Questo sito è a disposizione di tutti coloro che intendono inviare i loro pezzi, che dovranno essere firmati, articoli sulle gesta della Cavalleria Antica e Moderna, articoli di interesse Sociale, di Medicina,di Religione e delle Forze Armate in generale. Il sottoscritto si riserva il diritto di non pubblicare sul Blog quanto contrario alla morale ed al buon gusto. La collaborazione dei lettori è cosa gradita ed avviene a titolo volontario e gratuito, per entrambi.
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lunedì 12 gennaio 2009
LE COSTITUZIONI DI JAMES ANDERSON
Si legge nel titolo delle costituzioni di Anderson che “Un muratore è tenuto per la sua condizione a obbedire alla legge morale; e se intende rettamente l’Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso”.
Se uno dei primi doveri di un libero muratore è quello di “obbedire alla legge morale”, e molti altri riferimenti alla morale sono contenuti nella Carte Costitutive del S.O.M.I., così come in quelle di tante altre obbedienze Massoniche, appare evidente che il massone, in quanto tale, si impegna ad attenersi ad una condotta basata sulla distinzione consapevole tra il bene ed il male, e che deriva da un determinato sistema di valori morali. Nella nostra tradizione culturale i termini Etica e Morale sono spesso ritenuti sinonimi.
Già le origini etimologiche delle due parole si prestano a questo malinteso: infatti, Etica deriva dal termine greco ethos (costume, comportamento) ed equivale al latino mos (plurale mores), da cui Morale. Verso la fine del ‘700, con Hegel (1770-1831) viene introdotta una distinzione tra Etica e Morale: per Moralità Hegel intende una sfera di leggi universali che sono presenti nell’uomo indipendentemente dalle condizioni storiche, sociali e culturali degli uomini.
La moralità è dunque universale e formale, priva di contenuto, nel senso che le leggi morali si possono applicare a qualsiasi contesto storico e culturale, poiché si limitano ad orientare l’azione, non a suggerirla. Il luogo della Morale è il rapporto tra individuo e società: l’uomo non vive e non agisce da solo e per sé soltanto, ma sempre in relazione al contesto socio-culturale in cui esplica la sua azione.
Se la Moralità pretende di essere universale, necessaria, assoluta, e può essere definita come il sistema delle regole che l’uomo segue nella sua vita tanto personale quanto sociale, l’Eticità è invece un sistema di norme inserite in un contesto, quindi storiche e finite, e rappresentano qualcosa di più esterno, che implica un comportamento contestualizzato nella collettività.
Assodata l’importanza dell’etica per il Massone, sembra inevitabile porsi dei quesiti al riguardo: a quale sistema morale si fa riferimento? Esiste un sistema di regole etiche massoniche? O si tratta piuttosto di regole che fanno riferimento ai sistemi morali già esistenti, magari cercandone il minimo comune denominatore?
Un aspetto di particolare interesse è costituito dalla valenza che l’Eticità assume, oltre che nella vita profana, soprattutto nella essenza Massonica. Per essere più precisi, prima d’essere Massone, il profano è un elemento della società di cui è parte integrante, e la Massoneria si riconosce come parte integrante della società nella quale opera attraverso le proprie Logge.
Nella concezione profana dell’Etica le scelte morale sono analizzate, o valutate, dall’esterno, implicando spesso un giudizio o un condizionamento sulle scelte altrui. A differenza di questa visione, la concezione Massonica dell’Etica vede concentrare e rivolgere il percorso etico ed iniziatico verso se stessi, anche se il contesto in cui questo processo avviene è comunque quello etico dove l’individuo opera: in altre parole il suo contesto sociale.
Il percorso iniziatico non è solo un cammino etico, ma è rivolto alla verità e allo spirito, in cui la valenza etica è un elemento fondamentale su cui partire per la via iniziatica.
Poiché il Massone vive ed opera nel mondo profano, è opportuno che l’Etica Massonica abbia una base etica condivisibile e condivisa della Società civile, ed è proprio tale base a determinare il profano che, avvicinandosi alla Massoneria, e non conoscendone tutti i risvolti filosofici ed etici, ne condivide i fondamenti, in alcuni principi basilari che costituiscono la piattaforma per il suo sviluppo d’individuo profano in un contesto massonico, e che lo accompagnerà per tutto il suo cammino.
Tale base che può considerarsi un minimo comune denominatore, può essere identificata con i concetti di irreprensibilità, rispettabilità ed integrità, concetti impliciti nel principio di Uomo libero e di buoni costumi.
“Uomini liberi” vuol dire non schiavi di ristrettezze mentali, di pregiudizi e di credenze, ma di mente aperta e tollerante, disposti cioè a ricercare ogni possibile fonte di conoscenza e di verità. Uomini dotati di un atteggiamento mentale imparziale, pronti a modificare idee precedenti, a studiare e a sperimentare, desiderosi, quindi, di passare dalle “tenebre alla luce”.
Di “buoni costumi” significa dotati di qualità fisiche, animiche e spirituali che non solo li pongono in armonia con il mondo di relazione in cui vivono ed operano, ma ancor di più li rendono orientati a sviluppare quella intelligenza intuitiva che permetterà loro di compiere quel salto di qualità da uomo determinato dall’egoismo e dall’ambizione, a uomo che intende integrare il proprio essere nel ritmo della Legge Universale di Evoluzione e di Amore.
La presenza di questi principi basilari, che devono essere riconosciuti nel profano, è forse l’unica condizione per la quale la Massoneria, nel proprio spirito di profondo rispetto e di tolleranza del prossimo, si erge a giudizio sull’esistenza o meno di presupposti indispensabili perché egli possa avvicinarsi alla soglia del Tempio; quasi a voler valutare se, quale premessa al lavoro di sgrossatura della pietra grezza, ci sia almeno una pietra su cui svolgere tale lavoro.
L’Etica comportamentale del Libero Muratore, non può essere solo un riferimento astratto, né una rituale recita rituale di parole vuole di significato, o il riferimento solo formale agli Antichi Doveri, ma deve essere il segno distintivo del modo di agire dei Fratelli: se si abbandonassero le Regole morali ed etiche, e si portassero tanto nel Tempio quanto nel mondo profano, atteggiamenti non conformi all’etica massonica, allora non solo si rischia di perdere la via, ma si renderebbero vacui anche i lavori rituali, venendo meno in senso stesso dell’appartenenza iniziatica.
La Libertà e la Tolleranza sono valori comunemente accettati dall’eticità profana: la condotta Massonica ha fatto di questi valori dei principi che reggono da sé la condotta del Massone, attraverso l’accettazione ed il rispetto del prossimo, delle altrui idee, nella negazione di dogmi e di regole condizionanti la propria libertà ed il proprio rispetto di Individuo. Ecco come da uno spunto comune tra mondo profano e Massoneria, quest’ultima abbia approfondito ed elaborato tali concetti elevandoli a Principi Universali del proprio comportamento e della propria scala di valori.
Potremmo inoltre aggiungere, a questa parziale e superficiale carrellata dell’Etica profana e massonica, come anche il simbolismo profano venga a caratterizzare e il rituale e l’iconografia massonica, utilizzando simboli che richiamano il concetto etico del vivere massonico, quali il filo a piombo, i guanti bianchi, il tappeto a scacchi nel Tempio, le colonne, il grembiule, o ancora, la stessa pietra grezza da squadrare, levigare e rendere cubica, grazie alla coppia simbolica costituita dal maglietto e dallo scalpello. Questi simboli, identificabili come principi etici, costituiscono una base comune ed accettata per il cammino iniziatico.
Su questa base, il Massone, elemento indiscusso della società costituita dalle istituzioni quali la Famiglia, la Patria e la Società, percorre il proprio percorso iniziatico, andando ad approfondire e realizzare questi principi per la forza morale della propria coscienza che lo spinge e lo muove sulla via della conoscenza.
Se sin qui abbiamo potuto trovare elementi comuni tra l’Etica profana e l’Etica Massonica, ci dobbiamo chiedere se esista anche un’Etica Massonica che caratterizza la nostra alleanza e che la contraddistingue dalla società profana.
Se l’Etica è un insieme di valori che caratterizzano l’individuo nel suo contesto sociale e storico, essa è soggetta ad una costante evoluzione, comune alla concezione dei Valori che caratterizzano il contesto sociale in cui essi si sviluppano. Al contrario della Morale dunque, l’Etica evolve insieme al contesto sociale. Non ha dunque senso chiedersi se sia l’Etica a influenzare la Società o viceversa, in quanto quest’ultima è un sistema aperto e dinamico, soggetto ad una costante evoluzione.
Se la crescita individuale permea tutta la concezione massonica, allora non è possibile affermare l’esistenza di un’Etica massonica. Se questo fosse possibile, definiremmo a priori un principio etico assoluto. E se poi dovessimo definire e predicare un’Etica massonica, significherebbe anche definire un codice comportamentale cui attenersi strettamente, arrivando a stabilire un dogmatismo etico massonico, che di per sé ci porterebbe a contraddire ed a svilire i principi cardini della Massoneria stessa.
Non credo che esista un’Etica massonica che si caratterizza e si differenzia dall’Etica sociale. Credo che esistano Valori di Eticità ai quali la Massoneria si conforma, grazie a duna costante ricerca di crescita e di miglioramento, di cui non dovremmo mai essere paghi, ed evolvere con loro facendoci portatori di questi Valori.
Piuttosto che di un’Etica massonica, sarebbe più corretto parlare di un’Etica del Massone, ossia di una norma di comportamento cui egli, per natura (di Massone), si adegua e si conforma. Questo processo individuale interiore, spinto dall’instancabile ed indeterminabile ricerca di crescita, lo spingerà inesorabilmente sulla via del perfezionamento. Questo significa che da una arte si determina il costante cammino verso il perfezionamento sulla via iniziatica, ed allo stesso tempo, si delinea anche il limite dell’Etica massonica, proprio perché ogni Fratello avrà sempre il proprio filtro costituito dalla SUA Etica. Ecco perché la Loggia e la Fratellanza Massonica, la trascendenza e l’utilizzo dei simboli, assurgono a valori fondamentali nel cammino iniziatico di ogni Fratello.
Siamo consapevoli della temporaneità della nostra vita e la Massoneria ci aiuta a concepire ogni verità ed ogni valore sociale con spirito aperto e libero. Ecco perché per la Massoneria l’Etica è strumentale alla propria percezione di realtà, un mezzo per la propria crescita e per il proprio sviluppo spirituale, e non un dogma da accettare supinamente ed acriticamente.
Essere Liberi Muratori non significa solo essere membri di una affiliazione Massonica, bensì seguirne interamente le vie conoscitive ed etiche, senza mai dimenticare che tale appartenenza è di natura iniziatica e, come tale, prevede un proprio cammino interiore che mira ad un continuo perfezionamento. Richiede uno sforzo continuo che, in particolare, è rivolto anche a controllare la propria emotività, ed evitare ogni forma di personalismo e ad usare sempre la ragione e l’intelletto come guida per giudicare le proprie ed altrui azioni, per poter fornire il proprio contributo all’edificazione del Tempio, alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo.
Nel campo spirituale la Massoneria opera direttamente sul carattere e sulla sensibilità dell’uomo. In particolare si prefigge di sviluppare nei suoi adepti il pensiero e l’intuizione, per cui non impone alcun limite alla ricerca della verità. Ed è per garantire a tutti questa libertà che essa esige da tutti la tolleranza.
La Massoneria insegna, attraverso i simboli presenti nel Tempio, che quando si lavora con lo spirito, occorre distaccarsi dal mondo profano e predisporre l’animo ad accogliere le verità che via via si vengono a prospettare, senza pregiudizi e superstizioni.
Privo di pregiudizi e superstizioni l’iniziato, come il Saggio del Tarocco, armato del bastone della prudenza, protetto dal mantello del silenzio e del segreto, illuminato dalla lanterna della ragione, precede sicuro e spedito nel suo divenire.
La Massoneria ha in sé tutti gli elementi più puri ed elevati per la soddisfazione delle brame spirituali. I resti umani attestano la morte dell’esistenza fisica ed inducono a meditare sul perpetuarsi del mondo del pensiero. Iniziazione significa, infatti, intraprendere una vita nuova del tutto spirituale. Ho detto.
Tratto dai quaderni di SERENAMENTE DI ALBERTO VACCA, All' Obb, del S.O.M.I.-Roma
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