Ordini Cavallereschi Crucesignati

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venerdì 14 settembre 2007

Il Senso Iniziatico dell'Arcangelo Gabriele

La Fede non è nemica della Ragione ma la sua Fiaccola.

L’Equinozio d’Autunno

Carissimi amici,

permettetemi di manifestare tutta la mia passione per la Natura e lo studio delle stagioni, le sue fasi, in cui l’anno solare è diviso, in base alla distanza e all’inclinazione con cui i raggi del Sole irradiano la Terra, scandendo il ritmo in cui tutto il sistema esprime il suo potenziale e fecondo ciclo di riproduzione.

Oggi, purtroppo, gli esseri umani hanno prodotto, un costante processo di scollamento dai cicli naturali, che sono stati sostituiti da schemi e fenomeni temporali negativi, e di false certezze in direzione esclusivamente al benessere materiale, in cui l’ambizione dell’uomo prevalgono a discapito della natura e del globo terrestre.

La moderna cultura industriale ha relegato l’essere umano a vivere di una conoscenza sterile che studia la danza della vita nei minimi dettagli fino a farci dimenticare come muoversi al suo ritmo, portandoci a vivere in uno stato interdizione che rende incapaci di interpretare il significato più profondo di festività che consentivano all’essere umano ordinario di rinnovare il patto di alleanza con la NATURA e che, le caste sacerdotali rappresentavano invece il momento in cui effettuavano i Riti di Iniziazioni nei templi ed all’aperto.

Il senso inziatico dell’Arcangelo Michele per dell’Equinozio d’Autunno.

Cari amici, ora entriamo nel cuore delle mie ricerche riferito al Sole che, attraversa i quattro punti cardinali chiamati Equinozi e Solstizi, che corrispondono alle feste: NATALE, PASQUA, S.GIOVANNI e S. MICHELE, feste istituite dagli Iniziati per ricordare agli uomini che in quelle date il sole immette nell’universo delle forze particolarmente potenti, forze che gli uomini, se coscienti, hanno la possibilità di utilizzare per la loro esistenza evolutiva.

Non bisogna pensare che in natura, tutto si riproduca meccanicamente, non è così, ogni cambiamento è dovuto all’opera di entità incaricate di occuparsi: dei Minerali o dei Vegetali, degli Animali o degli Uomini.

Il 21 settembre ha luogo l’equinozio d’autunno, al quale presiede l’Arcangelo Michele. Il sole entra nel segno della Bilancia, dando così inizio a un nuovo ciclo: i frutti cadono dagli alberi, abbandonano i loro involucri, mentre i semi vengono selezionati per essere consumati o conservati, e più tardi essi saranno piantati nella terra affinché il ciclo ricominci. Ma questo lavoro di separazione, di cernita che si fa in natura non riguarda unicamente la vegetazione: esso concerne anche l’ESSERE UMANO.

Come il frutto si separa dall’albero e il seme dal frutto, l’anima si separa dal corpo.
Il corpo corrisponde all’involucro e l’anima al seme che viene seminato in alto, in Cielo. Il giorno in cui sarà maturo, il frutto che è l’uomo non dovrà cadere in terra come il seme di una pianta, ma volarsene verso il Cielo.

E l’autunno è il periodo nel quale deve avvenire questa separazione di cui parla Ermete Trismegisto quando dice: “Tu separerai il sottile dal denso con grande abilità” Separare il sottile dal denso vuol dire separare lo Spirito dal Materiale. Durante l’autunno tale processo di separazione si realizza in tutta la natura per preparare la nuova vita. Come l’Arcangelo Michele viene a separare l’anima dal corpo, così l’Iniziato l’ascia morire in sé una materia per liberare la vita.

La separazione è una legge della vita. Ecco quindi cosa dobbiamo imparare dall’Arcangelo Michele: “la selezione, il discernimento, l’apprendere e separare il puro dall’impuro, l’utile dall’inutile, il nocivo dal salutare, la cosa morta da quella viva”. E la causa di tutte le sventure è proprio la mancanza della capacità di discernimento.

Le forze presiedute dall’Arcangelo Michele (ricorda in un suo articolo Omraam Mikhaèl Aìvanhov), sono di equilibrio, di giustizia, quindi di discernimento tra il buono e il cattivo in vista di liberare ciò che è bene e di trasformare ciò che è male. Ma il bene e il male sono così strettamente uniti che non li si può separare prematuramente senza provocare lacerazioni. L’arte di separare i contrari è la più difficile che ci sia, ed è in natura che gli Iniziati si sono istruiti in quest’arte. Non è facile separare la sua noce dal suo mallo, ma la natura sa come farlo: essa lascia maturare il frutto , il mallo si apre da solo e la noce si libera. Lo stesso dicasi per il bimbo nel ventre di sua madre: “esso è strettamente collegato alla madre e non lo si può strappare prematuramente, altrimenti sarebbe la morte per entrambi” Questa separazione è il simbolo della maturità.

In coclusione:

Come gli alberi anche gli esseri umani sono sottoposti allo stesso ciclo vitale della natura nello scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni che ci conducono alla maturità del cuore e della mente che deve essere considerato un momento di grande responsabilità nei confronti di sé stessi e di quanti ci sono vicini.
Pezzo tratto dai quaderni di Serenamente di Alberto VACCA.

Un abbraccio Fraterno a tutti.

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