Ordini Cavallereschi Crucesignati

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giovedì 14 maggio 2015

STORIA CAVALLERESCA. I TEMPLARI



Dott. Pietro VITALE, storico-medievalista
giornalista e scrittore
Direteur de bolg internationale

Quando si è piccoli non si comprende bene la realtà, quando si è adulti si fa finta di niente,
quando si è vecchi oramai è troppo tardi: ecco perché molti sperano nell'aldilà.
(Carl William BROWN)
 Sono responsabile di ciò che dico e non di quello che capisci”. (detto popolare)
Pensieri vari ed avariati, appunti ed Ebook di Michele ha aggiunto 3 nuove foto.
Estratto da: SIMBOLOGIA TEMPLARE, CAVALLERESCA E MASSONICA Parte I
Introduzione
Quanto qui riportato, è a beneficio degli amici che non sono potuti intervenire lo scorso 19 aprile a Casale Monferrato. E’ una trascrizione più o meno fedele del mio intervento. Essendo stato fatto a braccio e per vari motivi cambiato immediatamente prima della relazione, spero perdonerete imprecisioni e passaggi del pensiero repentini e non articolati precisamente.
L’argomento trattato questo pomeriggio è di indubbio interesse. E’ stato detto, praticamente tutto dai relatori che mi hanno preceduto, quindi proverò ad aggiungere qualcosa nel poco tempo che resta. Parlare di esoterismo spesso spaventa; noi diamo per scontato che tutti i nostri interlocutori sappiano ed abbiano a mente la stessa definizione di essoterismo ed esoterismo e nel mondo nel quale viviamo dalla “fattucchiera” delle emittenti televisive al più grande dei Filosofi spesso non si da una definizione dello stesso. Spesso, nell’immaginario, si lega l’esoterismo a qualcosa di occulto, misterioso legato alla magia spesso nella sua accezione negativa ed a strani riti. Non è proprio così, basti pensare ad esempio che Aristotele teneva lezioni essoteriche ed esoteriche (dette anche acroamatiche), quelle essoteriche erano aperte a tutti, mentre quelle esoteriche erano riservate ai suoi studenti paganti. Quindi, esemplificando al massimo possiamo dire che esoterico, soprattutto in ambito filosofico, religioso e per quanto concerne il sacro è l’insieme degli insegnamenti e delle dottrine riservati a pochi e che di massima devono restare segreti. Essoterico e quindi quanto può essere divulgato a tutti. Indubbiamente i templari, come è stato sostenuto dai relatori che mi hanno preceduto avevano, con molta probabilità una dottrina esoterica. Non potevano non averla, per una motivazione su tutte, se entriamo nel campo della storia delle idee e della storia della cultura, dobbiamo immaginare il “mondo” non così come lo conosciamo oggi, 19 aprile 2015, ma con delle strutture culturali e “mentali” diverse; per cui quelle che per noi sono delle immagini strane e spesso aliene dalla nostra quotidianità, come ad esempio le immagini alchemiche che abbiamo visto poco fa o la sirena con la doppia coda, per l’uomo medievale era normale incontrare parte di questi segni simboli, facevano parte del suo mondo e del suo immaginario. Spesso l’uomo medievale non imparava, andando a scuola e leggendo, leggere scrivere e far di conto spettava ad una minoranza. Imparava la tradizione e spesso quanto concerneva la religione ed i miti ad essa collegati attraverso l’insegnamento orale e ad esempio gli affreschi e le opere scultoree che trovava nelle chiese e nelle cattedrali. Di qui la prima trasmissione, delle conoscenze templari, che potremmo definire essoteriche, attraverso le loro costruzioni. Solo dopo viene la parte esoterica. Entrando nel mito, di un edificio non si è ancora fatto cenno: Castel del Monte. Bisogna rilevare che Castel del Monte non è un edificio templare e “probabilmente” non è stato costruito nella sua interezza dallo Stupor Mundi, Federico II di Svevia, ma è importante sottolineare che sono nate tutta una serie di leggente, a causa della sua forma e delle sue proporzioni e perché è possibile inscrivere in esso delle croci templari. E’ il luogo nel quale secondo alcune leggende, in parte reinterpretate in chiave narrativa e non solo dal compianto Aldo Tavolaro, dove è possibile trovare il Graal o che rappresenti il Graal stesso. Tutto questo basta a ricollegarci con la parte del nostro convegno, ovvero l’Iniziazione Cavalleresca, la Massoneria ed i Templari?
Si, no, forse…
… Sulla Massoneria sono state dette tutta una serie di cose, personalmente ho alcuni convincimenti. Ad esempio che i Templari con l’origine della Massoneria non hanno nulla a che fare. Sono al massimo i “templaristi” che hanno fatto entrare i templari in Massoneria. E’ una dichiarazione forte, volutamente forte, forse anche provocatoria, ma buona parte della massoneria intesa nel senso originario, come edificatrice di edifici ponti e quant’altro, era una consorteria operativa fatta di architetti, artigiani, prelati, abati, questo per parlare unicamente della massoneria nella così detta età di mezzo. Questa massoneria esisteva indipendentemente dal fatto che i Templari possano essere scappati o possano essere rifugiati in Scozia dal clan Sinclar ed altro. Quella al massimo e là dove sia possibile dimostrarlo storicamente è una parte della Massoneria. Esistono documenti come ad esempio la Carta di Bologna del 1248 (Prendono questo nome gli Statuta et ordinamenta societatis magistrorum muri et lignamiis, redatto a Bologna l’8 agosto 1248). Gli statuti e i Regolamenti della Società dei maestri del muro e del legno sono ad oggi il più antico documento della massoneria operativa in nostro possesso. Se si dovesse fare un confronto tra questi statuti e gli statuti muratori editi a Napoli nel 1820 e li paragoniamo anche con altri documenti, scopriamo che nel 1248 l’artigiano muratore votava con regole assai simili a quelle del massone del 2015. E al di la di ogni fantasia questi sono gli elementi che legano la moderna massoneria alle antiche corporazioni di costruttori. E’ estremamente affascinante voler vedere all’origine della massoneria, all’interno dei miti, Templari, Rosa+Croce e quant’altro, ma bisogna disgiungere il mito dalla storia. E prima che questi possano ritornare ad intersecarsi, bisogna passare dalla storia. Al momento non vi è una prova documentaria che attesti i Templari come fondatori della massoneria . Se torniamo alla storia delle idee, nella simbolica, nel mito, abbiamo un capovolgimento di prospettiva. La massoneria si è appropriata dei templari e dei “valori” Templari. Se ne è appropriata, ad esempio con l’articolo primo degli statuti Napoli 1820 che così recita: ”L’Ordine dei Liberi Muratori appartiene alla classe degli Ordini Cavallereschi…”. Immediato il rimando alla cavalleria da un lato a quella Spirituale dell’altro all’ordine cavalleresco per eccellenza, ossia: i Templari. Non solo i templari, essendo nel pieno del post Illuminismo e nel Romanticismo la Cavalleria è anche quella dei romanzi cortesi, dei cicli arturiani. La cavalleria legata al “mistero” dei Fedeli d’Amore attraverso una catena ininterrotta di elementi archetipici ed iniziatici che alla fine dallo lo stesso scopo all’interno della Tradizione. A presto con la seconda parte Gioia – Salute – Prosperità
©Michele LeoneImmagini prese dalle rete
1) Edward Burne Jones, The Last Sleep of Arthur in Avalon
2) Frederic William Burton, Hellelil and Hildebrand, The Meeting on the Turret Stairs
3) John William Waterhouse, Dante e Beatrice Nota1: La stessa idea di Massoneria andrebbe rivista e sarebbe più opportuno e corretto parlare di massonerie. Spesso oggi quando si parla di massoneria e di storia della massoneria si è soliti, per varie motivazioni, fare la storia della Gran Loggia d’Inghilterra, che in una qualche maniera coincide con la moderna massoneria, ma non ne rappresenta la totalità. Bisognerebbe evitare di prendere la parte (se pur grande) per il tutto. Estratto da: SIMBOLOGIA TEMPLARE, CAVALLERESCA E MASSONICA Parte II
L’interculturalità di cui parlavamo poco fa, e i Templari come antesignani dell’interculturalità lo sono e lo devono essere per definizione, come lo sono tutti gli iniziati. Non possono non esserlo per un motivo su tutti: per dirla alchemicamente, l’iniziato lavora per il coagula, per l’unire, per l’amore. Il non iniziato, o peggio il contro-inizialo; colui che molto non ha colto dal giardino della vera conoscenza, lavora per il solve, lavora per il separare. Alle estreme conseguenze potremmo dire che compie azioni diaboliche. Prendiamo le parole senza pregiudizi e scopriamo che Diavolo o diabolico deriva dal greco Dià (attraverso) e Bàllo (getto, attraverso), quindi separo. Quindi chi lavora diabolicamente è colui che lavora per separare, per creare una separazione all’interno di quella che può essere ad esempio la società o la coscienza di ogni singolo essere umano. Quale è, probabilmente, la più grande eredità dei templari? E’ la voglia di costruire, è il desiderio di volersi interfacciare con culture diverse. In queste sede, ho piacere, ad avvicinare Federico II ai Templari perché è stato l’unico Imperatore e Re delle due Sicilie che è arrivato a Gerusalemme e l’ha conquistata senza spargere una goccia di sangue. Tornando al tema di questo incontro: cosa ha preso la Massoneria ai Templari? Cosa ha “rubato”? Tutto nasce con il famoso discorso, mai tenuto di Ramsay (24 marzo 1737), discorso che nella sua forma scritta ebbe un notevole successo e diffusione. Vi sono alcuni gradi del Rito Scozzese, che non è la Massoneria in senso proprio. La Massoneria propriamente detta consta di tre gradi: 1) Apprendista Accettato o Ammesso, 2) Compagno d’Arte, 3) Maestro. Il Rito Scozzese a questi tre gradi, aggiunge, nella sua forma definitiva ed ancora oggi praticata, altri trenta gradi, che vanno dal Maestro Segreto al Sovrano Grande Ispettore Generale. Nello specifico, oltre ai gradi del Cavaliere del Serpente di Bronzo e del Cavaliere del Sole, il grado che tra le altre cose è costato tantissimo alla “massoneria”, diremmo oggi come immagine pubblica, è il trentesimo grado che prende il nome di Cavaliere Kadosh. Perché è costato tanto e cosa sono i Cavalieri Kadosh? La “leggenda” vuole che all’interno dell’Ordine dei Templari vi fosse una sorta di circolo interno composto dai più illuminati Cavalieri, detti i Santi, i Puri, quindi i Kadosh. Questo grado scozzese, rievoca tra le altre cose, questa leggenda, ed è un grado eminente al quale non tutti i massoni scozzesi giungono, un grado che spinge l’iniziato allo studio della gnosi, allo studio delle scienze e di molte altre cose, perché non dobbiamo dimenticare che all’interno della massonica istituzione e dei suoi riti vi è spesso una “commistione” di Tradizione e di ricerca “progressista”. All’interno dello scozzesismo tutto e di questo grado in particolare vi sono delle parti che sono definite da alcuni truculente, da altri teatrali, da altri ancora degli psicodrammi, da altri ancora sono identificate delle forme di vendetta contro la tiara e la corona ed in particolar modo si ritiene che si giuri la vendetta per la morte sul rogo dell’ultimo Gran Maestro dei Templari, Jacques de Molay, avvenuta nel 1314. Questo insieme di fattori ha fatto si che nel corso dei secoli, la massoneria in generale e lo scozzesismo in particolare fossero visti come le organizzazioni aventi come scopo la distruzione del clero e delle Chiese ed anche dei troni. Questo perché se i Templari avessero avuto qualcuno da incolpare per la loro distruzione, questi sarebbe stato, primo tra tutti, Filippo il Bello. Ma quale è la vendetta, ammesso che esista una vendetta, a cui si riferiscono i massoni ed i massoni scozzesi in particolare? Cosa significa vendicare? Come spesso accade noi tendiamo ad attribuire alle parole delle valenze di giudizio, dimenticando quale può essere il loro senso più genuino e tendiamo a dimenticare il messaggio “nascosto” che queste possono contenere. Un palese esempio è l’appellare i Maestri come Traditor. Spesso, chi per la prima volta sente questa definizione viene assalito dal dubbio, perché il Maestro è Traditor? La parola tradire, subisce nel suo significato e senso un cambiamento profondo, nei chiostri degli amanuensi mentre scrivevano e ricopiavano i vangeli, con particolare riferimento all’episodio in Giuda consegna Gesù diviene il tradimento per eccellenza all’interno della cultura e diremmo dell’immaginario cristiano. Ma, tradire significa consegnare, quindi ha una accezione neutra. Il Traditor, inteso come maestro, è colui che consegna e trasmette un qualche cosa, quindi nel caso delle società iniziatiche l’iniziazione e gli insegnamenti ad esse collegati. Tornando all’idea di vendetta, il Vindex era la verga con cui si rendeva libero lo schiavo nell’antica Roma. Il vendicare, i “vedicosi” erano coloro che reclamavano qualcosa per se stessi o per qualcuno. Quindi, anche con una piccola forzatura, si potrebbe andare ad identificare il vendicatore, non come colui che fa un sopruso al di fuori della giustizia, ma che all’interno del sistema della giustizia, rivendica per se stesso o per altri, in questo caso per i Templari, la Giustizia che non venne data all’epoca. In questa logica e visione, cambiano completamente tutti gli aspetti e tutte le possibili interpretazioni di quello che è un grado prettamente iniziatico e non politico e reazionario come molti detrattori della massoneria sostengono. Senza arrivare al Nuovo Ordine Mondiale ed agli Illuminati, perché tanto è dimostrato ed è dimostrabile che l’abate Barruel fosse nella migliore delle ipotesi in mala fede. La massoneria, come tutte le scuole iniziatiche, non può non essere rivoluzionaria perché cerca di far lavorare i propri membri, tra le altre cose, con la mente del cuore e con l’amore. Cosa vi è di più rivoluzionario di chi cerca di conoscere se stesso ed il mondo e di portare alla guisa di baluardo, un messaggio di Amore?
Quando andiamo a leggere della Massoneria, dei Templari e ne restiamo affascinati, o ci muoviamo nell’ambito della storia come abbiamo visto nel primo intervento o ci muoviamo nell’ambito dell’antropologia e della psicologia come abbiamo sentito poco fa o cerchiamo di affrontare questi temi, scevri e lontani da pregiudizi, senza giudicare prima, entrando nel mondo della teoria e della storia delle idee, disciplina che in Italia fa una fatica enorme ad entrare, immergiamoci in quelle idee e cerchiamo anche noi di lavorare per il coagula, per l’amore e con amore e non per il solve. Essendo, terminato il tempo a mia disposizione, permettetemi una piccola citazione da Ja'far Sadiq un autore che probabilmente a molti di voi dirà poco, ma che è stato “solo” il maestro del celebre alchimista Geber: “La nostra causa è un segreto velato in un segreto, il segreto di qualcosa che rimane velato, un segreto che solo un altro segreto può insegnare: è un segreto su un segreto che si appaga di un segreto". Ho detto Grazie a tutti © Michele Leone Immagini prese dalla rete







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