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martedì 8 dicembre 2009

TRATTATO DI LISBONA:L'UE VOLTA PAGINA!

Restyling del quadro giuridico e istituzionale del Dott. Antonio Laurenzano

Al termine di un lungo e travagliato iter di ratifica concluso con il sì pronunciato dalla Repubblica ceca, il primo dicembre è formalmente entrato in vigore il Trattato di Lisbona, ovvero il nuovo impianto istituzionale dell’Unione europea. Lo storico evento aggiunge un tassello epocale al processo di integrazione e di tutela dei diritti dei cittadini dell’Unione contro le sfide imposte dalla globalizzazione.
I 27 Stati membri dell’Ue, dopo la clamorosa bocciatura franco-olandese prima e irlandese dopo della “carta costituzionale” firmata a Roma nell’ottobre 2004, hanno finalmente trovato un punto di convergenza: rafforzare l’Unione, attraverso il Trattato di riforma, nel segno della democrazia, della trasparenza e dell’ efficacia. “Il Trattato di Lisbona, ha dichiarato il Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, pone il cittadino al centro del progetto europeo. Disporremo ora di istituzioni giuste per agire e della stabilità necessaria per il raggiungimento dei risultati che contano per il nostro futuro”.
Un’Unione più efficiente e più partecipata dai cittadini nelle sue decisioni e più forte sulla scena mondiale: è questa la visione della nuova Europa che ci consegna il Trattato di Lisbona che modifica i vigenti trattati Ue di Maastricht (1992) e Ce di Roma (1957) senza sostituirli. Un quadro giuridico e istituzionale nuovo con strumenti operativi più adeguati per affrontare la mutata realtà economica e politica del Terzo Millennio. Queste le novità:
A)- Un’Europa più democratica e trasparente: rafforzato il ruolo del Parlamento europeo (ampliato la procedura di “codecisione” bilanciando il potere legislativo del Consiglio), maggiore coinvolgimento dei Parlamenti nazionali nel processo decisionale dell’Ue (esame preventivo delle proposte legislative dell’Ue con il controllo del “principio di sussidiarietà”, per il quale ogni decisione va presa a livello di governo più vicino possibile al territorio), voce ai cittadini (“diritto di iniziativa popolare” : un milione di cittadini europei, di un certo numero di Stati membri, potranno invitare la Commissione a presentare una proposta di legge), recesso dall’Unione(riconosciuta agli Stati membri la possibilità di recedere dall’Unione).
B)- Un’Europa più efficiente: semplificati i metodi di lavoro e le norme di voto (esteso a nuovi ambiti politici il voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio per velocizzare il processo decisionale, l’unanimità è stata mantenuta per la politica fiscale, estera , la difesa e la sicurezza sociale; dal 2014 si voterà con il principio della doppia maggioranza degli Stati membri, il 55%, e della popolazione, il 65%). Quadro istituzionale più stabile e coeso ( istituita la figura del Presidente del Consiglio europeo eletto per un mandato di due anni e mezzo, adottate nuove disposizioni per la futura composizione del Parlamento europeo con 751 seggi, oggi 736, e della Commissione europea che dal 2014 sarà composta da un numero di membri pari a due terzi degli Stati membri, contro gli attuali 27).
C)- Un’Europa di diritti e valori: integrata la Carta dei diritti fondamentali nel diritto primario europeo, rendendoli giuridicamente vincolanti (dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto, solidarietà, cittadinanza e giustizia), introdotti nuovi diritti (protezione dei dati, bioetica, buona amministrazione, diritti sociali nelle imprese), sancito l’impegno per una maggiore sicurezza dei cittadini (lotta alla criminalità e al terrorismo).
D)- Un’Europa protagonista sulla scena internazionale: nel rispetto degli interessi degli Stati membri, prevista in politica estera la nuova figura dell’ Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, destinato a conferire all’azione esterna dell’Ue maggiore impatto e visibilità: la voce unica dell’Unione! Conferita all’Unione personalità giuridica nel potere negoziale con i paesi terzi, semplificata in alcuni settori la cooperazione rafforzata fra un numero ristretto di Stati membri.
Si chiude dunque un’epoca di contrasti. All’orizzonte ci sono sfide importanti : la crisi finanziaria ed economica, i cambiamenti climatici, l’insicurezza energetica, il terrorismo internazionale, i flussi migratori, le pandemie. Un futuro verso il quale l’Europa non può presentarsi divisa e distratta da anacronistici interessi di bottega, farciti di un populismo becero e di un antieuropeismo che legge la storia con la lente annebbiata dello Stato-nazione. Spetta a tutti noi europei mandare avanti le lancette della storia!

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