Ordini Cavallereschi Crucesignati

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domenica 4 maggio 2008

POLITICA E FORMAZIONE

di Angelo Scialpi (membro Comitato Scientifico)

Si discute molto sul ruolo della scuola nella società contemporanea, ma ancora di più ci si interroga sulla precaria condizione culturale dei giovani che diventano subito adulti e quindi inabili ad utilizzare liberamente quanto hanno appreso. In un clima di rinnovata situazione politica, occorrerebbe che anche i cittadini, i rappresentanti della Pubblica amministrazione, svolgessero, anche essi in maniera rinnovata, la loro parte per alimentare la speranza del miglioramento. Lungi dall’essere soltanto campagna elettorale, il cittadino deve chiedersi e indirizzare in modo migliore la propria vita dando il meglio di se e pretendendo il meglio dalla amministrazione. Politica e società civile dovrebbero vivere più da vicino e delegare il meno possibile i loro bisogni ad istituzioni altre che sono divenute collaterali al potere centrale e fine a se stesse. Di questo il cittadino avverte forte il senso della devolution e, molto spesso, rimane da solo, incapace e inerme. Ad alzare lo sguardo si vede sempre solo e soltanto nella scuola la possibilità più adeguata di salvezza per un cittadino capace di essere al passo coi tempi. La scuola, proprio perché divenuta complessa (se ne parla pochissimo rispetto ad altre situazioni che producono affari commerciali) ha bisogno di professionisti sempre più completi e qualificati sia per il divenire dei tempi che per la appartenenza ai tempi stessi dell’uomo. Fattori inscindibili che se non inseriti nel giusto alveo creano disfunzioni enormi e terrorizzanti. Per questi motivi è stata anche creata la scuola dell’autonomia, per adeguarsi alla quale si dovrebbe compiere una analisi razionale dei bisogni e degli obiettivi, dei problemi e delle difficoltà della società e dell’alunno, tenendo presente le tradizioni e le regolarità esistenti, consolidando il contatto con la realtà effettiva e programmando incontri con quanti sono coinvolti nell’azione formativa. L’adeguamento del giovane di oggi alla realtà deve passare attraverso la proposta innovativa, il dialogo continuo, lo sviluppo della personalità l’accensione di relazioni consistenti, la trasmissione dei significati profondi, passando dalla ambiguità del problema ad una trattativa di soluzione e quindi alla condivisione della stessa soluzione per poi risolverla in termini umani e burocratici.
Se si prova ad entrare in una prima classe elementare; si viene colpiti dalla ordinata presenza di piccoli che meraviglia e commuove; nei loro visi si legge tanta attesa e tanta gioia di vivere: tutto il nostro domani, ma anche la nostra responsabilità. Osservando loro non si può non pensare alle età superiori che danno non poche preoccupazioni e motivano tanta narrativa che riguarda il bullismo, ma anche la vuotaggine e la impreparazione. Da loro dipende il futuro degli adulti per cui è importante partire dalla prima età per cercare di costruire persone consapevoli e capaci di interagire con la società e con le problematiche contemporanee considerando la cultura immediatamente vissuta con la cultura riflessa e mediata, per organizzare la cultura gestita. Questa interazione favorisce una immagine organizzativa della scuola che può essere razionalistica, politica o culturale; quella culturale è quella da preferire in quanto chiama in causa la capacità di risolvere i conflitti, di tollerare le ambiguità e suscitare la sensibilità per i valori della cultura e subcultura presenti nella scuola. C’è bisogno di riorganizzare quella immagine di autorità morale che sia radicata nella vita e nella storia locale, arricchita di relazioni, di condivisione e di idee di valore. In questo contesto tutti diventano protagonisti: il piccolo cittadino, lo studente, il docente e il dirigente; dirigere è dare, è una etica, un dono di sé, un offrire il proprio spirito. Quando lo spirito è quello giusto allora il posto di lavoro si trasforma da organizzazione a modo di vivere, a stile di vita, a civiltà. Forse allora potremmo dire di avere votato pensando al domani!

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