Ordini Cavallereschi Crucesignati

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domenica 16 settembre 2007

Il Piccolo Mondo Antico

Il Circolo Ravennate e dei Forestieri – di Beppe Rossi

“…una discussione può a volte far trionfare la verità, ma più sovente non serve che a inquinare lo spazio…chi insegna deve sapere fino a qual punto l’allievo può discutere senza irritarsi...sono cose da sapere, perché la Fratellanza vive soprattutto di equilibrio!!" (anonimo)

Cari lettori, la storia che vi racconterò ha qualcosa di straordinario, forse oggi non è più concepibile come in alcuni antichi Circoli d’Italia il tenore di vita comportamentale dei tempi andati, i giovani direbbero sei vecchio, e, purtroppo il vecchio molto spesso è relegato in “soffitta” come un oggetto che non serve più. Penso che in tutti i tempi e le epoche in questa nostra breve vita terrena, per poter capire il cosiddetto “nuovo” bisognerebbe conoscere ed interpretare prima il vecchio, e, soltanto leggendo antichi “libri” si possono capire e valutare le esperienze dei “nuovi“. Orbene, avete certamente capito che il tema da trattare sono in Circoli di Società, ed in particolare: Il Circolo Ravennate e dei Forestieri.

Tempo fa, ma non molto, ho avuto il piacere e l’onore in una assise culturale, di conoscere di persona il Comm. Dott. Beppe Rossi, imprenditore ravennate e attuale Presidente del Circolo Ravennate e dei Forestieri. Persona di spiccate qualità manageriali e di grandi sentimenti umanitari, il Rossi è Ufficiale del Corpo Militare del S.M.O.M., Commendatore della Rep. Italiana oltre che attivissimo Lions, ed è stato anche assessore nel Comune di Ravenna ed ha rivestito tante altre cariche. Insomma come si direbbe oggi …una persona di tutto rispetto.

Ed ora cari lettori del “Palazzuolo” da una recente pubblicazione del Presidente Comm. Dott. Beppe Rossi, un po’ di storia antica del Circolo Ravennate,

La Società del Circolo Ravennate fu legalmente costituita il 20 aprile 1860, come scrive Lorenzo Miserocchi in “Ravenna e i Ravennati nel secolo XIX”, ma ufficialmente venne inaugurato il mese successivo, il 7 maggio. In tale data, dopo appena un mese dal passaggio della Provincia di Ravenna dallo Stato Pontificio al Regno di Sardegna e un anno prima della proclamazione del Regno d’Italia, un gruppo di giovani appartenenti a famiglie nobili, o comunque eminenti della Città, decisa di fondare una Società, che prese il mone di Circolo Ravennate
Essa aveva come scopo”…il geniale ritrovo dei suoi comportamenti in acconcio locale per intrattenervisi quotidianamente colla conversazione, con la lettura di libri e di giornali, con giuochi e col prender parte ai divertimenti e trattenimenti straordinari, come accademie, feste da ballo, ricevimenti”: così enunciava il primo Statuto della Società del Circolo Ravennate, stampato in Ravenna dal Regio Stabilimento Tipografico di G. Angeletti, con òla medesima data di fondazione della Società stessa.
Il promotore, fondatore e Presidente provvisorio del Circolo Ravennate tra il 1859 – 1860, fu il prestigiosissimo Patrizio Torinese S.E. Cav. Avv. Marchese Emanuele Lucerna di Rorà, Governatore delle Province delle Romagne (1858 – 1860), nominato dal Dittatore dell’Emilia, il Capo del Governo Presidente Luigi Carlo Farini, anch’egli coinvolto dal Rorà e da Achille Rasponi come i soci onorari del Circolo. Grande merito di Rorà fu l’aver speso tutta la propria autorità a favore dell’ampiamento e del restauro del Porto di Ravenna. Inoltre fu, come Liberale e Massone proveniente da Torino, un forte fautore in Romagna dell’indipendenza e dell’unità d’Italia.
Da una ricerca di Gaetano Ravaldini per l’Editore Tonini, documentata che primo Presidente del Circolo fu il non ancora venticinquenne Avv. Conte Achille Rasponi (2 maggio 1835 - 22 maggio 1896) – figlio del Conte Giulio e della Principessa Luisa figlia di Giocchino Murat, ardente patriota.
L’appartenenza al Circolo era assai esclusiva come si può capire e veniva limitata ai ceti più abbienti (nobili, imprenditori agricoli e industriali, liberi professionisti affermati), per cui a Ravenna l’Istituzione venne abitualmente chiamata dai Ravennati, “Zircol di Sgnur”, (Circoli dei Signori). Ciò nondimeno il Circolo era tutt’altro che il “Piccolo mondo antico” di Ravenna, poiché in esso si ritrova quella media – alta borghesia civica che dichiaratamente professava i valori illuminati, liberali, ed aveva parteggiato, in molti casi in modo militante, per il movimento risorgimentale anche tramite l’appartenenza alla Carboneria ed alla Massoneria. In tutta la storia del Circolo ritroviamo infatti molti Soci, Consiglieri, Presidenti, tra i più attivi componenti della Loggia Massonica Ravennate “Dante Alighieri”. Gli stessi promotori della Società del Circolo, che pure erano alla guida dell’Amministrazione Municipale, avevano conferito il 21 settembre 1859 a Giuseppe Garibaldi, la cittadinanza onoraria di Ravenna.
Fino all’evento del Fascismo la vita del Circolo trascorse assai tranquillamente tra feste, partite a tresette, scopa, bridge, baccarà con la frequenzione delle famiglie e dei personaggi più importanti affiliati al Circolo: i Rasponi; i Pasolini; i professionisti più affermati, tra i quali il brillante Avv. Paolo Poletti (1879– 1954) scrittore dotto e piacevolissimo; imprenditori e banchieri che tenevano il Circolo come un secondo ufficio. Per le personalità della cultura e dello spettacolo in visita a Ravenna il Circolo era una tappa obbligata, dove trascorrere una serata conviviale: tra queste si ricordano Garbriele D’Annunzio ed Eleonora D’use nei primi anni del novecento. Il Miserocchi, nel 1927, scrive che “il Circolo, in ogni tempo ed in ogni occasione, seguì la sua ben nota tradizione ospitale e gentile verso personalità distinte e congressisti provenienti da qualsiasi parte o per qualsiasi scopo”. Nel 1930 il Circolo cominciò a suscitare la differenza del poter politico ravennate, tanto che il Federale Rambelli, giudicandolo cenacolo antifascista, ne pretese lo scioglimento. In effetti il Circolo non aveva mai assunto carattere politico, ma neppure aveva dimostrato sudditanza verso alcun potere, tanto meno nei confronti del “Regime”. Dunque la Società del Circolo Ravennate fu costretta a rifondarsi e si ricostituì una nuova Associazione denominata Circolo Ravennate e della Caccia, con una connotazione eminentemente sportiva e venatoria, ma la compagine sociale non cambiò, restando saldamente ancorata alla media e alta borghesia liberale. L’unica attività sportiva e venatoria organizzata dal Circolo era la caccia a cavallo alla volpe. Dall’inizio del secolo, la via del Circolo ha visto avvicendarsi un numero limitato di Presidenti, poiché la carica di fatto era considerata vitalizia ad essa venivano chiamate le personalità più prestigiose della Città.
Negli anni trenta alla Presidenza fu eletto il Comm. Giuseppe Focaccia, importante industriale calzaturiero. Negli anni quaranta il Presidente era il Comm. Dr. Ettore Frattasi, Presidente dell’associazione provinciale degli Agricoltori. Fu un militante della Loggia Massonica “Dante Alighieri”. Con la guerra di liberazione e l’occupazione di Ravenna da parte delle truppe alleate, i locali del Circolo furono requisite e divennero uffici e Circolo Ufficiali degli stessi alleati, ed il Vicepresidente del Circolo Avv. Massimo Stanghellini Perilli, già affermato professionista e conoscitore perfetto della lingua inglese, fu nominato legale di fiducia del Governo provvisorio alleato. Nel dopoguerra il Circolo fu ricostruito con il nome di Circolo Cittadino. Il primo Presidente , dal 1948, fu il Comm. Ing. Giuseppe Benelli (1903- 1191), conosciuto per il suo impegno civile, Presidente dell’Associazione provinciali degli Industriali (1947 – 1966), agricoltore ed imprenditore nel campo dello spettacolo: era il proprietario di uno dei locali cinematografici storici di Ravenna. “La Sala Italia” in via Cairoli. Gli succedette alla Presidenza, nel 1952, il Comm. Avv. Massimo Stanghellini Perilli, principe del Foro ravennate, legale di fiducia dei più rilevanti gruppi bancari ed imprenditoriali. E’ stato uno dei principali protagonisti della vita culturale, sociale ed economica di Ravenna e della Romagna, autore di una vasta produzione letteraria. Fu poi eletto Presidente, nel 1955 fino al 1958, il Comm. Giuseppe Vittorio Merendi, Agente generale dell’Ina Assicurazioni. In quell’anno lo stesso Presidente Merendi, insiema a Massimo e Vittorio Stanghellini Perilli ed a molti altri importanti Soci, uscì dal Circolo Cittadino
Per promuovere la rifondazione del Circolo Ravennate. Solo nel 1958 si tornò, dunque, all’antica denominazione, di Circolo Ravennate, con l’aggiunta “e dei forestieri” . Tale scelta fu patrocinata dall’Azienda autonoma di soggiorno e turismo di Ravenna e sostenuta dal suo Presidente Dr. Mario Giuliani Ricci, il quale, essendo anche Socio e Consigliere del Circolo, fiancheggiò con l’Azienda l’apertura del Circolo ai “Forestieri” e la conseguente crescita d’ammissioni tra i Soci di non Ravennati, per testimoniare il carattere ospitale ed aperto dei Cittadini di Ravenna. Il Circolo rinacque, dunque, anche per cercare di dar vita ad una Associazione maggiormente esclusiva ed elegante e nel contempo più aperta agli esterni ed alle donne, in particolare alle moglie dei Soci, fin dall’epoca fascista, estromesse dalla partecipazione alla vita associativa del sodalizio: venivano così recuperati i principi fondanti dell’altra tradizione liberal-democratica ottocentesca del Circolo Ravennate. Il Circolo è sempre stato la Sede in cui i Soci, in molte occasioni con le Signore, si trovavano per conversare, leggere, giocare, divertirsi, organizzare gite sociali, cenare. Ma è pure il luogo d’incontro dei Soci con personalità della cultura, dello spettacolo e del giornalismo, già presenti a Ravenna o appositamente invitate: tra le più importanti si ricordano, negli anni sessanta. Enza Pound; negli anni settanta Giorgio Gaslini negli anni più recenti Riccardo Muti, Vittorio Gassman e Gigi Proietti; Vittorio Zucconi, Piero Ottone, Sergio Zavoli, Luca Goldoni, Igor Man, Corrado Augius, Carlo Lucarelli, Leo Turrini, Vittorio Sgarbi, Lilli Gruber. Frequenti gli incontri letterari con scrittori ravennati e romagnoli, e l’allestimento di mostre d’arte, nelle sale del Circolo, dedicate ad artisti locali ma pure di diversa estrazione. Meno consuete le presenze al Circolo di personalità non ravennati, provenienti dal mondo politico e delle Istituzioni, tra le quali si ricordano i Ministri Galloni, Zanone, Prodi, il Presidente Commissione Finanze e Tesoro della Camera Giorgio La Malfa, il Segretario Nazionale del Pri Francesco Nucara, l’Ambascitore Usa in Italia Maxwell Rab. Anche sul versante sportivo il Circolo è spesso stato un luogo d’incontro di giornalisti e campioni di tutte le discipline:tra essi i partecipanti alla manifestazione internazionale di vela Match Race. Il ristorante ha costantemente costituito un fiore all’occhiello del Circolo e la sede di socializzazione per i propri Soci e per i loro ospiti ed ha trovato per alcuni anni serate d’apertura del terrazzo particolarmente prestigiose. Le sale del Circolo hanno tradizionalmente ospitato i partecipanti, provenienti dai vari paesi del mondo, ai Corsi universitari di cultura ravennate e bizantina, e sempre sono state aperte a visitatori e studiosi provenienti dall’Italia e dall’estero. Soprattutto negli anni sessanta e settanta l’ambiente del Circolo imponeva il rispetto di una rigida etichetta: obbligatori la giacca, la cravatta e la sera l’abito scuro, lo smoking per le feste sociali, il biglietto d’invito della Direzione per gli ospiti accompagnati dai Soci. Ma anche alcuni Soci, negli anni sessanta, settanta e ottanta del novecento, hanno tenuto il Circolo come la seconda casa per il tempo libero, rendendolo quotidianamente vitale e facendone un’autentica rappresentazione della vita civile medio – alta “borghesia” ravennate, protagonista delle attività economiche, imprenditoriali e professionali, della Città. Infine non si può trascurare l’apporto imprescindibile delle Signore nell’organizzare gli eventi e nell’animazione del Circolo.

Oggi, “E’ Zircol di Sgnur, còme che il ciamèva.
Mò indòv’è-i piò i “Sgnur” – Sgnur”?
I “Vir – Sgnur” j’è scumpèrs da un pèz!
Incù u j’è i “Signor d’bajòc”,
sèmpar impurtànt, mò j’è un etar quél.
E’ mònd 1’è cambiè, parchè l’avèva da cambiè,
e Ravèna l’è la mej Zitè de mònd!

Il Presidente Onorario del Circolo, Avv. Massimo Stanghellini Perilli, esprime la bella soddisfazione, al compimento dei suoi novantacinque anni d’età e dai settantacinque anni d’anzianità d’iscrizione al Circolo, alla benemerita volontà di un Ravennate vero, il Presidente del nostro Circolo, l’amico Beppe Rossi, che ha ricostruito la storia di un’Istitiuzione Cittadina, il Circolo, specchio fedele della vita sociale di Ravenna. Così la lunga vicenda del Circolo Ravennate e dei Forestieri, tanto ben composta dal Presidente Rossi, finisce per testimoniare la vissuta evoluzione della storia civile della storia civile della nostra amatissima Ravenna e di aver colmato una lacuna nella storia moderna e contemporanea.

Nel mio ultimo incontro con il Presidente Beppe Rossi. Dopo la riapertura delle ferie estive del Circolo dei Ravennati e dei Forestieri, “con i miei collaboratori abbiamo avuto un programma di attività molto intenso, incontri con autori di libri locali nazionali (da Vittorio Sgarbi a Corrado Augias, Nevio Galeati, Danilo Montanari, Ivan Simonini. Un momento di particolare partecipazione – continua Rossi – si è registrato in occasione dell’assegnazione del riconoscimento del premio annuale al ravennate lontano, toccato quest’anno a Umberto Paolucci, vice Presidente della Microsoft Corporation”. Il Circolo conta oggi duecento Soci, la presidenza di Rossi ha coinciso con nuovo impulso e ha fortemente ringiovanito la base sociale con l’inserimento di giovani professionisti, imprenditori, manager. Il Circolo svolge dunque anche una funzione di centro culturale e aggregazione civica, ma svolge anche un’attività benefica: “Abbiamo raccolto 2.00 euro per la missione che si occupa di bambini in Tanzania – dice Rossi – 3.00 euro per le strutture di Don Ugo, 1.500 euro per l’assistenza ai bambini ricoverati nel reparto di pediatria dell’ospedale di Ravenna, altri fondi per la Croce Rossa Italiana, anche se la beneficenza non rientra specificatamente nelle attività del Circolo. Nel periodo di chiusura del Circolo sono stati realizzati alcuni lavori di restauro degli affreschi e ammodernamento, e il recupero del Palazzo Rasponi, che comprende anche la Ca de Ven. e la realizzazione del vano ascensore che verrà installato nel prossimo gennaio.

Onore al merito dunque al Presidente del Circolo, Comm. Dott. Beppe Rossi, che ha saputo leggere tra le righe antichi “libri” di “Pietra” traghettandoli con saggezza verso la “Luce”. Conclusione dell’incontro tra antico e moderno, il Presidente Rossi a sorpresa ha voluto invitare formalmente e con consorte, presso la Sede del Circolo Ravennate e dei Forestieri, il vicedirettore de Il “Palazzuolo”, per un weekend.

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