Questo sito è a disposizione di tutti coloro che intendono inviare i loro pezzi, che dovranno essere firmati, articoli sulle gesta della Cavalleria Antica e Moderna, articoli di interesse Sociale, di Medicina,di Religione e delle Forze Armate in generale. Il sottoscritto si riserva il diritto di non pubblicare sul Blog quanto contrario alla morale ed al buon gusto. La collaborazione dei lettori è cosa gradita ed avviene a titolo volontario e gratuito, per entrambi.

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mercoledì 20 agosto 2008
LA POLIZIA MUNICIPALE DI BARI SI FA ONORE...
Alle ore 17.50 di ieri una telefonata di aiuto è giunta alla Centrale Operativa della Polizia Municipale di Bari. All’altro capo del telefono un ragazzo barese di 24 anni, residente nel quartiere San Paolo, disabile con problemi psichici, dichiarava di essere stato abbandonato dai genitori e di avere fame perché non mangiava da giorni.
Immediato l’intervento, viene inviata una pattuglia a casa del ragazzo.
Alle ore 18.00 gli Agenti raggiungono l’abitazione. All’interno dell’appartamento, non possono che constatare la veridicità della telefonata.
Il giovane riferisce agli Agenti di essere disabile poiché affetto da problemi psichici, e che il padre lo ha abbandonato ormai da tempo; che fino a qualche settimana fa è riuscito a comprarsi da mangiare con i pochi soldi della pensione di invalidità, che però gli era stata sospesa perché non si è sottoposto alla visita di controllo periodica e che da qualche giorno non mangia più perché ha finito i soldi ed anche il cibo.
Il frigorifero e le dispensa sono completamente vuoti.
La pattuglia si reca presso le Suore di “Madre Teresa di Calcutta” dalle quali riceve frutta, latte, biscotti, pasta, olio ed altri generi alimentari per il ragazzo.
Alle ore 19, 00 gli Agenti ritornano dal giovane per consegnargli le provviste.
Nel frattempo la pattuglia allerta l’assistente sociale del Comune di Bari di turno, perché informi il Centro di Salute Mentale di zona per l’assistenza sanitaria, e rintraccia il padre del ragazzo, il quale dice agli Agenti di essere separato dalla mamma del ragazzo, di essere disoccupato e poiché il figlio non percepisce da tempo né la pensione di invalidità né l’accompagnamento non è grado di mantenerlo economicamente.
LA POLIZIA MUNICIPALE COMUNICA
Bari 70126 – Via P. Aquilino n. 3 –
Comandante Tel. 080 - 5773411
Ufficio Stampa Tel. 080 – 5773454 Fax 080- 5491405
Responsabile Ufficio Stampa Dr. Stefano PICCIRILLI
e-mail: ufficiourp.poliziamunicipale@comune.bari.it
n. 190/08
martedì 19 agosto 2008
LA COSNIL FA SCUOLA...
La cosnil iniziera' a settembre la lotta ai raccomandati nei posti di lavoro La cosnil iniziera a settebre in tutt'italia la lotta ai raccomandati nei posti di lavoro in tutte le aziende publiche e private per dare spazio ai lavoratori migliori.Conclude la cosnil sono migliaia di raccomandati anche senza titoli che fanno carriera facile e i lavoratori migliori non hanno spazio,la battaglia cosnil iniziera' a settembre a partire da Cosenza,Roma,Lecce ,Brindisi Caserta,Avellino,Perugia,Napoli,Milano,Bologna,Firenze,Foggia,Civitavecchia ,Viterbo, Brindisi,Reggio Calabria e altreCOSNIL: LUCIRINO', LI' FUTURO DEI LAVORATORI, GLI OPERAI NE FARANNO'UNA RAGIONE Roma - 5 ago - Il futuro dei lavoratori italiani e' nella cosnil . E' quanto ha sostenuto Francesco Lucirino in una conferenza stampa, i lavoratori italiani "Credo - ha detto Lucirino in una conferenza stampa , che il nostro futuro sia del superamento dei salari e l'attuazione della partecipartecipazione dei lavoratori agli utili aziendali e i lavoratori se ne faranno una ragione . Io sono rimasto con la stessa idea sia quando militavo nella cisnal alla Fiat Mirafiori di Torino e sia nell'ugl , quando fondammo la cosnil, e feci un comizio a Piazza Matteotti a Cosenza e un Comizio a Roma a Piazza s.s.Apostoli e salii sul palco dicendo "sono uno di voi che vuole il cambiamento e il superamento dei salari.Conclusi i comizi dicendo i grandi uomini della storia del sindacalismo come filippo corridoni,michele bianchi e altri non ci sono riusciti noi ci riusciremo. Data: 5/8/2008 »REGIONE: COSNIL, 8.000 FIRME PER PETIZIONE SCIOGLIMENTO GIUNTA (AGI) - Cosenza, 18 ago. »REGIONE: COSNIL, 8.000 FIRME PER PETIZIONE SCIOGLIMENTO GIUNTA (AGI) - Cosenza, 18 ago. - Sono ottomila le firme raccolte per iniziativa della Cosnil per la petizione che chiede lo scioglimento della Giunta Loiero. "In poco meno di un mese - afferma il segretario della Confederazione sindacati italiani lavoratori - abbiamo raccolto ottomila firme. Il nostro obiettivo e' quello di raggiungere la soglia delle 500.000 per inoltrare alla Corte Costituzionale l'istanza di scioglimento della Giunta regionale calabrese guidata da Agazio Loiero, la cui politica - afferma il sindacato - ha fino ad oggi dimostrato di garantire sostegno ai cosiddetti poteri di casta, e clientelismo, contrastando in questo modo, direttamente e indirettamente, i processi di crescita del liberismo economico, del mercato del lavoro a danno dei lavoratori precari". (AGI) Com/Sip Data: 19/8/2008CGIL,CISL,UIL,UGL contro le hostess TRAMBUSS CGIL,CISL,UIL,UGL contro le hostess TRAMBUSS Che Triplice e UGL da tempo sono organizzazioni che difendono sempre meno gli interessi dei lavoratori noi sindacalisti nazionali della COSNIL (Confederazione dei Sindacati Nazionali Italiani del Lavoro) lo sosteniamo da tempo. Non fosse altro che una delle cause, se non la causa principale, della diminuzione costante del potere d'acquisto delle famiglie fu lo sciagurato accordo sulla Politica dei Redditi dove in cambio dei soldi per CAF e Formazione i sindacati confederali ed autonomi accettarono di legare gli aumenti contrattuali ai tassi di inflazione programmata, salvo recupero dell'inflazione "reale" che non si è vista e la perdita di scala mobile e scatti d'anzianità che garantivano un minimo di recupero del potere d'acquisto . Quello che è successo al Trambus di Roma è sintomatico, la Trambus dopo 8 anni di contratti a termine ed a seguito di una vertenza legale persa, senza consultare i lavoratori, invece di inquadrare le hostess allo stesso livello dei colleghi maschi ha convocato CGIL,CISL,UIL e UGL che hanno sottoscritto un accordo che prevede la declassazione a "pulitrici di vettura" di dette lavoratrice e la decurtazione degli stipendi di oltre 200 euro mensili. La COSNIL si è schierata a fianco delle lavoratrici precarie interessate, quaranta delle quali si sono incatenate giovedì scorso ai piedi del Campidoglio per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla loro situazione e denunciare la svendita dei loro diritti operata dalla neo-quadruplice sindacale. Il Segretario Regionale Cosnil Lazio dott. Filippo Ortenzi Data: 19/8/2008 --------------------------------------------Segreteria Nazionale COSNILConfederazione Sindacati Italiani LavoratoriVia Nicola Serra 6287100 CosenzaTel e fax 0984 481852Cell 340 8745514--------------------------------------------Da: www.cosnil.itEmail: segreteria@cosnil.it-------------
ESERCITAZIONE DI " CROWD RIOT CONTROL"
Public Affairs Office
KOSOVO Villaggio Italia
COMUNICATO STAMPA-di cap. Domenico Occhinegro
I militari del Contingente italiano, congiuntamente a forze Slovene e reparti della Polizia locale kosovara, hanno svolto ieri un’esercitazione di Crowd Riot Control (CRC). L’esercitazione è avvenuta alla presenza del Generale di Brigata Agostino Biancafarina, Comandante della Multinational Task Force West, del Sindaco di Pec/Peje e del Comandante delle forze speciali della locale Polizia.
L’esercitazione è il risultato di un lungo e intenso addestramento congiunto. L’attività addestrativa oltre ad affinare le procedure internazionali di intervento è stata anche un’opportunità per un proficuo scambio di esperienza. La Polizia locale ha espresso un vivissimo apprezzamento per la professionalità e la disponibilità dimostrata dagli Italiani.
All’esercitazione hanno partecipato due elicotteri della Task Force Ercole (un elicottero AB 205 di nazionalità Italiana e un AB 412 di nazionalità Slovena), assetti della Task Force PSYOPS, assetti della Task Force Astro (genio Guastatori), 100 militari italiani appartenenti alla Task Force Aquila ( su base dell’82° Reggimento Fanteria “Torino” che ha sede a Barletta), 60 Sloveni della Task Force Grof e 50 Poliziotti Kosovari (80 militari di varie nazionalità hanno avuto il compito di impersonare la folla di rivoltosi che hanno anche realizzato una barricata).
giovedì 14 agosto 2008
UNUCI LOMBARDIA
UNUCI Lombardia ha intenzione di partecipare con una propria rappresentanza alla sfilata che si svolgerà il 2 novembre in abiti civili.
In funzione delle adesioni potrà essere organizzato un trasporto con pulmann.
Chi fosse intenzionato a partecipare è pregato di segnalare: Grado - Arma - Cognome - Nome - Sezione UNUCI di Appartenenza - mezzi propri/pulmann
Ulteriori informazioni di dettaglio saranno inviate quando rese disponibili.
Cordiali Saluti - Best Regards - Mit freundlichen Gruessen - mes meilleurs salutationsElio Pedica
Cap. Elio Pedica Ceremony Manager & Webmaster of UNUCI LombardiaVia Bagutta 12 - 20121 Milanomobile 335.7693638web: http://www.unucilombardia.org/ competizione "Lombardia"http://www.unucilombardia.org/unucilombardia/mainlombardia.htmemail: unucilombardia@unucilombardia.orgSede: Via Bagutta 12, Milanotel./fax +39.02.76008863
QUEL CODICE PIENO DI FALSITA' E PREGIUDIZI ANTICATTOLICI
io non so se il Codice da Vinci sia un libro apportatatore di verità o meno, sulla vita di Gesù... Non sta a me sentenziare. Io, in qualità di giornalista mi limito solo riportare le notizie sul blog, citando le fonti. E Dio solo sà dove sta la verità. Alla quale credo che non la sapremo mai. Buona lettura.
Quel Codice pieno di falsità e pregiudizi anticattolici
Riportiamo ampi stralci della recensione del libro pubblicata sul numero di marzo/aprile 2005 de “Il Massimalismo”. Nunzio Primavera
Pregiudizi anticattolici e antiche e mai dimostrate accuse contro la Chiesa e il suo vertice romano in tutte le epoche, trovano, ciclicamente, occasioni per rigenerarsi. Ad accenderli, nei tempi più recenti, sono editori compiacenti di giornali e televisioni in tutto il mondo, ma anche holding cinematografiche hollywoodiane disposte a finanziare a suon di miliardi trasposizioni di antiche imposture sul grande schermo con tanto di regista e attori da premio Oscar. Ogni deliberata accusa violenta, opportunamente manipolata o interpretata parzialmente e senza rispetto della storia, si consuma verso obiettivi diversi. Ora è addirittura l’interpretazione delle Scritture adattata ai fini più diversi. Ora è l’Opus Dei insultata e accusata di essere una setta con finalità ignobili e innominabili. Ma raccontiamo brevemente la trama del libro. La parte che anche l’autore presenta come immaginaria ipotizza che il Priorato di Sion oggi si appresti a rivelare il segreto al mondo tramite il suo ultimo Gran Maestro, un curatore del Museo del Louvre che si chiama Jacques Saunière. Per impedire che questo avvenga, Saunière e i suoi principali collaboratori sono assassinati. Uno studioso di simbologia americano, Robert Langdon, è sospettato dei crimini, ma una criptologa che lavora per la polizia di Parigi – Sophie Neveu, la nipote di Saunière – crede nella sua innocenza e lo aiuta a fuggire. Il lettore è indotto a credere che responsabile degli omicidi sia l’Opus Dei (sul cui conto si ripetono le più crude “leggende nere” – cento volte smentite, ma dure a morire – desunte dalla letteratura internazionale), ma le cose sono più complicate. Un nuovo Papa progressista ha deciso di rescindere i legami fra la Chiesa e l’Opus Dei che risalgono a Giovanni Paolo II, e il prelato dell’Opus Dei accetta la proposta che gli proviene da un misterioso “Maestro”: pagando a questo personaggio una somma immensa, potrà ricattare la Santa Sede impadronendosi delle prove del segreto del Priorato di Sion – cioè della “verità” su Gesù Cristo – e minacciando di rivelarle al mondo. Un ex-criminale ora numerario dell’Opus Dei è “prestato” al Maestro, ed è quest’ultimo che lo spinge a commettere una serie di crimini. In realtà, il “Maestro” lavora per se stesso: è un ricchissimo studioso inglese, anti-cattolico, che vuole rivelare il segreto al mondo e accusa il Priorato di tacere per timore della Chiesa. Tra morti ammazzati, enigmi e inseguimenti Robert Langdon e Sophie – tra cui nasce anche l’inevitabile storia d’amore – finiscono per scoprire la verità: la tomba della Maddalena è nascosta sotto la piramide del Louvre, voluta dall’esoterista e massone presidente francese François Mitterrand (1916-1996), ma il sang réal scorre nelle vene della stessa Sophie, che è dunque l’ultima discendente di Gesù Cristo.LA MADDALENA, COSTANTINO E I MISTERI DEL PRIORATO DI SIONI in pratica questa storia abbastanza debole e nemmeno troppo originale raccontata nel Codice, svela che Costantino imperatore (280-337) avrebbe inventato un cristianesimo diverso rispetto a quello autentico, sopprimendo l’elemento femminile, proclamando che Gesù Cristo era Dio, e facendo d’imperio ratificare queste sue idee patriarcali, autoritarie e anti-femministe dal Concilio di Nicea. Una menzogna davvero debole che non tiene conto che molto prima di Costantino, all’epoca del Canone Muratoriano (che risale circa al 190 d.C.), il riconoscimento dei quattro Vangeli come canonici e l’esclusione dei testi gnostici era un processo che si era sostanzialmente completato; quindi ben novant’anni prima che Costantino nascesse e potesse compiere le falsificazioni indicate dal Codice, alle quali poi ne dovrebbero essere seguite altre. Infatti successivamente, Gregorio Magno, papa dal 590 al 604, avrebbe proseguito l’opera costantiniana riscrivendo completamente parti sostanziali dei vangeli, cambiando o espellendo in alcune parti completamente il ruolo di Maria di Magdala che invece sarebbe stata compartecipe della divinità di Cristo stesso in quanto sua sposa. Il Codice giunge ad asserire che da Maria Maddalena, fuggita in Francia dopo la Resurrezione niente meno che con Giuseppe di Arimatea, sarebbe nata una stirpe regale, quella dei Merovingi, e il Santo Graal altro non sarebbe, in francese arcaico, che il Sang Real, il Sangue Regale di Gesù trasmesso attraverso la Maddalena; anzi addirittura lei stessa sarebbe il Santo Graal.Insomma, per mantenere saldo il potere, in più fasi, questa la storia che viene narrata nel Codice, l’imperatore Costantino al Concilio di Nicea e, quasi tre secoli dopo, Gregorio Magno avrebbero cancellato un Gesù Cristo che aveva affidato la Chiesa che avrebbe dovuto proclamare la priorità del principio femminile a sua moglie Maria Maddalena e non all’apostolo Pietro. Ma soprattutto sarebbe stato espulso addirittura il concetto di un Cristo che non aveva mai preteso di essere Dio e il tentativo di soppressione fisica della sua discendenza. Il primo scopo sarebbe stato conseguito scegliendo quattro vangeli “innocui” fra le decine che esistevano, e proclamando “eretici” gli altri vangeli “gnostici”, alcuni dei quali avrebbero messo sulle tracce del matrimonio fra Gesù e la Maddalena.Insomma sarebbero stati cancellati, tra Costantino e papa Gregorio, un Gesù coniugato con tanto di figli e una Maddalena capo della nuova religione, addirittura nemica di Pietro. Poi la Chiesa avrebbe proseguito nel suo intento criminale anti femminile nei secoli combattendo strenuamente contro la stirpe regale dei Merovingi. Questi, sul trono di Francia in quanto presunti eredi diretti della Maddalena e di Gesù, saranno sterminati dai Carolingi loro nemici, comandati da Pipino il Breve e Carlo Magno, soprattutto fedelissimi al Papa, che li gratificherà della corona imperiale che andrà a Carlo.C’è poi nel racconto del Codice un’organizzazione misteriosa, il Priorato di Sion, che sarebbe stato creato per proteggere il segreto della discendenza di Gesù rappresentata dagli ultimi Merovingi. Al Priorato sono collegati i Templari (per questo perseguitati) e più tardi anche la massoneria. Alcuni fra i maggiori letterati e artisti della storia sono stati Gran Maestri del Priorato di Sion, e – fra cui Leonardo da Vinci (1452-1519) – hanno lasciato indizi della presunta verità segreta nelle loro opere. La Chiesa cattolica, nel frattempo, avrebbe completato la liquidazione del primato del principio femminile con la lotta alle streghe e il rogo per cui cinque milioni di donne sono state eliminate.Il racconto de Il Codice da Vinci non si ferma a una finzione letteraria, che già sarebbe ardita e in se stessa eretica per la fede cattolica, ma ha la pretesa di narrare e di citare fonti storiche che addirittura definisce verificabili. Su questi temi sono usciti allo scoperto in tanti in tutto il mondo, pronti a giurare che si tratta della verità. Vengono tirate fuori concordanze con i vangeli gnostici, tracce in chiese ed edifici nella campagna francese che celerebbero la tomba perduta della Maddalena e verifiche addirittura sul Cenacolo di Leonardo dove Maria di Magdala sarebbe raffigurata proprio alla destra di Cristo (senza tenere conto che esistono schizzi preparatori del Cenacolo di mano dello stesso Leonardo dove è evidente che il personaggio raffigurato alla destra di Gesù è di sesso maschile e rappresenta Giovanni l’apostolo più giovane di tutti).CAPI VERI E PRESUNTI E DOMANDE SENZA RISPOSTEMa a questo punto, anche se volessimo per una sola volta accettare che tutta questa storia non sia una bestemmia (perché, sia chiaro, che si bestemmia trattando questi temi con leggerezza e senza conoscerli approfonditamente), ci sarebbe da porsi alcune legittime domande. Perché mai Papa Gregorio, o chi per lui, che quindici o sedici secoli fa avrebbe messo in piedi tale immensa impostura completando il lavoro iniziato da Costantino, avrebbe dato via libera a un San Pietro, il capo designato da Gesù stesso e primo Papa, fin troppo umano e addirittura traditore per tre volte del suo Maestro, debole e incapace di stare ai piedi della croce con le donne, incredulo alla rivelazione della avvenuta resurrezione? Perché nella presunta mistificazione Papa Gregorio ha definito un modello così vulnerabile e fin troppo umano del primo capo della Chiesa? Perché mai avrebbe lasciato un privilegio tanto importante come l’annuncio della resurrezione a una donna che viene definita come ex prostituta, se accettiamo per vero il presunto intento di montare una religione che intendeva espellere le donne dal proprio governo? Perché, poi, mostrare gli apostoli in fuga durante la crocifissione e increduli della resurrezione, con addirittura un Tommaso che vuole la prova della mano nel costato? Non sarebbe stato più conveniente, per dare forza al papato e credibilità alla guida maschile della Chiesa, per Papa Gregorio disegnare un Pietro ancora più “Roccia” nel momento più difficile e apostoli che non tentennano? Perché, visto che a quanto pare l’impegno principale era quello di mistificare un vangelo su misura lasciarlo così debole riguardo ai “comprimari” e, soprattutto, con personaggi tanto vulnerabili?Invece, l’unica a non tentennare nei momenti più difficili descritta dai vangeli canonici senza mezzi termini è proprio Maria di Magdala che unge Gesù con oli preziosi quando è ancora vivo e che lui stesso sceglie come testimone della propria resurrezione, chiedendole di serbare gli unguenti per la sua sepoltura. È sempre la Maddalena, come una della famiglia, insieme a Maria Vergine e a sua sorella Maria di Cleofe, a piangere ai piedi della croce. Se avessero dovuto mistificare qualcosa, se avessero dovuto defraudarla da un ruolo perché, allora lasciarle presenze e posizioni tanto importanti, addirittura cruciali, nei vangeli canonici?Queste sono domande che chi incensa Il Codice da Vinci si guarda bene dal porsi e il libro alla fine si riduce a un romanzo giallo che finisce con l’essere l’ennesimo pamphlet contro la Chiesa e contro l’Opus Dei. Quest’ultima accusata di essere una sorta di società segreta agli ordini del Papa per mantenere il potere e non fare trapelare il segreto, nemica giurata del Priorato di Sion che invece sarebbe detentore, attraverso i secoli, della verità del Santo Graal e di Maria di Magdala come dea madre.Non si può accettare nemmeno quale giustificazione quella addotta da più parti che i quattro vangeli non negano da alcuna parte che Gesù e Maria di Magdala fossero sposati e si amassero. D’altra parte non si ricorda che ci sia da qualche parte un versetto che neghi che San Pietro fosse un cavallo. Il fatto che manchino affermazioni di questo genere non possono avvalorare tanto una condizione coniugale di Gesù con la Maddalena, quanto quella equina di San Pietro.LE VERITÀ DEI VANGELI GNOSTICI E DI QUELLI APOCRIFI. Ma, bando alle inezie e ai sofismi, perché è su questo che molta parte della polemica internazionale si basa, oltre che su asserzioni dei vangeli gnostici, scritti intorno al secondo secolo (tra il 120 e il 200) e ritrovati solo intorno al 1946 a Nag Hammadi in Egitto. Chiunque si trovi a leggerli - e chi scrive lo ha fatto nella edizione del 1999 pubblicata in Italia da Adelphi - si trova di fronte a testi difficilmente comprensibili con un linguaggio ermetico, ricco di simboli e di caratteri esoterici.Nei primi anni del cristianesimo nelle numerose comunità pullulavano le eresie con interpretazioni che pretendevano tutte il privilegio dell’autorità e si identificavano in varie sette, gruppi, scuole di apocalittici, ebioniti, gnostici, manichei, marcianiti. Tutte ritenevano di essere detentrici della verità e gli insegnamenti erano tramandati per lo più oralmente. Forte si sentiva, quindi, la necessità di fermare nella memoria la verità e le testimonianze su Gesù. Va ricordato anche che nel 70 la Palestina viene messa a ferro e fuoco dalle legioni romane e questo fatto è cruciale nella formazione delle prime comunità cristiane. Le testimonianze scritte su Gesù pullulavano e alcune di queste avevano il tono della fiaba popolare arcaica o addirittura della leggenda che si mescolava con le tradizioni delle popolazioni presso cui il cristianesimo cominciava a mettere radici. Nei vangeli arabi dell'infanzia, durante il periodo in Egitto, Gesù appare capriccioso e discolo, e "il miracolo" è chiamato in causa di continuo e si mescola, quale ingenuo lustrino, al povero realismo degli scenari. Ma anche questa visione è condizionata dalla cultura araba e non si può pensare di accreditarle un minimo di veridicità. Sono miracoli penosi, senza accento spirituale, ma solo con il peso del potere. Un ragazzo urta Gesù bambino e Gesù lo fa secco, i genitori del morto si lamentano e lui li acceca. Gesù rompe una brocca ma porta ugualmente l'acqua a sua madre dentro il mantello. Il culmine della grottesca meccanicità del miracolo si ha nel racconto sulla morte di Maria. Gli Apostoli accorrono al capezzale con nuvole apposite, tipo jets personali. Giuseppe è un altro personaggio degli apocrifi sempre imbarazzato dal proprio ruolo, quasi avesse coscienza del rischio di apparire come una macchietta. Fanno contrasto con le piccinerie appena descritte, alcune liriche immagini del protovangelo di Giacomo. Maria bambina viene allevata nel Tempio come una colomba che riceve il cibo dalle mani di un angelo, e quando chiede in che modo concepirà e partorirà, si sentirà rispondere: "Ti coprirà come un'ombra la Potenza del Signore". E ancora la descrizione del silenzio cosmico che accompagna, con una magica sospensione dello scorrer del tempo, l'avvento della nascita del Salvatore.LA VITA DI GESÙ, I VANGELI CANONICI E QUMRANM a quali sono i Vangeli veri, le testimonianza più accettabili, le fonti certe e accettate? Nel 300 dopo Cristo, Origene afferma che quattro sono i Vangeli della Chiesa, tutti gli altri sono eretici.Senza dubbio sono attendibili i racconti più diretti, quelli di Matteo e di Giovanni proprio perché dello stesso Gesù erano apostoli e amici, ma anche quello di Marco che aveva un testimone diretto in Pietro che aveva seguito e forse accompagnato a Roma, e quello di Luca che si riferiva direttamente a Paolo del quel era stato compagno in più viaggi. Poi ci sono gli Atti degli Apostoli scritti da Luca, le Lettere di Paolo e le Lettere Cattoliche di Pietro, Giacomo, Giovanni e Giuda.Marco e Luca non si discostano molto da quanto Matteo afferma e infatti i loro tre Vangeli vengono detti sinottici. Il vangelo di Giovanni è la testimonianza toccante e profonda dell’apostolo che Gesù più di tutti amava, che è tra i primi a seguirlo ai piedi della croce e che prende con sé Maria Vergine come fosse la propria madre. E più dei sinottici, il Vangelo di Giovanni cerca di focalizzare la propria attenzione mettendo in luce il senso della vita, delle opere e della predicazione di Gesù.E se non bastassero queste indicazioni a dare attendibilità storica al Nuovo Testamento ci sono i rotoli di Qumran che provengono da una comunità di esseni del primo secolo e cioè proprio i primi anni della predicazione cristiana dopo la resurrezione, quasi tre secoli prima di Costantino e sei rispetto a Gregorio Magno. I frammenti di vangelo ci consegnano elementi chiari, definiti e ben rintracciabili del Nuovo Testamento che testimoniano che la stesura di questi è stata completata ben prima delle presunte mistificazioni e delle purghe antifemministe e molto prima degli gnostici, che sono del secondo secolo. I frammenti di Qumran del vangelo di Marco (6,52-53) risalgono ad anni in cui ancora molti dei testimoni dei fatti avvenuti erano viventi e avrebbero potuto ben contestare o modificare quanto in essi raccontato. E poi ci sono da Qumran anche i due frammenti della prima lettera di San Paolo a Timoteo (3,16 - 4,3) ad avvalorare che già nei primi anni dopo la Resurrezione alcuni dei documenti (vangelo di Marco e lettere di San Paolo) che faranno parte del Nuovo Testamento erano conosciuti tra le comunità cristiane che iniziavano a formarsi. Documenti chiari e datati con certezza dagli scienziati dei quali bisognerebbe tenere conto, insieme al fatto che il testo di Marco e la prima lettera a Timoteo devono per forza risalire a prima del 68 d.C., quando Qumran, con la sua comunità di pii esseni che custodivano i rotoli ritrovati oggi e molti altri testi di carattere religioso, fu occupata e distrutta dai Romani, conservando per noi fino a oggi i preziosi frammenti.E SE INVECE DI GESÙ IL “CODICE” RACONTASSE DI BUDDHA?Ma talvolta è così gratificante per alcuni diffamare la Chiesa, opporsi alla sua millenaria storia di pace e di fratellanza tra tutte le persone di buona volontà che aggiungere l’ennesimo tassello di diffamazione diviene un fatto ovvio, normale e al quale in pochi sono in grado di opporsi efficacemente. Se lo scenario fosse un altro e il romanzo non fosse Il Codice da Vinci, ma avesse per protagonista il principe Siddharta e raccontasse un’altra storia, quella del Buddha, che dopo l’illuminazione, non ha condotto la vita di castità che gli si attribuisce, ma ha avuto moglie e figli. Che la comunità buddhista dopo la sua morte ha violato i diritti della moglie, che avrebbe dovuto essere la sua erede. Che per nascondere questa verità i buddhisti nel corso della loro storia hanno assassinato migliaia, anzi milioni di persone. Che un santo buddhista scomparso da pochi anni - che so, un Daisetz Teitaro Suzuki (1870-1966) - era in realtà il capo di una banda di delinquenti. Che il Dalai Lama e altre autorità del buddhismo internazionale operano per mantenere le menzogne sul Buddha servendosi di qualunque mezzo, compreso l’omicidio. Certamente l’atteggiamento verso un romanzo del genere sarebbe ben diverso da quello registrato verso Il Codice da Vinci. Autorità di tutte le religioni denuncerebbero l’odiosa mistificazione anti-buddhista e l’incitamento allo scontro fra le religioni. In diversi paesi la sua pubblicazione sicuramente sarebbe vietata, fra gli applausi della stampa. Le case cinematografiche, cui fosse proposta una versione per il grande schermo, caccerebbero a pedate l’autore, considerando l’intero progetto uno scherzo di cattivo gusto. E Ron Howard, Richard Geere e Tom Hanks sarebbero in prima linea a sottoscrivere appelli per il Dalai Lama offeso, vilipeso e tradito nella sua fede e a raccogliere fondi per finanziare campagne in suo favore.Questa certamente sarebbe la reazione di fronte a uno scenario del genere. E sarebbe la reazione giusta e condivisibile. Ma perché quando è la Chiesa Cattolica al centro della diffamazione le cose cambiano totalmente? Come è stato correttamente osservato dallo storico e sociologo americano Philip Jenkins, il successo di questo mediocrissimo prodotto letterario è solo un’altra prova del fatto che l’anti-cattolicesimo è “l’ultimo pregiudizio accettabile” (è il titolo di un libro di Jenkins: The New Anti-Catholicism. The Last Acceptable Prejudice, Oxford University Press, New York 2003).
SAN JOSEMARÍA
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ARCHIVIO 21 giugno 2008
lunedì 11 agosto 2008
LA PATRIA
Il vicedirettore
Il *“Palazzuolo”
Bisceglie - Bari
“Non chiedete cosa può fare il Paese per voi: chiedetevi invece cosa potete fare voi per il Paese”
Così esordisce il Direttore della Rivista militare U.N.U.C.I. (Ass. Naz. Uff. d’Italia in congedo), Gen. Sq. A. Giovanni Tricomi.
Questa frase, con la quale ho pensato di aprire l’editoriale di questo numero della nostra rivista, fu pronunciata dall’indimenticabile Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, nel discorso inaugurale del proprio mandato nel 1961. Mi rendo conto di non aver scoperto nulla di nuovo; è una frase conosciuta e usata spesso da quanti cercano di far giungere un messaggio, un invito ad abbandonare, almeno per un momento, i ristretti interessi personali per allargare l’orizzonte al benessere generale della collettività alla quale si appartiene. Qualcuno sostiene che questa frase di Kennedy fosse addirittura il motto di Giovanni Falcone. Sembra che Falcone la custodisse trascritta su un foglietto che portava sempre nella sua agenda. Falcone, quindi apprezzava le idee del Presidente americano, ne condivideva gli ideali che muovevano la sua linea d’azione alla guida della più grande potenza mondiale. Kennedy e Falcone accomunati da un comune sentire e dalla stessa drammatica fine. Sappiamo tutti quanto abbiamo dato alla Patria – pur in contesti diversi – due grandi uomini come il Presidente americano e quel magistrato italiano. Sappiamo bene quale sia il prezzo altissimo da loro pagato per le idee nelle quali avevano sempre creduto e lottato. Il bene supremo: la loro stessa vita! Questo editoriale, queste mie riflessioni , cari Soci, cari Amici, vi giungeranno – visti i tempi e la periodicità della nostra rivista – ormai nel pieno dell’estate, cioè nel tempo della spensieratezza, delle ferie, delle gioie famigliari. O lo ritroverete, ritemprati dal breve, meritato ozio, al rientro dalle località di mare e di montagna. Ma va benissimo comunque, perché le cose che cercherò di dirvi – in modo semplice e sintetico, per non tediarvi – non hanno tempo, non passano di moda. Al contrario, divengono sempre più di stringente attualità, proprio perché, da qualche tempo, si manifestano pericolosi sintomi di allontanamento dal mondo dei valori. Egoismi, ricerca obbiettivi facili da conseguire con pochi sforzi e senza sacrifici, sembrano oggi l’unico modo di concepire la vita.
L’Italia, L’Europa, gli stessi Stati Uniti, il mondo intero stanno vivendo una stagione difficilissima: la crisi energetica, il costo dei carburanti, del pane, del latte, l’inflazione che aumenta, la stagnazione. Mentre si affaccia, prepotentemente e minaccioso, lo spettro della crisi economica che ricorda quella tremenda del 1929. Problemi e ricordi che fanno rabbrividire. Sono queste le difficoltà che quotidianamente dobbiamo affrontare. Eppure, paradossalmente, le autostrade della Penisola sono intasate, pieni i ristoranti, svuotati i conti bancari e i risparmi. L a quota di “iphon” moderno telefonino tuttofare, vero status-simbol, messo in vendita a metà luglio in italia (prezzo medio 490 euro), è stata esaurita in due giorni! Ma non siamo il Paese nel quale una larga fetta di famiglie non arrivano a fine mese? Questi comportamenti spesso incomprensibili, sono forse un segnale preoccupante di sconforto, di mancanza di fiducia nel futuro? Forse sto andando fuori tema e cerco di ritornare al messaggio che voglio trasmettervi. Voi Soci , Amici provenite tutti dal mondo militare, o con quel mondo avete un legame stretto e profondo, avete delle radici salde, quelle della Quercia che ho scelto come simbolo della nostra Unione. Voi, Noi, abbiamo tutti alle spalle un mondo di valori nei quali crediamo e per i quali ci battiamo con le nostre iniziative, i nostri programmi, e le nostre attività. Noi dobbiamo continuare a guardare, oggi a più che mai , a quei valori, a non tradirli, non abbandonarli, a far si che possano continuare a rappresentare il modo giusto di intendere la società. La comunanza dei valori, delle buone intenzioni, della sobrietà, della solidarietà, della laboriosità sono i mattoni e il cemento con i quali di costruisce i si rinsalda la Patria. E noi, nel nostro piccolo, siamo un parte importante della Patria. Il cerchio si chiude, rispondiamo alle brevi, importanti parole del Presidente Kennedy, cerchiamo di fare di più pèer la nostra Patria, cerchiamo di non disperdere le nostre energie inseguendo chimere e sogni di grandezza scritti sulla sabbia. Cominciando dalla nostra piccola Patria che si chiama Unuci .C’è allora molto da fare. C’è una scommessa da vincere è la posta in gioco è alta. Perché si tratta veramente di rafforzare in modo considerevole quel ruolo di “cinghia di trasmissione” fra società civile e mondo militare che l’associazionismo ha sempre avuto e che ora guarda in modo diverso rispetto al passato, con Forze Armate non più di massa e con il reclutamento volontario. Ma il mondo militare-e noi ne facciamo parte-è fatto per vincere le sfide, e saprà vincere anche quella della riscoperta e della riaffermazione dei valori. Basta poco per suggerire idee o mettere in atto iniziative capaci di attrarre fornire contributi di pensiero utili a tutti. Contributi di pensiero sarebbero utili anche al miglioramento della rivista, che no ha grandi mezzi e non può permettersi firme di autorevoli giornalisti. Certamente i Delegati regionali, i Presidenti di sezione, molti Soci, sono in grado di offrire-ciascuno nell’ambito di specifiche conoscenze-di offrire contributi validi alla causa comune. Sarei ben lieto di ospitare in ogni numero della Rivista, un “articolo di fondo” di un Delegato Regionale, di un Presidente di Sezione, di un Socio, di uno dei tanti Amici dell’UNUCI, per meglio caratterizzare la partecipazione corale al bene comune.
Sono certo (continua il Gen. Tricomi) che questo appello troverà risposte adeguate. Restiamo uniti intorno alla Quercia, siamo un’Unione e l’unione fa la forza. non siamo soli, nessun uomo è un’ isola, per dirla con il poeta inglese John Donne; “Nessun uomo resta solo…Il dolore di ogni uomo è il mio dolore. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro”.
Facciamo nostra questa idea, non perdiamoci d’animo, guardiamo al futuro con fiducia, con sana ostinazione, anche quando sembrano vacillare i più alti punti di riferimento. Ce lo chiedono i nostri padri che hanno lottato e sofferto, che si sono sacrificati per difendere la Patria: Ce lo chiedono gli uomini e le donne delle nostre Forze Armate, che stanno offrendo prove di coerenza, di coraggio, di umanità, di solidarietà e stanno meritando il consenso e la riconoscenza in campo internazionale. Loro credono nella Patria e meritano il nostro sostegno e la nostra vicinanza ideale.
domenica 10 agosto 2008
UN BARLETTANO DOC.DELL' 82 R.G.T.-TEN.COL. SAVERIO PISTILLO
Public Affairs Office
KOSOVO Villaggio Italia
COMUNICATO STAMPA
Spettabile redazione in allegato comunicato stampa.
Gli uomini e le donne dell’82° Reggimento di Barletta hanno realizzato, in prima persona, un’importante struttura che migliorerà la vita di tutti i militari impegnati in Kosovo oggi come domani.
Vi saremmo grati se vorreste accordarci uno spazio per gratificare il loro lavoro.
Distinti saluti
Cap. Domenico Occhinegro-(giornalista militare)
I BARLETTANI RICOSTRUISCONO UNA MENSA IN KOSOVO
In una calda serata d’estate, sotto un cielo stellato, fra le lussureggianti colline balcaniche presso la base Hunter’s House (Casa del Cacciatore ) si è svolta una breve ma intensa cerimonia di inaugurazione della nuova mensa e dell’ adiacente gazebo attrezzato con barbecue e forno a legna.
L’opera dei Barlettani è stata fondamentale per la realizzazione della struttura che ha migliorato sensibilmente la qualità della vita dei militari.
Dopo settimane di intenso lavoro si può definire “realizzato” l’ambizioso progetto che ha visto concretizzato l’acume creativo del team della cellula S4 (logistica) della Task Force Aquila su base 82° fanteria “Torino”, che ha sede a Barletta.
Tutti gli spazi interni della mensa sono stati utilizzati e ottimizzati con buon gusto e ingegno, come se ci fosse stato un tocco di bacchetta magica, rendendo confortevole un ambiente che armonizza sia le attrezzature che gli arredi . La struttura tutta in legno, così come l’attiguo gazebo, accoglie gradevolmente il personale che vi dimora e che assicura quotidianamente la sicurezza del Patriarcato di Pec/Peje dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.
La struttura regala piacevoli momenti di ritrovo grazie a un ambiente “caldo” simile al focolare famigliare.
Le tendine gialle e azzurre, così come le colorazioni dei copri tavoli, richiamano i colori del Reggimento di Barletta ( il cui stemma viene riprodotto sulle vetrofanie applicate ai vetri ) comandato dal Colonnello Graziano GIRONACCI che con i suoi uomini ha realizzato un ‘opera necessaria e funzionale apprezzata da tutti.
Tutte le aree verdi, che coronano e attorniano la base, si diramano lungo la recinzione perimetrale, con tagli artistici e impareggiabile maestria, merito dell’ineguagliabile team “infrastrutture”.
Hanno presenziato alla cerimonia d’inaugurazione il Comandante della Multinational Task Force West Generale di Brigata Agostino BIANCAFARINA e i Comandanti di tutte le Task Force presenti in Kosovo.
Un Barlettano DOC. Ten Col Saverio PISTILLO
sabato 9 agosto 2008
MESSAGGIO DI SUA SANTITA' BENEDETTO XVI PER LA XXIII GIONATA MONDIALE DELLA GIOVENTU'
«Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni» (At 1,8)
Cari giovani!
1. La XXIII Giornata Mondiale della Gioventù
Ricordo sempre con grande gioia i vari momenti trascorsi insieme a Colonia, nell'agosto 2005. Alla fine di quell'indimenticabile manifestazione di fede e di entusiasmo, che resta impressa nel mio spirito e nel mio cuore, vi ho dato appuntamento per il prossimo incontro che si terrà a Sydney, nel 2008. Sarà la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù ed avrà come tema: «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni» (At 1,8). Il filo conduttore della preparazione spirituale all'appuntamento di Sydney è lo Spirito Santo e la missione. Se nel 2006 ci siamo soffermati a meditare sullo Spirito Santo come Spirito di verità, nel 2007 cerchiamo di scoprirlo più profondamente quale Spirito d'amore, per incamminarci poi verso la Giornata Mondiale della Gioventù 2008, riflettendo sullo Spirito di fortezza e testimonianza, che ci dona il coraggio di vivere il Vangelo e l'audacia di proclamarlo. Diventa perciò fondamentale che ciascuno di voi giovani, nella sua comunità e con i suoi educatori, possa riflettere su questo Protagonista della storia della salvezza che è lo Spirito Santo o Spirito di Gesù, per raggiungere questi alti scopi: riconoscere la vera identità dello Spirito anzitutto ascoltando la Parola di Dio nella Rivelazione della Bibbia; prendere una lucida coscienza della sua continua, attiva presenza nella vita della Chiesa, in particolare riscoprendo che lo Spirito Santo si pone come "anima", respiro vitale della propria vita cristiana, grazie ai sacramenti dell'iniziazione cristiana - Battesimo, Confermazione ed Eucaristia; diventare così capace di maturare una comprensione di Gesù sempre più approfondita e gioiosa e, contemporaneamente, di realizzare un'efficace attuazione del Vangelo all'alba del terzo millennio. Volentieri con questo messaggio vi offro un tracciato di meditazione da approfondire lungo quest'anno di preparazione, su cui verificare la qualità della vostra fede nello Spirito Santo, ritrovarla se smarrita, rafforzarla se indebolita, gustarla come compagnia del Padre e del Figlio Gesù Cristo, grazie appunto all'opera indispensabile dello Spirito Santo. Non dimenticate mai che la Chiesa, anzi l'umanità stessa, quella che vi sta attorno e che vi aspetta nel vostro futuro, attende molto da voi giovani perché avete in voi il dono supremo del Padre, lo Spirito di Gesù.
2. La promessa dello Spirito Santo nella Bibbia
L'attento ascolto della Parola di Dio a riguardo del mistero e dell'opera dello Spirito Santo ci apre a conoscenze grandi e stimolanti che riassumo nei punti seguenti.
Poco prima della sua ascensione, Gesù disse ai discepoli: «Manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso» (Lc 24,49). Ciò si realizzò nel giorno della Pentecoste, quando essi erano riuniti in preghiera nel Cenacolo con la Vergine Maria. L'effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa nascente fu il compimento di una promessa di Dio assai più antica, annunciata e preparata in tutto l'Antico Testamento.
In effetti, fin dalle prime pagine la Bibbia evoca lo spirito di Dio come un soffio che «aleggiava sulle acque» (cfr Gn 1,2) e precisa che Dio soffiò nelle narici dell'uomo un alito di vita (cfr Gn 2,7), infondendogli così la vita stessa. Dopo il peccato originale, lo spirito vivificante di Dio si manifesterà diverse volte nella storia degli uomini, suscitando profeti per incitare il popolo eletto a tornare a Dio e ad osservarne fedelmente i comandamenti. Nella celebre visione del profeta Ezechiele, Dio fa rivivere con il suo spirito il popolo d'Israele, raffigurato da "ossa inaridite" (cfr 37,1-14). Gioele profetizza un’"effusione dello spirito" su tutto il popolo, nessuno escluso: «Dopo questo - scrive l'Autore sacro -, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo... Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito» (3,1-2).
Nella "pienezza del tempo" (cfr Gal 4,4), l'angelo del Signore annuncia alla Vergine di Nazaret che lo Spirito Santo, "potenza dell'Altissimo", scenderà e stenderà su di lei la sua ombra. Colui che ella partorirà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio (cfr Lc 1,35). Secondo l'espressione del profeta Isaia, il Messia sarà colui sul quale si poserà lo Spirito del Signore (cfr 11,1-2; 42,1). Proprio questa profezia Gesù riprese all'inizio del suo ministero pubblico nella sinagoga di Nazaret: «Lo Spirito del Signore - Egli disse fra lo stupore dei presenti - è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19; cfr Is 61,1-2). Rivolgendosi ai presenti, riferirà a se stesso queste parole profetiche affermando: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi» (Lc 4,21). Ed ancora, prima della sua morte in croce, annuncerà più volte ai discepoli la venuta dello Spirito Santo, il "Consolatore", la cui missione sarà quella di rendergli testimonianza e di assistere i credenti, insegnando loro e guidandoli alla Verità tutta intera (cfr Gv 14,16-17.25-26; 15,26; 16,13).
3. La Pentecoste, punto di partenza della missione della Chiesa
La sera del giorno della sua risurrezione Gesù, apparendo ai discepoli, «alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo"» (Gv 20,22). Con ancor più forza lo Spirito Santo scese sugli Apostoli il giorno della Pentecoste: «Venne all'improvviso dal cielo un rombo - si legge negli Atti degli Apostoli - come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro» (2,2-3).
Lo Spirito Santo rinnovò interiormente gli Apostoli, rivestendoli di una forza che li rese audaci nell'annunciare senza paura: «Cristo è morto e risuscitato!». Liberi da ogni timore essi iniziarono a parlare con franchezza (cfr At 2,29; 4,13; 4,29.31). Da pescatori intimoriti erano diventati araldi coraggiosi del Vangelo. Persino i loro nemici non riuscivano a capire come mai uomini «senza istruzione e popolani» (cfr At 4,13) fossero in grado di mostrare un simile coraggio e sopportare le contrarietà, le sofferenze e le persecuzioni con gioia. Niente poteva fermarli. A coloro che cercavano di ridurli al silenzio rispondevano: «Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,20). Così nacque la Chiesa, che dal giorno della Pentecoste non ha cessato di irradiare la Buona Novella «fino agli estremi confini della terra» (At 1,8).
4. Lo Spirito Santo, anima della Chiesa e principio di comunione
Ma per comprendere la missione della Chiesa dobbiamo tornare nel Cenacolo dove i discepoli restarono insieme (cfr Lc 24,49), pregando con Maria, la "Madre", in attesa dello Spirito promesso. A quest'icona della Chiesa nascente ogni comunità cristiana deve costantemente ispirarsi. La fecondità apostolica e missionaria non è principalmente il risultato di programmi e metodi pastorali sapientemente elaborati ed "efficienti", ma è frutto dell'incessante preghiera comunitaria (cfr Paolo VI, Esort. apost. Evangelii nuntiandi, 75). L'efficacia della missione presuppone, inoltre, che le comunità siano unite, abbiano cioè «un cuore solo e un'anima sola» (cfr At 4,32), e siano disposte a testimoniare l'amore e la gioia che lo Spirito Santo infonde nei cuori dei fedeli (cfr At 2,42). Il Servo di Dio Giovanni Paolo II ebbe a scrivere che prima di essere azione, la missione della Chiesa è testimonianza e irradiazione (cfr Enc. Redemptoris missio, 26). Così avveniva all'inizio del cristianesimo, quando i pagani, scrive Tertulliano, si convertivano vedendo l'amore che regnava tra i cristiani: «Vedi - dicono - come si amano tra loro» (cfr Apologetico, 39 § 7).
Concludendo questo rapido sguardo alla Parola di Dio nella Bibbia, vi invito a notare come lo Spirito Santo sia il dono più alto di Dio all'uomo, quindi la testimonianza suprema del suo amore per noi, un amore che si esprime concretamente come "sì alla vita" che Dio vuole per ogni sua creatura. Questo "sì alla vita" ha la sua forma piena in Gesù di Nazaret e nella sua vittoria sul male mediante la redenzione. A questo proposito non dimentichiamo mai che l'Evangelo di Gesù, proprio in forza dello Spirito, non si riduce ad una pura constatazione, ma vuole diventare "bella notizia per i poveri, liberazione per i prigionieri, vista ai ciechi...". E’ quanto si manifestò con vigore il giorno di Pentecoste, diventando grazia e compito della Chiesa verso il mondo, la sua missione prioritaria.
Noi siamo i frutti di questa missione della Chiesa per opera dello Spirito Santo. Noi portiamo dentro di noi quel sigillo dell'amore del Padre in Gesù Cristo che è lo Spirito Santo. Non dimentichiamolo mai, perché lo Spirito del Signore si ricorda sempre di ciascuno e vuole, mediante voi giovani in particolare, suscitare nel mondo il vento e il fuoco di una nuova Pentecoste.
5. Lo Spirito Santo "Maestro interiore"
Cari giovani, anche oggi lo Spirito Santo continua dunque ad agire con potenza nella Chiesa e i suoi frutti sono abbondanti nella misura in cui siamo disposti ad aprirci alla sua forza rinnovatrice. Per questo è importante che ciascuno di noi Lo conosca, entri in rapporto con Lui e da Lui si lasci guidare. Ma a questo punto sorge naturalmente una domanda: chi è per me lo Spirito Santo? Non sono infatti pochi i cristiani per i quali Egli continua ad essere il "grande sconosciuto". Ecco perché, preparandoci alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, ho voluto invitarvi ad approfondire la conoscenza personale dello Spirito Santo. Nella nostra professione di fede proclamiamo: «Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita e procede dal Padre e dal Figlio» (Simbolo di Nicea-Costantinopoli). Sì, lo Spirito Santo, Spirito d'amore del Padre e del Figlio, è Sorgente di vita che ci santifica, «perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Tuttavia non basta conoscerLo; occorre accoglierLo come guida delle nostre anime, come il "Maestro interiore" che ci introduce nel Mistero trinitario, perché Egli solo può aprirci alla fede e permetterci di viverla ogni giorno in pienezza. Egli ci spinge verso gli altri, accende in noi il fuoco dell'amore, ci rende missionari della carità di Dio.
So bene quanto voi giovani portiate nel cuore grande stima ed amore verso Gesù, come desideriate incontrarLo e parlare con Lui. Ebbene ricordatevi che proprio la presenza dello Spirito in noi attesta, costituisce e costruisce la nostra persona sulla Persona stessa di Gesù crocifisso e risorto. Rendiamoci dunque familiari dello Spirito Santo, per esserlo di Gesù.
6. I Sacramenti della Confermazione e dell'Eucaristia
Ma - direte - come possiamo lasciarci rinnovare dallo Spirito Santo e crescere nella nostra vita spirituale? La risposta - lo sapete - è: lo si può per mezzo dei Sacramenti, perché la fede nasce e si irrobustisce in noi grazie ai Sacramenti, innanzitutto a quelli dell'iniziazione cristiana: il Battesimo, la Confermazione e l'Eucaristia, che sono complementari e inscindibili (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1285). Questa verità sui tre Sacramenti che sono all’inizio del nostro essere cristiani è forse trascurata nella vita di fede di non pochi cristiani, per i quali essi sono gesti compiuti nel passato senza incidenza reale sull’oggi, come radici senza linfa vitale. Avviene che, ricevuta la Confermazione, diversi giovani si allontanano dalla vita di fede. E ci sono anche giovani che nemmeno ricevono questo sacramento. Eppure è con i sacramenti del Battesimo, della Confermazione e poi, in modo continuativo, dell'Eucaristia che lo Spirito Santo ci rende figli del Padre, fratelli di Gesù, membri della sua Chiesa, capaci di una vera testimonianza al Vangelo, fruitori della gioia della fede.
Vi invito perciò a riflettere su quanto qui vi scrivo. Oggi è particolarmente importante riscoprire il sacramento della Confermazione e ritrovarne il valore per la nostra crescita spirituale. Chi ha ricevuto i sacramenti del Battesimo e della Confermazione ricordi che è diventato "tempio dello Spirito": Dio abita in lui. Sia sempre cosciente di questo e faccia sì che il tesoro che è in lui porti frutti di santità. Chi è battezzato, ma non ha ancora ricevuto il sacramento della Confermazione, si prepari a riceverlo sapendo che così diventerà un cristiano "compiuto", poiché la Confermazione perfeziona la grazia battesimale (cfr CCC, 1302-1304).
La Confermazione ci dona una forza speciale per testimoniare e glorificare Dio con tutta la nostra vita (cfr Rm 12,1); ci rende intimamente consapevoli della nostra appartenenza alla Chiesa, "Corpo di Cristo", del quale tutti siamo membra vive, solidali le une con le altre (cfr 1 Cor 12,12-25). Lasciandosi guidare dallo Spirito, ogni battezzato può apportare il proprio contributo all'edificazione della Chiesa grazie ai carismi che Egli dona, poiché «a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune» (1 Cor 12,7). E quando lo Spirito agisce reca nell'animo i suoi frutti che sono «amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22). A quanti tra voi non hanno ancora ricevuto il sacramento della Confermazione rivolgo il cordiale invito a prepararsi ad accoglierlo, chiedendo l'aiuto dei loro sacerdoti. E' una speciale occasione di grazia che il Signore vi offre: non lasciatevela sfuggire!
Vorrei qui aggiungere una parola sull'Eucaristia. Per crescere nella vita cristiana, è necessario nutrirsi del Corpo e Sangue di Cristo: infatti, siamo battezzati e confermati in vista dell'Eucaristia (cfr CCC, 1322; Esort. apost. Sacramentum caritatis, 17). "Fonte e culmine" della vita ecclesiale, l'Eucaristia è una "Pentecoste perpetua", poiché ogni volta che celebriamo la Santa Messa riceviamo lo Spirito Santo che ci unisce più profondamente a Cristo e in Lui ci trasforma. Se, cari giovani, parteciperete frequentemente alla Celebrazione eucaristica, se consacrerete un po' del vostro tempo all'adorazione del SS.mo Sacramento, dalla Sorgente dell'amore, che è l'Eucaristia, vi verrà quella gioiosa determinazione di dedicare la vita alla sequela del Vangelo. Sperimenterete al tempo stesso che là dove non arrivano le nostre forze, è lo Spirito Santo a trasformarci, a colmarci della sua forza e a renderci testimoni pieni dell'ardore missionario del Cristo risorto.
7. La necessità e l'urgenza della missione
Molti giovani guardano alla loro vita con apprensione e si pongono tanti interrogativi circa il loro futuro. Essi si chiedono preoccupati: Come inserirsi in un mondo segnato da numerose e gravi ingiustizie e sofferenze? Come reagire all'egoismo e alla violenza che talora sembrano prevalere? Come dare senso pieno alla vita? Come contribuire perché i frutti dello Spirito che abbiamo sopra ricordato, "amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé" (n. 6), inondino questo mondo ferito e fragile, il mondo dei giovani anzitutto? A quali condizioni lo Spirito vivificante della prima creazione e soprattutto della seconda creazione o redenzione può diventare l'anima nuova dell'umanità? Non dimentichiamo che quanto più è grande il dono di Dio - e quello dello Spirito di Gesù è il massimo - altrettanto è grande il bisogno del mondo di riceverlo e dunque grande ed appassionante è la missione della Chiesa di darne testimonianza credibile. E voi giovani, con la Giornata Mondiale della Gioventù, in certo modo attestate la volontà di partecipare a tale missione. A questo proposito, mi preme, cari amici, ricordarvi qui alcune verità di riferimento su cui meditare. Ancora una volta vi ripeto che solo Cristo può colmare le aspirazioni più intime del cuore dell'uomo; solo Lui è capace di umanizzare l'umanità e condurla alla sua "divinizzazione". Con la potenza del suo Spirito Egli infonde in noi la carità divina, che ci rende capaci di amare il prossimo e pronti a metterci al suo servizio. Lo Spirito Santo illumina, rivelando Cristo crocifisso e risorto, ci indica la via per diventare più simili a Lui, per essere cioè "espressione e strumento dell'amore che da Lui promana" (Enc. Deus caritas est, 33). E chi si lascia guidare dallo Spirito comprende che mettersi al servizio del Vangelo non è un'opzione facoltativa, perché avverte quanto sia urgente trasmettere anche agli altri questa Buona Novella. Tuttavia, occorre ricordarlo ancora, possiamo essere testimoni di Cristo solo se ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo, che è «l'agente principale dell'evangelizzazione» (cfr Evangelii nuntiandi, 75) e «il protagonista della missione» (cfr Redemptoris missio, 21). Cari giovani, come hanno più volte ribadito i miei venerati Predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II, annunciare il Vangelo e testimoniare la fede è oggi più che mai necessario (cfr Redemptoris missio, 1). Qualcuno pensa che presentare il tesoro prezioso della fede alle persone che non la condividono significhi essere intolleranti verso di loro, ma non è così, perché proporre Cristo non significa imporlo (cfr Evangelii nuntiandi, 80). Del resto, duemila anni or sono dodici Apostoli hanno dato la vita affinché Cristo fosse conosciuto e amato. Da allora il Vangelo continua nei secoli a diffondersi grazie a uomini e donne animati dallo stesso loro zelo missionario. Pertanto, anche oggi occorrono discepoli di Cristo che non risparmino tempo ed energie per servire il Vangelo. Occorrono giovani che lascino ardere dentro di sé l'amore di Dio e rispondano generosamente al suo appello pressante, come hanno fatto tanti giovani beati e santi del passato e anche di tempi a noi vicini. In particolare, vi assicuro che lo Spirito di Gesù oggi invita voi giovani ad essere portatori della bella notizia di Gesù ai vostri coetanei. L’indubbia fatica degli adulti di incontrare in maniera comprensibile e convincente l'area giovanile può essere un segno con cui lo Spirito intende spingere voi giovani a farvi carico di questo. Voi conoscete le idealità, i linguaggi, ed anche le ferite, le attese, ed insieme la voglia di bene dei vostri coetanei. Si apre il vasto mondo degli affetti, del lavoro, della formazione, dell’attesa, della sofferenza giovanile... Ognuno di voi abbia il coraggio di promettere allo Spirito Santo di portare un giovane a Gesù Cristo, nel modo che ritiene migliore, sapendo "rendere conto della speranza che è in lui, con dolcezza" (cfr 1 Pt 3,15).
Ma per raggiungere questo scopo, cari amici, siate santi, siate missionari, poiché non si può mai separare la santità dalla missione (cfr Redemptoris missio, 90). Non abbiate paura di diventare santi missionari come san Francesco Saverio, che ha percorso l'Estremo Oriente annunciando la Buona Novella fino allo stremo delle forze, o come santa Teresa del Bambino Gesù, che fu missionaria pur non avendo lasciato il Carmelo: sia l'uno che l'altra sono "Patroni delle Missioni". Siate pronti a porre in gioco la vostra vita per illuminare il mondo con la verità di Cristo; per rispondere con amore all'odio e al disprezzo della vita; per proclamare la speranza di Cristo risorto in ogni angolo della terra.
8. Invocare una "nuova Pentecoste" sul mondo
Cari giovani, vi attendo numerosi nel luglio 2008 a Sydney. Sarà un'occasione provvidenziale per sperimentare appieno la potenza dello Spirito Santo. Venite numerosi, per essere segno di speranza e sostegno prezioso per le comunità della Chiesa in Australia che si preparano ad accogliervi. Per i giovani del Paese che ci ospiterà sarà un'opportunità eccezionale di annunciare la bellezza e la gioia del Vangelo ad una società per molti versi secolarizzata. L'Australia, come tutta l'Oceania, ha bisogno di riscoprire le sue radici cristiane. Nell'Esortazione post-sinodale Ecclesia in Oceania Giovanni Paolo II scriveva: «Con la potenza dello Spirito Santo, la Chiesa in Oceania si sta preparando per una nuova evangelizzazione di popoli che oggi sono affamati di Cristo... La nuova evangelizzazione è una priorità per la Chiesa in Oceania» (n. 18).
Vi invito a dedicare tempo alla preghiera e alla vostra formazione spirituale in quest'ultimo tratto del cammino che ci conduce alla XXIII Giornata Mondiale della Gioventù, affinché a Sydney possiate rinnovare le promesse del vostro Battesimo e della vostra Confermazione. Insieme invocheremo lo Spirito Santo, chiedendo con fiducia a Dio il dono di una rinnovata Pentecoste per la Chiesa e per l'umanità del terzo millennio.
Maria, unita in preghiera agli Apostoli nel Cenacolo, vi accompagni durante questi mesi ed ottenga per tutti i giovani cristiani una nuova effusione dello Spirito Santo che ne infiammi i cuori. Ricordate: la Chiesa ha fiducia in voi! Noi Pastori, in particolare, preghiamo perché amiate e facciate amare sempre più Gesù e Lo seguiate fedelmente. Con questi sentimenti vi benedico tutti con grande affetto.
Da Lorenzago, 20 luglio 2007
BENEDICTUS PP. XVI
LA PREGHIERA DI SAN BERNARDO DI CHIRAVALLE
L’amore di Bernardo per la Vergine Maria ha ispirato a Dante Alighieri uno dei passi più famosi della Divina Commedia. Veramente per Bernardo la Vergine è stata mediatrice di grazie. E come gli Apostoli si è trattenuto con lei nella richiesta dei doni a Dio e nella domanda del dono dello Spirito Santo. La sua umiltà e il suo amore l’hanno spinto a cambiare i costumi del tempo a partire dal proprio cuore, a vedere in una Chiesa sofferente e macchiata da gravi colpe umane il volto umile e amorevole di Dio e crederci in questo e fare in modo che questo Volto apparisse sempre di più in lui, nei suoi monaci ed in tutta la Chiesa.
Ricordato il 20 Agosto
Digione, Francia, 1090 - Chiaravalle-Clairvaux, 20 agosto 1153
Bernardo, dopo Roberto, Alberico e Stefano, fu padre dell'Ordine Cistercense. L'obbedienza e il bene della Chiesa lo spinsero spesso a lasciare la quiete monastica per dedicarsi alle più gravi questioni politico-religiose del suo tempo. Maestro di guida spirituale ed educatore di generazioni dei santi, lascia nei suoi sermoni di commento alla Bibbia e alla liturgia un eccezionale documento di teologia monastica tendente, più che alla scienza, all'esperienza del mistero. Ispirò un devoto affetto all'umanità di Cristo e alla Vergine Madre. (Mess. Rom.)
Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz' ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.
9) Maria
Maria ci invita a tornare in noi stessi, a crescere nell’amore di noi stessi, di Dio e degli altri. Il tempo del riposo è un tempo buono, opportuno per mettere un po’ di ordine nella stanza del nostro cuore. Darci una spolveratina o chiamare un buon rigattiere per sgomberarla dalle cose inutili. La vita nella sua essenzialità è molto semplice, perché complicarla? Maria è sempre più una madre tenera che ci sprona a scegliere la “parte migliore”, ci prepara e ci insegna ad aprire il nostro cuore ai doni di Dio. Senza paura, con fiducia. E per accrescere la nostra fiducia ci mostra con la sua presenza materna il Volto umile e amorevole di Dio che si china su ciascuno di noi ed è pronto a colmarci dei Suoi doni solo se noi ci apriamo per riceverli.
Cari figli, con amore materno vi voglio stimolare all’amore verso il prossimo. Che mio Figlio sia la fonte di questo amore. Lui che poteva fare tutto con la forza ha scelto l’amore dando l’esempio a voi. Pregate e lavorate in modo che il vostro cuore aneli al Dio creatore che è il vero riposo della vostra anima e del vostro corpo. Che Egli vi riveli il suo volto e vi doni la sua pace. Io sono con voi e intercedo davanti a Dio.
Nella mia venuta a voi, qui in mezzo a voi, si riflette la grandezza di Dio e si apre la strada con Dio verso la felicità eterna.
Non sentitevi deboli, soli e abbandonati.
La Santa Messa, il più sublime e il più forte atto della vostra preghiera, sia il centro della vostra vita spirituale.
Credete e amate, figli miei.
La Madonna con il messaggio di questa sera ci insegna che il vero riposo consiste nella conversione, che coinvolge l’intera persona cioè il corpo e l’anima, parole e opere. L’evangelista Marco riporta le parole di Gesù all’inizio del suo ministero: “Convertitevi e credete al Vangelo”(Mc. 1,15). La conversione non consiste nel compimento esteriore dei comandamenti di Dio, ma nell’incontro personale con Dio. Dopo tale incontro l’uomo diventa totalmente consapevole di sé stesso, dei propri peccati e debolezze.
La Madonna ci invita a pregare, affinché il nostro cuore desideri di più Dio creatore, perché solo Lui può dare il vero riposo alla nostra anima e al nostro corpo. Il tempo delle vacanze dunque è una splendida occasione per fermarsi un attimo e cominciare di nuovo a pregare. E’ il tempo di un incontro più intenso e profondo con il Signore. Il riposo è un’opportunità per ritrovare gli amici che forse abbiamo dimenticato. Il tempo del riposo è una possibilità che abbiamo per migliorare le nostre relazioni nei confronti di Dio e degli altri.
A Lei vogliamo dire tutta la nostra gratitudine per quel "sì" che ha dato inizio all'"avventura" della Redenzione.
Mentre chiedo alla Vergine Santa di vegliare sui giovani e le giovani del mondo, ringrazio cordialmente tutti voi che avete preso parte alla quindicesima Giornata Mondiale della Gioventù. Tutti! Tutti! Non so quanti, ma tutti!
Su di loro e sull'incarico che oggi assumono invoco la protezione della Vergine Santissima.
Ancora una volta vorrei ringraziare il Signore nostro Dio per questa eccezionale e splendida assemblea, che ha superato tutte le nostre aspettative. Roma non soltanto è stata conquistata da voi, ora è diventata vostra, perché qui è Pietro! Voi siete il cuore giovane della Chiesa! Andate in tutto il mondo e portate la pace. Il Signore è risorto. Egli cammina con voi. Siate suoi testimoni tra i vostri coetanei all’alba del nuovo millennio!
Maria Vergine ci accompagni a Gesù, ci faccia scoprire in questo tempo, nel poco tempo che ormai abbiamo per noi stessi, per gli altri, per Dio, l’essenzialità della Vita, dell’Amore, la fonte della pace, del riposo del vero appagamento. Ci aiuti ad aprirci con fiducia e non con diffidenza ai doni di Dio, ci faccia scoprire il loro vero e grande valore, ci dia la gioia di perseverare nel ricercarli, la vista per vederli, il tatto per toccarli, il gusto per assaporarli e l’udito per percepirli. “Gustate e vedete quanto è buono il Signore”. E’ buono perché vuole il nostro vero bene, quello che non passa! Non fermiamoci alle difficoltà presenti che per quanto grandi non sono che poca cosa in confronto a ciò che ci ha promesso già qui e per l’eternità! Resistiamo saldi nella fede. Per quanto grandi le difficoltà che stiamo vivendo non scoraggiamoci, non sentiamoci abbandonati, rifiutati, esclusi dall’amore di Dio, il Signore è vicino “se dovessi camminare per una valle oscura non temerei alcun male perché tu sei con me Signore!”, ed il Signore è sempre con ciascuno di noi… vicino: sottile mormorio di brezza leggera che lambisce il nostro cuore.
lunedì 4 agosto 2008
INTERVISTA AL SEN. LUIGI D'AMBROSIO
Senatore è soddisfatto del Piano di Finanza Pubblica 2009-2011?
Dopo i primi provvedimenti urgenti assunti in campagna elettorale e mantenuti
in 40 giorni di Governo come l’emergenza rifiuti a Napoli, l’abolizione
dell’Ici, il taglio delle tasse sugli straordinari, la riduzione delle rate dei mutui
e le misure di sostegno per anziani e bisognosi, possiamo ritenere soddisfacente
il primo risultato.Abbiamo dimostrato che siamo il Governo del
fare, che dice e mantiene.La crisi internazionale non consente ritardi e teatrini
parlamentari, bensì decisioni importanti anche a costo di scontentare le
corporazioni e scontrarsi contro interessi potenti.
Le opposizioni continuano a protestare criticando soprattutto il maxiemendamento
definendolo inutile e dannoso.
Nel maxiemendamento ci sono 400 milioni di euro per la copertura
dell’abolizione dei ticket sulla diagnostica ( in totale sono 834 milioni dei quali
metà a carico delle Regioni). Sono previsti fondi per le Forze dell’Ordine:
300 milioni del Governo più le risorse dei beni confiscati alla mafia valutati
oltre 1 miliardo.Nei prossimi 3 anni il Governo attiverà risparmi per ben 34
miliardi, di cui 13 nel 2009 e nel 2011 avremo sia il pareggio di bilancio che
la riduzione del debito pubblico sotto il 100% del PIL.
Dunque, nessun allarme. Al di là delle cifre in questo modo pensate di
mettere in sicurezza le casse pubbliche?
In questo modo, anche se l’autunno sarà molto caldo a causa di una serie
di provvedimenti impopolari, rientreremo abbondantemente nei parametri
europei riducendo di molto la spesa per gli interessi sul debito che ricade
come una tassa sui contribuenti. Tutto questo sarà realizzato senza mettere
le mani nelle tasche dei cittadini, cioè senza introdurre tasse, anzi riducendole.
Il PD contesta il Governo ed afferma che queste decisioni sono il frutto
di una oculata gestione del Governo Prodi.
Non credo proprio che sia così:L’Ici è stata abolita da noi, mentre la Robin
Tax è stata prevista da questo Governo e andrà a colpire banche e petrolieri.
I Ticket Sanitari che sarebbero stati introdotti nel 2009 dal Governo Prodi
da noi sono stati bloccati.Le addizionali locali tanto care ai Comuni ed alle
Regioni spendaccione sono state da noi bloccate.
Certo, noi non assicuriamo un Paese ideale ma ci sforziamo, rispetto al passato,
di garantire ai cittadini un Paese normale migliorando il tenore di vita
ed il potere di acquisto della gente comune a discapito dei poteri forti e delle
corporazioni della spesa facile.
Pagina 9 - On. Berlsconi, F. Pistilli ed il Sen. D’Ambrosio “L'ATTUALE GOVERNO? ICI ABOLITA, BLOCCO DEI TICKET SANITARI, LODO ALFANO, DECRETO SICUREZZA..”
Sen. D’ambrosio Luigi