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mercoledì 5 marzo 2008

SCIENZA E SOCIETA' NON VANNO SEMPRE D'ACCORDO CON LA FEDE.

di Alessandra Prioli -Comitato Scientifico

Gli italiani e la scienza, rapporto di odio o amore?
La scienza, è amica o nemica? Risolve i problemi o ne crea a ritmo esponenziale? E, soprattutto, come ne si rapportano gli italiani? Per rispondere a questi ed altri quesiti, è stato stilato “Gli italiani e la scienza”, il primo rapporto su scienza, tecnologia e opinione pubblica, realizzato dalla Observa - Science in Society e presentato nel mese di febbraio a Torino.
Da questo studio è emerso di come gli italiani dimostrino un certo interesse verso le varie discipline scientifiche, in particolare se presentate in tv e sui quotidiani. Due terzi delle persone leggono sporadicamente articoli inerenti alla scienza e tecnologia, l’80% ne segue trasmissioni televisive e più di uno su due acquista di tanto in tanto una rivista di divulgazione. Meno diffusa, invece, è la frequentazione di musei e mostre.
Un dato confortante che traspare è il livello di analfabetismo scientifico, che risulta essere non particolarmente elevato, e piuttosto in linea con la media europea. Infatti tre intervistati su quattro sono in grado di identificare il Dna come l’elemento caratteristico degli elementi viventi mentre, invece, quattro su dieci sono convinti che il Sole sia un pianeta anziché una stella.
L’immagine di scienza che generalmente prevale è positiva. La stragrande maggioranza delle persone ne riconosce i benefici ed il ruolo centrale nello sviluppo economico. Da rilevare che gli scienziati spiccano come gli interlocutori più credibili, quando scienza e tecnologia diventano socialmente rilevanti, seguiti da ambientalisti e associazioni civiche, mentre la politica appare in grave deficit di credibilità.
Le ambivalenze, tuttavia, non mancano, in particolare su aspetti più specifici dell’organizzazione della ricerca. Un numero non trascurabile di italiani condivide un giudizio critico sia sulla permeabilità della ricerca nei confronti degli interessi economici, sia sulla trasparenza delle procedure di reclutamento. Ancor più diffusa è la sensazione che la ricerca sia penalizzata dai condizionamenti della politica.
Nel complesso, gli atteggiamenti verso la scienza possono essere riassunti in quattro diverse tipologie: l’antiscientista disinformato (26,8% poco attento e scettico, è più diffuso tra le persone meno istruite e anziane), lo scientista informato (13,6% risulta essere la categoria più interessata e fiduciosa, prevalentemente costituita da giovani, maschi ed istruiti), il pragmatico informato (15,8% con una visione utilitaristica della scienza, che apprezza per le implicazioni pratiche) ed il critico ottimista (43,8% nutre fiducia verso le implicazioni della scienza, ma è perplesso sulle logiche organizzative dei laboratori).

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