplari.it/ugodepagani.html).Ad essere rigorosi, in questa delicata vicenda i dubbi sono molto più numerosi delle certezze, e in tal senso e alla cautela sembra protendere Simonetta Cerrini, medievista dell’Università della Sorbona di Parigi, come riportato nell’articolo “Il Sole 24ore Sud”. Probabilmente Hugo de Paganis esistette realmente, fu crociato in Terra Santa, ma, secondo me, non lo si può identificare con il fondatore dei Templari. Un atto del conte di Champagne del 1100 reca la firma di Hugues de Payns e questi sarebbe morto nel 1136 in Terra Santa o a Reims come riportato da un documento dell’epoca nell’anagrafe mortuaria di quella città. E poi i cavalieri che dettero origine al nucleo primigenio dei Templari sembrano essere dal nome tutti francesi, come mai il loro capo era un italiano? Una straordinaria coincidenza tra due cavalieri crociati dal nome simile? Hugo de Paganis sarebbe il nome latinizzato di Hugues de Payns, o Hugues de Payns sarebbe il nome francesizzato del lucano Hugo de Paganis? O sono verosimilmente due persone distinte? La questione resta aperta, ma l’origine italiana appare poco probabile. Sarebbero auspicabili ricerche da parte di storici medievali di mestiere per chiarire definitivamente, ammesso che si possa dire definitivamente, l’origine del fondatore dei Templari.Nell’articolo “Il fondatore dei Templari? Era un lucano” Francesco Lambo, assessore alla Cultura del Comune di Forenza, è inorgoglito da fatto che il suo paese avrebbe dato in base alle ricerche di Moiraghi (presumibilmente aggiungo io) i natali al fondatore dell’Ordine del Tempio e sostiene di volersi impegnare “per avere nel nostro borgo una ‘presenza Templare’ esclusiva, certificata dagli storici, in modo da incrementare pure i flussi turistici”. Bisognerebbe ricordare all’assessore Lambo che a Forenza i Templari ci furono veramente ed è documentato che ebbero la chiesa di S. Martino dei Poveri, sita extra moenia, con case, un forno, un mulino, vigneti e terreni, indipendentemente da Hugo de Paganis.Breve nota a margine e una dovuta precisazione. Accanto all’articolo citato ve n’è un altro dal titolo “La sede operativa era in Puglia” ove si asserisce che la domus templare a Bari era la chiesa di San Clemente. Si tratta di un errore grossolano, come dimostrerò nel mio libro sui Templari in Puglia, ampliamente commesso dagli studiosi che in passato hanno confuso i Templari con un altro ordine, i canonici del Tempio del Signore, “Templum Domini” in latino, solo per la similitudine dei nomi ma completamente distinti.

Vito Ricci
Nasce a Bari-Palese nel 1971; laureato in Scienze statistiche ed economiche con lode, attualmente è impiegato presso presso l'Università di Bari; dal 1998 al febbraio 2005 ha lavorato a Roma in un'azienda municipalizzata. Appassionato di Storia in generale e particolarmente di quella medievale, soprattutto in relazione alla Puglia e alla Terra di Bari. Autore di ricerche sulla storia e i monumenti di Palese pubblicate su periodici locali e su portali Internet, è collaboratore di “Modugno.it”.
Ha pubblicato il volume Una comunità in cammino verso un futuro glorioso. Cento anni della parrocchia 'San Michele Arcangelo' di Palese, a cura di Vincenzo Auciello, Saverio Di Liso e Vito Ricci, settembre 2003. Tra i suoi articoli di interesse storico: Palese: testimonianze perdute della Preistoria, in «Peter Pan», novembre-dicembre 2001; Un'antica terra di ulivi, in «Il Tarlo», marzo 2004; Il Titolo tra Palese e Santo Spirito, in «Città dell’Uomo», aprile 2004; Le Torri della costa barese, in «Città dell’Uomo», maggio 2004; La chiesa rurale dell’Annunziata, pubblicato sui portali: Modugno.it, Bitonto.org, Bitonto.biz; I saraceni e la Puglia del secolo decimo e Quando Bari era un emirato musulmano, pubblicati su “Modugno.it”.
Collabora con il portale StoriaMedievale.net dove cura la sezione Medioevo Templare e si occupa di recensioni di libri.
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