Ordini Cavallereschi Crucesignati

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giovedì 27 dicembre 2007

Babbo Natale non esiste, non è mai esistito?

Dott. ssa Carlotta Vitale
Scrittrice-attrice di teatro
Il *Palazzuolo”
Bisceglie - Bari

Mito, folklore e credenze religiose.
Babbo Natale unisce in sé queste tradizioni. Con il tempo si sono aggiunte le leggi del marketing che hanno trasformato quello che era un santo vissuto nel IV secolo nella prima icona della globalizzazione dei consumi. L’eterno dilemma di tutti i bambini nel mondo sembra trovare nel tempo la sua risposta. Babbo Natale non esiste, ma è esistito. La tradizione che affianca il Vescovo di Mira, (l’attuale Demre in Turchia). San Nicola, alla consegna dei doni trova giustificazione nelle leggende intorno alla sua vita. Secondo il racconto di Jacopo da Veragine, San Nicola fece trovare dell’oro sul bancone del suo vicino per dissuaderlo dal far prostituire le sue figlie. Nell’Europa meridionale ed orientale per secoli è rimasta la tradizione della consegna dei doni il 6 dicembre, data in cui ricorre la sua morte. Diversamente è accaduto nell’Europa settentrionale, dove la predicazione protestante volle l’abolizione delle festa dei santi per concentrarsi sui giorni liturgici dedicate alle storie bibliche. Tuttavia non si allontanò mai dal folklore popolare la memoria dell’uomo dei doni, separandola, col tempo e definitivamente, dalla figura del santo. La sua immagine rimase per molti secoli”dormiente” finchè gli olandesi trasferirono l’immagine di Sinterklass (la traduzione in fiammingo) di San Nicola nella nuova Amsterdam, l’attuale Manhattan, che portò l’evoluzione linguistica in Santa Claus. All’inizio veniva vestito con costumi di vario colore, per assumere, sul finire dell’Ottocento, la predominanza del rosso nelle cartoline dell’epoca. Vent’anni dopo la Coca Cola studiando un modo per rivolgersi alle nuove generazioni di consumatori, senza rivolgersi direttamente a loro, trovò nell’astuzia artistica di Haddon Sundblom il legame tra Babbo Natale e la bevanda. Il Santa Claus di “Sunny” era perfetto per la multinazionale: più grosso del normale, rosso brillante, allegro e colto in situazioni stravaganti che si concludevano con la bibita come ricompensa. Se da un lato si può dire che la Coca Cola abbia esercitato un’imfluenza nella cultura americana dall’altro bisogna ammettere che essa direttamente ha forgiato il concetto americano di Babbo Natale. Prima delle pubblicità, in America, Babbo Natale era dipinto in vari colori ed in Europa era alto , longilineo e fisicamente malandato. Dopo la pubblicità, Babbo Natale sarebbe per sempre stato un uomo enorme, grasso, sempre contento, sempre rigorosamente vestito di rosso. In una parola la globalizzazione in senso moderno. Dopo la grande guerra Santa Claus si impose anche nell’Europa Meridionale, soppiantando tutte le ricorrenze regionali dei doni ai bambini. San Nicola, Santa Claus, Babbo Natale, nei secoli ha ispirato un lungo filone artistico. Oltre alle numerose leggende che riguardono la vita di San Nicola di Mira, negli ultimi secoli numerosi artisti si sono dedicati alla figura di Santa Claus. Nel 1809 Washington Irving pubblicò A history of New York dove inseriva la figura di San Nicola nelle radici di New York. Nel 1823 Clement Clarke Moore pubblicò An account of a visit from St. Nicholaus, l’opera in cui Babbo Natale compare per la prima volta con le renne. I primi abbozzi dell’icona moderna di Santa Claus si ebbe con il disegnatore satirico dell’Harper’s Weekly Thomas Nast. Dopo la creazione di Sundblom per la Coca-cola, l’ultimo a riprendere, l’immagine di Santa Claus è stato Angy Wharol. Il genio statunitense della pop art fa dinSanta Claus uno dei myths dell’età postmoderna.Tratto da Medi@terraneo news – novembre 2007

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