Ordini Cavallereschi Crucesignati

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domenica 4 maggio 2008

FRATELLI D'ITALIA

di Matteo Cornelius Sullivan

Quando la “storia” è fatta coi pettegolezzi... Vittorio Emanuele IV e Giorgio Napolitano?
Zappingando col telecomando mi è capitato anche di incampare in un documentario su La7 che tentava di fare, o meglio disfare, la storia patria tramite il discredito; Ho pensato che forse fosse l’eco delle trombe delle scale di qualche condominio di periferia, che qualche portinaia fosse stata intervistata così per vedere a che livello di baggianate i pettegolezzi fossero giunti. Nulla di tutto ciò, era un vero e proprio “documentario”, che di documentato evidentemente non aveva nulla, in cui i presunti “storici” e “giornalisti”, per titolo accademico ma non per dimensione mentale, proseguivano la diffamazione continuata verso i Savoia. Così il demenziale documentario non documentato asseriva che i figli di Umberto II, ultimo Re regnante d’Italia, non fossero suoi ma di questo e di quell’altro tizio... insomma il messaggio subliminale era chiaro quella che era la futura Regina d’Italia Maria Josè moglie di Umberto, sarebbe stata persona adusa a lenzuola varie e il messaggio, in questo caso esplicitato da uno “storico”, per Umberto era la sua presunta impotenza... Ora essere stufi di sentire cavolate sui personaggi delle Famiglie Reali deve avere un limite, perché il sottoscritto l’ha già oltrepassato da lungo tempo. È noto, ma non a tutti, che comunisti e politicanti di basso livello morale hanno costruito imperi sulla diffamazione, vedi per esempio l’ex “impero” della Unione Sovietica che fece della diffamazione, soprattutto quella della Famiglia Imperiale dei Romanoff, uno dei suoi cavalli di battaglia; È anche noto che le dicerie sono roba da stupidi, ma quando una televisione di portata nazionale spaccia tali informazioni via “documentario” le cose cambiano, difatti si tratta di un pezzo della campagna diffamatoria nei confronti della Monarchia, in tutte le sue diramazioni, che è evidentemente in atto in questa repubblica. Certo trovare il burattinaio di questa manovra, in un paese di burattini e burattinai, non è cosa semplice. Ma almeno avrebbero dovuto trovare il coraggio di un pochino di equità, difatti le vocine maligne esistevano già al tempo del Regno d’Italia, fantasie varie screditavano questo o quel personaggio nelle maniere più subdole, modi che tentavano proprio di colpire nel cuore gli elementi base su cui si fondava l’aristocrazia; Così creare queste voci era anche un tentativo di destabilizzazione, dare dell’impotente all’erede al trono, poi... ma allora questi giornalisti e storici che si dimostrano di livello mentale inferiore a quello delle portinaie vere, perché non hanno citato la diceria, anche questa nata in epoca di Regno d’Italia, che dava Giorgio Napolitano come figlio di Umberto di Savoia? Hanno forse paura di incorrere nel reato di “offesa di Capo di Stato”, o forse sarà perché se citassero questa diceria smentirebbero le altre cavolate che le loro fauci hanno vomitato? (cioè l’impotenza di Umberto) Diffamare il Re sì e il Presidente no? Pensare che chi si occupa di storia dovrebbe almeno essere in grado di contestualizzare è troppo? stiamo parlando degli anni ’30, le modalità di un Paese profondamente cattolico, di una parte della società, cioè la massima aristocrazia, che si basava ancora pienamente sul senso dell’Onore (quello vero e non quello travisato), del rispetto, della tradizione; contestualizzare il fatto che si parla di persone che avevano la responsabilità di dare un Re al futuro della Nazione... contestualizzare la mentalità, la cultura, l’epoca e la fascia sociale! È vero che, per esempio, Vittorio Emanuele II ebbe vari figli ma tutto ciò è storia, erano cose note anche all’epoca; Quando si vuole fare la storia non si può procedere per dicerie, con intento di ingannare e incanalare politicamente ma si deve procedere con documentazione alla mano, prove e possibilmente testimonianze, altrimenti, oltre ad incorrere nel reato di pubblica diffamazione, si contribuisce solo al caos e alla falsificazione della Storia stessa che è la radice della verità e della nazione, avvelenarla è un atto criminoso!
Tratto da La Circolare Spigolosa.
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