Ordini Cavallereschi Crucesignati

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domenica 16 settembre 2007

Conferenza stampa - Cefalonia

L'inviato da * a il "Palazzuolo" - di Pietro Vitale

CEFALONIA

“Se ciò che avrete fatto sarà ancora vivo ed apprezzato quando nessuno ormai si ricorderà di avervi conosciuto, allora si potrà dire che avete ben seminato e ben costruito”. (proverbio)

Alle ore 10.30 del 21/aprile 2006, si è tenuta presso il Senato Accademico, Dipartimento di Scienze Storiche e Geografiche dell’Università degli Studi di Bari, la Conferenza Stampa: LA TRAGEDIA DELLA DIVISIONE “ACQUI” A CEFALONIA.

Invitato assieme agli organi del mondo dell’informazione per l’evento alla presenza del Prof. Giovanni Girone, Magnifico Rettore dell’Univerità di Bari; il Gen. D. Francesco Paolo Spagnolo, Comandante R.F.C. “Puglia” E.I.; L’avv. Antonio Sanseverino, Presidente Nazionale dell’Associazione Superstiti Reduci e Famigliari dei Caduti della Divisione “Acqui”; il Prof. Vito Gallotta, per le fonti e documentazione Storica.

A turno gli illustri personaggi anno illustrato nelle proprie specificità di ricordi, di memorie e di azioni, il dramma della Divisione “Acqui”, rimarcando unanime e talvolta mettendo in vivo risalto tutti quei momenti di uomini e compagni d’armi che non sono più tornati nelle proprie case, ai propri affetti, di uomini provenienti da tutte le regioni d’Italia. Per pochi studiosi e commendatori di storia patria, testimoniare ancora oggi quei tragici momenti forse è meglio non indagare oltre..…(perché abbiamo perso la guerra?) ancora per i suoi lati oscuri e interrogativi. Le azioni di guerra di Rodi e di Cefalonia, una storia per alcuni ancora tutta da riscrivere.

L’Università di Bari, d’intesa con la Presidenza dell’Associazione Superstiti, Reduci e Famiglia dei Caduti della Divisione “Acqui”, con il Comitato Reclutamento Puglia dell’Esercito Italiano e con il Patronato del Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi, organizza per il 28 ed il 29 aprile 2006 una commemorazione storica della tragedia di Cefalonia.

Non è casuale la scelta di Bari per questo evento storico. Infatti all’interno del Sacrario dei Caduti riposano le salme recuperate degli eroi di Cefalonia e dei Balcani; nel cortile centrale dell’Ateneo di Bari, in occasione del 30° anniversario del dramma di Cefalonia, fu realizzato un Monumento in ricordo degli eroi di Cefalonia impreziosito dai versi di Salvatore Quasimodo

Il convegno avrà un taglio rigorosamente storico con la partecipazione di studiosi italiani e tedeschi e dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito. La vicenda di Cefalonia ebbe un andamento diverso rispetto alla situazione di altri reparti militari dopo l’armistizio perché sull’isola di Cefalonia alla Divisione “Acqui” si contrapponeva un ristretto presidio tedesco di circa 1800 uomini. Ecco perché a Cefalonia dopo l’8 settembre il Comando Tedesco non prese l’iniziativa ma propose al Gen. Gandin, Comandante della Divisione, una trattativa per la cessione delle armi ed il rimpatrio in Italia. Il Generale prese tempo e cercò di contattare il Comando Supremo in Italia, cosa che nei giorni immediatamente successivi l’8 settembre non riuscì. Come in altri reparti militari, anche all’interno della Divisione “Acqui” si discusse sull’armistizio e la sua attuazione. Diversi Ufficiali, soprattutto i più giovani di complemento, e soldati ritennero un disonore la cessione delle armi e di propria iniziativa ai primi tentativi tedeschi di sbarco di uomini ed armi nel porto di Argostoli. L’attesa del Gen. Gandin di ricevere ordini precisi dal Comando Supremo sulla particolare situazione di Cefalonia ed il cannoneggiamento dei pontoni tedeschi hanno costituito la premessa per polemiche giornalistiche, che si sono trascinate fino ai nostri giorni, come succitato, sulle vere intenzioni del Gen. Gandin e sull’eventuale insubordinazione degli ufficiali che spararono contro i pontoni tedeschi. La documentazione esistente presso l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito consente di affermare che appena ricevuto un chiaro ordine di considerare i tedeschi come nemici. Il Gen. Gandin ordinò di dare battaglia e che il cannoneggiamento dei pontoni tedeschi va ricompreso negli Ordini del Comando Supremo, successivi all’8 settembre, di reagire con le armi ad attacchi tedeschi.

La battaglia fu eroica e disperata. La Divisione si battè come meglio potè, ma la supremazia aerea assicurata dagli Stukas, lo sbarco di alpini tirolesi sul lato nord dell’isola di Cefalonia, e la decisione inglese di non intervenire, condannarono la Divisione “Acqui” alla sconfitta.

Dopo la resa si ebbero le atrocità peggiori da parte delle truppe tedesche, in spregio di ogni convenzione internazionale. Man mano che si arrendevano i reparti italiani erano falcidiati con i fucili mitragliatori, gli ufficiali furono fucilati in massa alla tristemente nota Casetta Rossa ed il Gen. Gandin fu il primo ad essere fucilato. I pochi superstiti trasferiti in campo di concentramento tra Germania e Polonia vissero la prigionia in condizioni durissime; coloro che rimasero sull’isola come prigionieri di guerra addetti alla bonifica del campo di battaglia organizzarono una resistenza clandestina che si attuò nel controsabotaggio nel porto di Argostoli, minato dai tedeschi e salvò perciò buona parte della città dalla distruzione. Ecco perché gli abitanti di Argostoli, dopo che i tedeschi lasciarono Cefalonia issarono il loro tricolore insieme con la bandiera greca e quella dei paesi alleati.

Al Convegno Internazionale 28 e 29 aprile 2006

IL DRAMMA DI CEFALONIA: GLI SCENARI E LE FONTI

I Relatori:

Prof. Giovanni GIRONE, (Magnifico Rettore Università Studi di Bari)
Avv. Antonio SANSEVERINO, (Pres. Ass. Superstiti dei Caduti Div. “Acqui”
Prof. Mario SPAGNOLETTI, (l’8 settembre gli aspetti politici)
Prof.ssa Elena AGA ROSSI, (l’8 settembre gli aspetti diplomatici)
T. Col. Filippo CAPPELLANO, (l’8 settembre gli aspetti militari)
Prof. Vito GALLOTTA, ( la documentazione Italiana)
Dott.ssa Isabella INSOLVIBILE, (le fonti orali)
Prof. Patrik BERNHARD, (la documentazione tedesca)
Prof. Claudio PAVONE, (discorso di chiusura)

il 29 aprile 2006 Cerimonia al Sacrario dei Caduti:

Deposizione corona;
S. Messa accompagnata da canti eseguiti dalla “Corale di Argostoli”;
Saluto di commiato ai convenuti e Visita al Sacrario dei Caduti.

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