Ordini Cavallereschi Crucesignati

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martedì 8 gennaio 2008

Viaggio nei mali della società, il disagio giovanile e la famiglia

di Antonio Laurenzano

Dove nasce il bullismo? Quali le sue cause
Quando ci interroghiamo sulla vitalità della famiglia noi ci interroghiamo su un aspetto parziale dell’esperienza umana. Un’analisi più completa deve invece considerare la famiglia come elemento di valutazione della società all’interno della quale essa si sviluppa.
Una società che ha smarrito la propria naturale identità a causa di una inquietante involuzione morale. E la famiglia ne rappresenta emblematicamente limiti e contraddizioni. I problemi che oggi l’umanità si trova a dover affrontare sono riconducibili proprio alla caduta di quei valori che nel tempo hanno segnato la storia degli uomini : amore, fratellanza e solidarietà. E una società povera di questi valori, sclerotizzata nei suoi principi morali, è inesorabilmente condannata al suicidio.
Individualismo, materialismo, consumismo sfrenato e soprattutto la quotidiana sagra dell’effimero hanno portato su altari pagani falsi dei, falsi miti concorrendo a determinare una distorta visione della realtà nonché una errata concezione della nostra testimonianza terrena.
Si è da tempo arrestato ogni processo di crescita culturale, si è inaridito ogni serio dibattito sui grandi temi della politica e dello sviluppo socio- economico. Si é affievolita la speranza di una rifondazione morale, di un riarmo spirituale della società contemporanea la cui bandiera è diventata l’intolleranza civile e religiosa. L’edonismo ha soppiantato i consolidati modelli di vita del passato costruiti attorno a valori radicati innanzitutto nella coscienza di ogni singolo individuo.
Il vuoto ideologico, il nichilismo culturale, l’intolleranza civile e religiosa sono ormai i simboli di una società allo sbando, sempre più in balia di “profeti” e di mercenari senza scrupoli ! Le analisi sociologiche condotte sul malessere esistenziale portano tutte alle medesime conclusioni . Una equazione tragicamente eloquente : mancanza di valori spirituali uguale a disordine sociale.
Uno scenario di grande decadimento si presenta dunque dinanzi ai nostri occhi. Uno scenario che fa a pugni con il luccichio di un apparente benessere, con il facile arricchimento, con una vita spericolata, vissuta senza inibizione alcuna.
Ma dietro le luci, ci sono le ombre, tante ombre che nascondono invece la triste realtà rappresentata dal crollo della cellula di base della società : la famiglia, con la sua naturale vocazione di strumento di crescita civile e spirituale.
La famiglia, privata del suo ruolo di formazione delle risorse individuali di base, rappresenta così terreno di potenziale degrado del tessuto sociale e, in prima analisi, fattore negativo della problematica giovanile, con le sue tensioni e i suoi conflitti comportamentali. Perché è appunto sui giovani che si registra l’impatto negativo di una famiglia invisibile !
Sui meccanismi di devianza minorile scatta infatti l’influsso pesante della famiglia quando essa non è in grado, verso l’esterno, di garantire ai figli affetto, autonomia, autorevolezza di modelli comportamentali, perseguimento e raggiungimento di mete umane e professionali, cioè quella serie di elementi fondamentali per la formazione della personalità dei giovani, ai quali spesso viene a mancare una precisa identità culturale.
E il tragico salto nel buio costituisce per molti il prezzo di una vita sbagliata. Droga, alcol, violenza su donne e bambini, vandalismo gratuito, suicidio diventano così la risposta irrazionale alle difficoltà di affrontare responsabilmente il rapporto con la società in modo significativo, come strumento essenziale per identificare i lineamenti della propria personalità.
Dietro questa realtà apparentemente inspiegabile si annidano motivazioni particolarmente profonde collegate alla crescente solitudine in cui vivono le nuove generazioni, confinate in un mondo a parte dove, venuti a mancare gli interlocutori naturali ossia i genitori, prendono il sopravvento nuove figure di riferimento, estranee al circuito relazionale della famiglia: gli amici, quelli del « branco », con i quali si condividono ansie e timidezze, i primi segni cioè di quel disagio che se non interpretato in tempo si trasforma in pericolosa devianza.
Una devianza che porta fatalmente alla diminuzione della capacità di ascoltare, di confrontarsi, alla perdita di contatto con le sensazioni e gli affetti ad esse legati, a una povertà emotiva che sfocia nell’azione immediata o nell’ostilità ripetitiva che copre le emozioni più profonde quali la paura, la vergogna, la tenerezza, la voglia di contatto!
E in questo processo involutivo dell’esistenza dei giovani c’è anche la complicità dell’ambiente sociale, spesso poco “presente” educativamente e sempre meno “contenitivo”, pur se ridondante di oggetti e di “benessere”. Matura in tale contesto uno strisciante innalzamento sociale della soglia della tolleranza verso le prepotenze che collegata alla confusione nei valori socio-educativi, alla precocizzazione di comportamenti pseudo adolescenziali, allo spirito di emulazione di modelli trasgressivi, alla perdita di autorevolezza delle figure adulte, alla svalutazione dei compiti educativi della scuola formano un terreno fertile per il radicamento del disimpegno morale. E’ qui che nasce il germe del bullismo! Tratto dalla Rivista Naz. The Lions

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