LA “RICETTA” DELLA COMMISSIONE
EUROPEA Puntare su tecnologia,
sanità e green economy, di Antonio Laurenzano
“Siamo
la prima generazione a non avere più la certezza che i nostri figli
staranno meglio di noi.” E’ grido d’allarme lanciato a
Strasburgo dal Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Un
Sos lavoro tanto più drammatico se rapportato ai livelli record di
disoccupazione in Europa, oltre l’11%, e alle prospettive
economiche per i prossimi mesi. Una situazione di grande precarietà
resa più grave dalla latitanza di un’Europa unita e politicamente
forte, capace di progettare un proprio modello di sviluppo sociale ed
economico. Per
fronteggiare questa crisi occupazionale la Commissione europea, lo
scorso 18 aprile, ha presentato un “pacchetto occupazione” con
una serie di misure per favorire il lavoro in tutta la comunità
europea. Chiare le indicazioni fornite agli Stati membri:
incoraggiare le assunzioni, favorire la dinamicità dei mercati del
lavoro interni, incentivare l’investimento nella competenze, creare
un mercato del lavoro Ue. La
proposta di Bruexelles ribadisce la necessità di una più forte
dimensione occupazionale e sociale nella governance europea e delinea
nuove strategie per coinvolgere maggiormente i rappresentanti dei
datori di lavoro e dei lavoratori nella definizione delle priorità
dell’Unione. In questa direzione, la proposta identifica anche gli
ambiti che presentano le migliori prospettive occupazionali per il
futuro: l’economia ecocompatibile, i servizi sanitari e le ICT
(Information and Comunication Technology). Si prevede la creazione di
20 milioni di nuovi posti di lavoro nei prossimi anni! Il
“pacchetto occupazionale” presentato dalla Commissione mira a
sollecitare gli Stati membri a rafforzare le proprie politiche
nazionali per l’occupazione, attraverso la mobilitazione delle
risorse esistenti e la cooperazione con le parti sociali per
stimolare il mercato del lavoro negli ambiti indicati. In
particolare, vengono rivolte agli Stati dell’Unione una serie di
proposte affinchè: a)pongano
in atto le condizioni per stimolare la creazione di posti di lavoro e
la domanda di manodopera, offrendo sussidi alle assunzioni nel caso
di nuovi posti di lavoro, spostando il carico fiscale dalla
tassazione che grava sul lavoro alle tasse ambientali oppure
sostenendo l’avvio di nuove imprese; b)si
migliori la pianificazione e la previsione delle necessità di
manodopera nella sanità per equilibrare la domanda e l’offerta di
operatori sanitari; c)valorizzino
gli ambiti che presentano potenzialmente grandi prospettive
occupazionali per il futuro, come la green economy, includendo questo
settore nei Piani nazionali per l’occupazione e accrescendo la
conoscenza delle abilità richieste in questo ambito; d)promuovano
una manodopera altamente qualificata nelle ITC sviluppando le
competenze digitali fra tutta la forza lavoro. L’obiettivo
di fondo rimane quello di rendere i mercati più dinamici e meglio
reattivi al cambiamento economico attraverso una maggiore
flessibilità interna, salari sostenibili e soluzioni atte a
prevenire il ricorso ai contratti non standard. La Commissione
europea sottolinea inoltre la necessità di offrire effettive
opportunità per i giovani nonché di sviluppare l’apprendimento
permanente che è un elemento chiave per la sicurezza
dell’occupazione e per la produttività. In funzione della
creazione di un vero e proprio mercato del lavoro Ue, per migliorare
la mobilità del lavoro c’è l’impegno comunitario a rimuovere
gli ostacoli giuridici e pratici che si frappongono alla libera
circolazione dei lavoratori, tra cui il miglioramento della
portabilità delle pensioni, il trattamento fiscale dei lavoratori
transfrontalieri. “Gli
Stati membri, ha dichiarato il Presidente Barroso, devono saper
cogliere queste opportunità, impegnandoci insieme, possiamo
farcela”. La sfida è lanciata. Auguri, Europa!
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