Ordini Cavallereschi Crucesignati

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mercoledì 5 marzo 2008

E' LA DONNA CHE FA L'UOMO

di Angelo Scialbi-Comitato Scientifico

Festeggiare la donna nella parte migliore di se
Ci poniamo molti interrogativi sulla condizione e sulla autonomia femminile; parliamo spesso di donne in carriera, qualche volta di donne impegnate nell’arte e nella politica, molte altre volte di donne frivole: argomento preferito da molti uomini. Poi parliamo di donna pubblicità, della donna giornalista e della colta presentatrice. Talvolta parliamo della donna oggetto, ma chiamiamo diva persino la indecente (col rispetto delle donne perbene), ma senza verificarne l’efficacia e la regia occulta dell’azione. E poi, si sussurra molto e si fanno apprezzamenti di ogni genere
La passione è per l’uomo l’origine della sua vita, del suo essere diverso, della sua arte, del suo agire eroico, così come l’enigma femminile è un motore essenziale nella vita di ognuno. La cosa più semplice che l’uomo compie è dimostrare la forza distruttrice che si oppone alla forza generatrice della donna, ma di certo l’agire nel pianeta donna è un agire, fatte le dovute eccezioni, più complesso, ma anche più regolare, più disciplinato, più organizzato di quello dell’uomo, ma anche più distaccato e certamente più consapevole. Nel mondo contemporaneo è difficile creare un sentiero nella ponderatezza e nella equità di vedute e del diritto. Qualche considerazione in merito va fatta, almeno bisogna tentare di farla, rapportando la tangibilità fisica a quella linguistica e spirituale.
Una qualsiasi bontà ha sempre valore soltanto se coniugata bene alle condizioni altre, nel senso che la bellezza fisica è nulla se non è collegata alla bellezza razionale, intellettiva, di pensiero, di contegno. Ogni sistema deve essere correlato all’altro e tutti insieme far avanzare un individuo persona, diversamente si crea una certa distorsione che fa emergere il lato negativo delle cose.
Occorrono metafore linguistiche e metafore visive, debitamente comprese. La metafora linguistica crea collegamenti diversi con l’agire della persona; le metafore visive creano, costruiscono sistemi articolati di influenza che, nel caso della pubblicità e del commercio e della vendita scorretta, non sono affatto solidi e disturbano la quiete interiore di molte persone.
La lingua dei media ha cambiato profondamente il modo di comunicare e quindi di intendere. Nella pubblicità, il profumo Chanel associato all’immagine di Catherine Deneuve vuole appropriarsi delle connotazioni dell’artista: la bellezza e l’eleganza. Cosi Banca 121 con Sharon Stone.; Quando si collega la birra con una bella immagine di donna, e poi l’aperitivo con la donna macho, e poi la vettura con una tipologia diversa di donna, allora si vuole soltanto catturare le difficoltà comprensive della gente attraverso codici che si rivelano attraenti, accattivanti e convincenti se trasferite nell’oggetto; pare che questo abbia maggiore successo se avviene tramite la donna, da sempre espressione del desiderio, della passione, dell’amore, della realizzazione dell’uomo, ma anche, a volte, della sua rovina e del suo successo… non vogliamo parlare di certe emittenti!
Già Leonardo non aveva paura del libero pensiero della donna e affermava che l’impulso della passione non si può domare, ritenendolo un istinto innato e non prevedibile, un nemico sempre in guardia. L’arte è un settore in cui meglio si manifesta la creatività della donna! L’ideale femminile serve speso per confrontare le difficoltà interiori, oppure tutto se stesso, come per identificarsi e ispirarsi.
Forse in questo si custodisce il segreto della coppia, il cui fantastico rappresenta il completamento reciproco di uomo e donna e forse va a determinare quell’unismo di uomo, in cui c’è l’uomo, ma anche la donna.
La donna genera per natura e per natura può estendere le sue attitudini dalla famiglia al mondo esterno. Questo passaggio può causare delle forti ripercussioni sulla vita sociale, ma certamente si potrebbe parlare di trasferimento di dolcezze dalla sfera privata alla sfera sociale.
Nel mondo greco e romano la donna-dea possedeva una dimensione impareggiabile e inarrivabile; nel medioevo ha ispirato la letteratura cavalleresca; nel seicento ha prodotto la letteratura cortese ed ha creato la femme précieuse alla quale era dedicata la gloria dell’uomo e nei cui salotti venivano lette le opere prima di essere pubblicate. Ella era riferimento preciso di ascolto, di critica, e di influenza. La donna riesce a sollevare l’uomo o ad affossarlo; ad esaltarlo e a deprimerlo; a renderlo giocattolo o uomo. Comprendere la donna, significa comprendere l’uomo stesso e la umanità intera. Uomo e donna sono speculari, si completano, basta introdurre la sapienza, la comprensione, il rispetto e la consapevolezza che in due si avvia la rivoluzione.
La storia ci ha insegnato, giusto o sbagliato, che è la donna ad essere tacciata di impudicizia e ad essere assoggettata all’opinione pubblica e questo è un dato che fa riflettere, ma che ci rimanda alla responsabilità stessa della donna e, allo stesso tempo, alla consapevolezza che la donna, contrariamente all’uomo, riesce a dominare meglio i suoi istinti e anche il suo corpo. L’allontanamento da questa consapevolezza genera il peccato e il degrado umano, ritengo non soltanto della donna, ma anche dell’uomo, e su questo piano si incontrano le responsabilità dell’uomo e della donna: la vera dimensione convergente dell’essere uomo e dell’essere donna. Quando questo non avviene si entra nel buio e si brancola alla meno peggio, quasi sempre alla maniera peggiore, con le conseguenze visibili di un vivere che procura tristezza, perdizione, drammi, crolli continui di uomini e di figli che perdono tutta la loro serenità, la loro guida, la loro speranza del domani.

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