Ordini Cavallereschi Crucesignati

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sabato 12 gennaio 2008

Il Grande Oriente d'Italia

734 woodcock e la massoneria

la giornata dedicata al rito
Tornati all’ombra della Mole come fu nel giugno di due anni fa, per il Bicentenario del Grande Oriente d’Italia, i massoni piemontesi hanno saputo mostrare di non avere alcuna ribalta da temere. La cornice del Lingotto, più ampia e più prestigiosa di quella prescelta negli anni scorsi, è stata riempita e animata senza difficoltà dai partecipanti alla riunione rituale delle logge comprese nella circoscrizione Piemonte e Valle D’Aosta. Centinaia i «maestri venerabili» e gli altri «fratelli» che si sono riversati nella Sala gialla del centro congressi al fondo di via Nizza, cui nel tardo pomeriggio si è unita la gente comune, invitata ad ascoltare il discorso solenne che per tradizione viene tenuto dal gran maestro del Goi Gustavo Raffi. A fare gli onori di casa, il presidente del Collegio circoscrizionale dei maestri venerabili piemontesi e valdostani, Piero Lojacono, che nella mattinata, nel tempio grande che affaccia su piazza Vittorio, aveva già accolto una delegazione ospite di questa edizione della «tornata» rituale. Si tratta dei rappresentanti delle 14 logge italiane (una delle quali a Torino) intitolate a Giuseppe Mazzini. Celebrazione nella celebrazione, dunque, una maratona che ha alternato i momenti della tradizione a quelli della modernità, com’è l’allocuzione che il gran maestro da tempo ormai dedica anche al cosiddetto «mondo profano», ossia i non appartenenti alla massoneria. Nel suo discorso Raffi non ha rinunciato a conciliare attualità e principi, dedicando una menzione anche a Henry John Woodcock, il pm di Potenza titolare di un’inchiesta sulla cosiddetta «massoneria deviata» (come l’ha definita lo stesso magistrato). Il pm ha chiesto a tutte le prefetture di fornire l’elenco completo delle logge e dei loro affiliati, iniziativa che ha stupito il capo della massoneria italiana, «poiché fa riferimento a una normativa che non esiste più», ma non lo ha scaldato più di tanto. «Woodcock venga a prendere un caffé da noi - ha detto Raffi, serafico -. In una massoneria trasparente com’è quella del Goi, certi personaggi non si intrufolano perché quelli prediligono l’occulto. E allora se si vuole stanare la “massoneria deviata” non bisognerebbe cercarla tra i galantuomini». Il timore espresso nei templi è che prevalga la dinamica del teoremi e «che gli elenchi non servano a incrociare dei nomi, ma a rafforzare supposizioni». La risposta di Raffi resta comunque quella di sempre: «Replichiamo con la nostra trasparenza, con tutto quello che abbiamo fatto negli ultimi anni e col dialogo intrapreso con la società civile». A Raffi piace la definizione di massoneria come «agenzia etica» data al Goi dallo storico di area cattolica Paolo Prodi. «È il riconoscimento dell’aver favorito sempre il dialogo - dice Raffi - anche quello, oggi più delicato, tra diverse religioni, nonostante il nostro richiamo continuo ai valori della laicità». Al termine del discorso del gran maestro sono stati premiati gli studenti vincitori del concorso promosso dalla loggia torinese Tito Ceccherini.
Il Lingotto si è fatto tempio per il Goi Centinaia di massoni a Torino per la seduta a logge riunite di Piemonte e Valle D’AostaTornati all’ombra della Mole come fu nel giugno di due anni fa, per il Bicentenario del Grande Oriente d’Italia, i massoni piemontesi hanno saputo mostrare di non avere alcuna ribalta da temere. La cornice del Lingotto, più ampia e più prestigiosa di quella prescelta negli anni scorsi, è stata riempita e animata senza difficoltà dai partecipanti alla riunione rituale delle logge comprese nella circoscrizione Piemonte e Valle D’Aosta. Centinaia i «maestri venerabili» e gli altri «fratelli» che si sono riversati nella Sala gialla del centro congressi al fondo di via Nizza, cui nel tardo pomeriggio si è unita la gente comune, invitata ad ascoltare il discorso solenne che per tradizione viene tenuto dal gran maestro del Goi Gustavo Raffi. A fare gli onori di casa, il presidente del Collegio circoscrizionale dei maestri venerabili piemontesi e valdostani, Piero Lojacono, che nella mattinata, nel tempio grande che affaccia su piazza Vittorio, aveva già accolto una delegazione ospite di questa edizione della «tornata» rituale. Si tratta dei rappresentanti delle 14 logge italiane (una delle quali a Torino) intitolate a Giuseppe Mazzini. Celebrazione nella celebrazione, dunque, una maratona che ha alternato i momenti della tradizione a quelli della modernità, com’è l’allocuzione che il gran maestro da tempo ormai dedica anche al cosiddetto «mondo profano», ossia i non appartenenti alla massoneria. Nel suo discorso Raffi non ha rinunciato a conciliare attualità e principi, dedicando una menzione anche a Henry John Woodcock, il pm di Potenza titolare di un’inchiesta sulla cosiddetta «massoneria deviata» (come l’ha definita lo stesso magistrato). Il pm ha chiesto a tutte le prefetture di fornire l’elenco completo delle logge e dei loro affiliati, iniziativa che ha stupito il capo della massoneria italiana, «poiché fa riferimento a una normativa che non esiste più», ma non lo ha scaldato più di tanto. «Woodcock venga a prendere un caffé da noi - ha detto Raffi, serafico -. In una massoneria trasparente com’è quella del Goi, certi personaggi non si intrufolano perché quelli prediligono l’occulto. E allora se si vuole stanare la “massoneria deviata” non bisognerebbe cercarla tra i galantuomini». Il timore espresso nei templi è che prevalga la dinamica del teoremi e «che gli elenchi non servano a incrociare dei nomi, ma a rafforzare supposizioni». La risposta di Raffi resta comunque quella di sempre: «Replichiamo con la nostra trasparenza, con tutto quello che abbiamo fatto negli ultimi anni e col dialogo intrapreso con la società civile». A Raffi piace la definizione di massoneria come «agenzia etica» data al Goi dallo storico di area cattolica Paolo Prodi. «È il riconoscimento dell’aver favorito sempre il dialogo - dice Raffi - anche quello, oggi più delicato, tra diverse religioni, nonostante il nostro richiamo continuo ai valori della laicità». Al termine del discorso del gran maestro sono stati premiati gli studenti vincitori del concorso promosso dalla loggia torinese Tito Ceccherini.
Tratto da gr@CC blog

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