Questo sito è a disposizione di tutti coloro che intendono inviare i loro pezzi, che dovranno essere firmati, articoli sulle gesta della Cavalleria Antica e Moderna, articoli di interesse Sociale, di Medicina,di Religione e delle Forze Armate in generale. Il sottoscritto si riserva il diritto di non pubblicare sul Blog quanto contrario alla morale ed al buon gusto. La collaborazione dei lettori è cosa gradita ed avviene a titolo volontario e gratuito, per entrambi.
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domenica 4 maggio 2008
ETICA E TECNOLOGIA
Ci si preoccupa tanto di arginare, legalmente parlando, l’utilizzo, giusto e errato, dei ritrovati della dilagante e inarrestabile tecnologia. Ci si pone frequentemente il problema, specialmente subito dopo la diffusione di un nuovo device scientifico, come codificare e regolamentarne il corretto utilizzo. Da più parti vengono emesse direttive operative che possano consentire la massima legalità possibile nello svolgimento di un esame scritto, durante l’espletamento di un concorso o in occasioni in cui si vuole verificare il sapere effettivo di una persona per misurarne le capacità e la idoneità ad un servizio. La ricerca è così veloce che sembra impossibile tenere il passo con circolari e direttive; si fa appena in tempo ad ammirare un telefonino multifunzione che è già in arrivo sul mercato un nuovo modello con funzioni aggiunte e super veloci. Ho sempre pensato che è impossibile, o quasi, arginare l’utilizzo di questi prodotti, a meno che non si proibisca l’accesso in un determinato luogo attraverso sensori e apparecchi rilevatori, organizzando un vero e proprio security check della persona all’ingresso del luogo di lavoro.
La scienza in soccorso della scienza stessa!
Quello che è successo con la pubblicazione delle liste dei contribuenti italiani relativa alla dichiarazione dei redditi del 2005, è un vero e proprio banco di prova di quanto sia difficile arginare certa diffusione di notizie. Nonostante lo stop giunto dal Garante della privacy, la frittata (se di frittata si può parlare) era già stata fatta. Esiste uno share anche nella informazione che permette la condivisione quasi immediata dei dati e delle notizie che vengono immesse in internet. Succede spesso che un articolo pubblicato su un dato giornale te lo ritrovi ripreso da altri e rimesso in giro da altri operatori e server. Va anche sottolineato il fatto che molti uffici dispongono di tabulati particolari in cui sono riportati non soltanto dati anagrafici, ma anche dati sensibili di particolare rilevanza per la cui custodia esistono leggi e regolamenti da osservare. Il problema, però, non riguarda la regola, ma la eccezione! Voglio dire che se una persona è disposta e determinata a delinquere per ottenere un beneficio, diretto o indiretto, o è disposta a servire un padrone qualsiasi, di quei tabulati ne fa un utilizzo personale, tenendo anche presente le lungaggini burocratiche e i cavilli che si possono ricercare per permettere di arginare l’eventuale iter punitivo.
Nel tempo della informazione è necessario che la stessa sia corretta e obiettiva, senza divenire una sequenza di proclami come se lo speaker fosse al tempo stesso agente dispensatore della notizia e quasi responsabile della stessa. Oggi, molto spesso, accade che il conoscere soltanto i fatti di una persona significa essere superiore a lui, magari ricattarlo, forse sottometterlo, certamente non dispensatore di benessere. C’è poco da stare allegri con questa realtà, trasferibile in tanti altri settori, basta pensare alle video camere di strada, ai videotelefonini in luoghi di studio e di lavoro, ai male intenzionati che vogliono comunque arrecare del danno ad altri. Arrecare del danno o fare del bene? La scienza e la ricerca operano certamente per il bene della umanità e per il suo miglioramento, ma in questo divenire inarrestabile sembra proprio che l’uomo sia rimasto indietro ed abbia perso il passo giusto di marcia. Come sempre accade, le cose vietate sono quelle più praticate ed agognate, ma solo quando l’uomo perde il giusto senso delle cose e del comportamento, della legalità e dell’etica personale e professionale, andando a compromettere seriamente l’intero processo evolutivo della persona e della società. Come si fa a proibire di usare un video telefonino, tanto meno a vietare la trasmissione di devastanti e falsi video porno… ma questa è un’altra storia, purtroppo diffusasi all’inverosimile.
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