Ordini Cavallereschi Crucesignati

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venerdì 28 dicembre 2007

Scoppia il Caso dei Blogger

"Per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento che si destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso viene diffuso. (dal Ddl del 3 agosto 2007)
Il disegno di legge/il testo impone ai diari in rete l’iscrizione obbligatoria al Roc.
CORECOM: “Sanzioni solo se c’è informazione”.
Una scossa di terremoto ha fatto tremare l’universo dei blog, i diari in rete che da dieci anni proliferano nel mondo virtuale e che hanno preso il sopravvento sulla loro ormai obsoleta versione cartacea. Il 3 agosto 2007 è stato emanato un disegno di legge che prevede una nuova disciplina dell’editoria e la delega al governo, per l’emanazione di un testo unico sul riordino della legislazione di questo settore. Approvato lo scorso 12 ottobre dal governo, è adesso all’esame del parlamento. L’obbiettivo è di porre fine al caos normativo in materia editoriale, eliminando tutte le ambiguità, in particolare quelle riguardante internet, contenute nella legge 62 del 7 marzo 2001. Ma all’orizzonte si profilano ancora ombre sulla questione. Il fulmine a ciel sereno che si è scagliato contro i blogger scatenando una vera e propria tempesta on line, è l’obbligo, imposto a tutti i prodotti editoriali, di iscriversi al Roc, il registro degli operatori di comunicazione, custodito dall’Autorità competente. Sembrerebbe che non ci sia stata alcuna variazione rispetto alla legge 62/01, che già prevedeva questa registrazione. In realtà, qualcosa è cambiato: lo stesso concetto di “prodotto editoriale”. Esso non è più definito come “un supporto cartaceo o informativo destinato alla pubblicazione o alla diffusione di informazione presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico” ma come “un prodotto con finalità di informazione, formazione, divulgazione, intrattenimento destinato alla pubblicazione”. Sottili modifiche che farebbero rientrare nella definizione anche i blog. Ma cosa comporta in termini pratici l’iscrizione al Roc? Burocrazie, pagamenti vari, ma anche sanzioni in caso di diffamazione. Sanzioni che normalmente sono imposte al direttore delle testate giornalistiche, mentre per i blog la questione sarebbe più complicata: a chi verrebbe attribuito il reato nel caso della presenza di commenti diffamatori? “La responsabilità sarebbe del webmaster, a cui è facile risalire. Si tratterebbe di omissione di controllo da parte del creatore del blog e, al tempo stesso, ci sarebbe una colpa congiunta con il provider. Noi proponiamo sanzioni che oscillano dai 10 ai 50 mila euro, poi è l’Autorità a decidere”, spiega Domenico Giotta, direttore del Co.re.com.Puglia, il comitato che, grazie ad un atto aggiuntivo alla convenzione stipulata con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, può ricevere la delega per la tenuta del Roc. “Il nostro è un potere di vigilanza – continua Giotta – Per le agenzie di stampa e le televisioni è tutto più semplice, anche grazie allo strumento di monitoraggio di cui stiamo per dotarci, con cui controlleremo 24 ore su 24 e sei mesi indietro la 42 emittenti locali. Per internet la situazione è più complessa, ecco il perché dell’emendamento” Il padre della riforma, nonché sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Franco Levi, ha cercato di placare le polemiche aggiungendo un comma all’articolo 7, quello riguardante l’attività editoriale on line: esso prevede l’esclusione dall’iscrizione “di chi opera su internet con prodotti come siti personali o collettivi che non costituiscono una organizzazione imprenditoriale del lavoro”. Il punto è che nessun blog può essere ritenuto ad uso puramente personale, essendo letto da tante persone. “Il problema non si pone – assicura il direttore – Il nostro comitato non interviene nel caso dei blog di vita privata, non solo se c’è informazione. I blogger possono stare tranquilli. La cosa fondamentale è tutelare gli interessi dei più deboli”. Un caso, quello divampato negli ultimi mesi, che ha sollevato le critiche degli altri Paesi per via di un’iniziativa considerata un bavaglio alla libera circolazione di idee. A questo punto non resta che attendere la decisione del parlamento e capire quali saranno le reali conseguenze che la nuova legislazione potrebbe provocare. Tratto da Medi@terraneo news, di Barbara Masulli- novembre 2007

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