Questo sito è a disposizione di tutti coloro che intendono inviare i loro pezzi, che dovranno essere firmati, articoli sulle gesta della Cavalleria Antica e Moderna, articoli di interesse Sociale, di Medicina,di Religione e delle Forze Armate in generale. Il sottoscritto si riserva il diritto di non pubblicare sul Blog quanto contrario alla morale ed al buon gusto. La collaborazione dei lettori è cosa gradita ed avviene a titolo volontario e gratuito, per entrambi.
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sabato 29 dicembre 2007
Difficoltà di vivere: che fare?
Uno degli argomenti che preoccupa particolarmente la vita di oggi è certamente la politica, il modo di fare politica, il modo di essere eletti, il modo di riuscire, quando pur è possibile, a percorrere un iter legislativo prima che possa diventare legge dello stato a favore dei cittadini. Si assiste ad una sorta di ingorgo legislativo generale che invece di aiutare a risolvere i problemi della gente, a segnare ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, ciò che è un diritto da ciò che ti viene sottratto, l’agire per giustizia dall’agire per tornaconto personale, finisce col lasciarti inerme, spesso soccombente, quasi sempre perdente. Sembra che ognuno agisca e pensi secondo il proprio modo di essere o di vedere le cose, dichiarando e sostenendo il falso anche quando la verità è cosa manifesta. Avverti la sensazione che l’istituzione si adegua al referente di turno, e non viceversa.
In questo modo di agire e di vedere la cosa pubblica, sembra essersi innestato il semplice modo di agire e di pensare tipico delle faccende domestiche, personali, di strada. Ci si comporta come in un alterco personale anche quando si rappresenta le istituzioni; si cambia quanto è stato fatto in precedenza soltanto perché si vuole imporre un proprio modo di vivere, un modo personale di rendersi superiori, un modo personale di creare dipendenze. Il cittadino è quasi ridotto all’impotenza, sia perché se reagisce gliela fanno pagare cara, sia perché il controllo e la valutazione delle azioni amministrative, in genere, non appartiene al nostro modo di vedere le cose, o, almeno, alle nostre aspettative.
Acquisito un diritto diviene difficile, se non impossibile, acquisire umiltà, buon senso e senso dell’onesta obiettiva. Il profilo morale si confonde sempre più con il profilo personale caratteriale e comportamentale.
Qualcuno va affermando che gli interessi bancari sono aumentati di troppo e che la gente non riesce più a pagare la rata del mutuo contratto qualche tempo fa per acquistare l’agognata casa; qualche altro sostiene, a giusta ragione, che gli stipendi dei lavoratori italiani, vera emergenza nazionale, sono i più bassi nei paesi europei; altri ancora sostengono che mantenere un figlio o una semplice automobile occorrono 4/ 500 euro al mese. Come si fa se si possiedono due figli e una automobile?
Un cittadino ha tanti doveri economici da assolvere durante l’anno, che non riguardano soltanto il mangiare, m anche altri beni di prima necessità come: le bollette imprevedibili del gas, della luce, del telefono, dell’acqua, dell’assicurazione auto, le tasse di proprietà, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti, l’ICI; qualche volta bisogna fare anche il tagliando auto, recarsi dal dentista, al laboratorio analisi; e poi c’è l’imprevisto, sempre in agguato dietro l’angolo.
Io penso che l’operaio italiano riesca a malapena a far fronte ai bisogni che ho appena elencato con i suoi 13 stipendi da mille euro
Perché accade tanto in Italia? Perché, invece, lo stipendio dei tanti parlamentari italiani è il più alto d’Europa (Mi pare di aver sentito che lo stipendio del presidente francese è di 8 mila euro!?); i tassi e le spese bancarie sono al limite della sostenibilità; le aliquote fiscali sono ormai ingovernabili, per non parlare degli autovelox traditori che potrebbero anche costringerti a chiedere l’elemosina e del tanto, ma proprio tanto, che assilla e vessa il cittadino qualsiasi attraverso gli spot pubblicitari pagati a suon di miliardi sempre alle stesse persone, incapaci di ripetere una stupida parola in lingua inglese. Farebbero meglio a pronunciarla nel loro dialetto di origine.
D’altro canto, quando vieni chiamato al telefono all’ora di pranzo e la sera tardi, non puoi nemmeno accennare alla pronuncia di una parola di ipotetico assenso che si trasforma in contratto firmato in bianco, come testimoniano le varie bollette che raggiungono i cittadini a loro insaputa e dalle quali riescono difficilmente a liberarsene. Sei attaccato da chiunque e se non rispondi ti trovi intrappolato da impegni impensabili che soltanto l’agire per delinquenza riesce a giustificare. Contratti cambiati, profili diversificati, richieste di pagamento a tua insaputa, e via di seguito, silenzio-assenso anche per richieste che non ti riguardano affatto.
Le cose non cambiano più di tanto nemmeno se diventi dirigente: stai soltanto meglio di prima, ma se sei sovraccaricato di responsabilità e di rischi.
Le cose cambiano se invece diventi dirigente di altri enti (compresi quelli che chiamano inutili), dove le migliaia di euro non si contano più e dove sembra che tutte le entrate debbano servire per pagare lo stipendio e la buona uscita del capo. Questi enti sono per davvero tanti in Italia (e continuano a permanere) per cui sembra proprio dover lavorare per questi papaveri.
Per non parlare del caro gol, degli ammiccamenti vari, degli inviti a possedere due, tre, quattro numeri telefonici di gestori diversi, della musica serena e meravigliosa usata per vendere stupidate, delle grandi riflessioni di pensiero per smaltire inutilità.
Quanta gente parla a vanvera continuamente in cambio di compensi elevatissimi, da qualsiasi pulpito. Il quadro è preoccupante! A volte pensi che di te non se ne frega nessuno, o ti reputa talmente cretino che può dire qualsiasi cosa, sempre, puntando sull’oblio generale e sul valore della parola che dura soltanto qualche secondo, nonostante rappresenta l’eternità.
Una volta gli incarichi politico-amministrativi erano gratuiti, o quasi; oggi sono tanti e ben pagati. Una volta i partiti erano pochi e si sostenevano con il tesseramento degli iscritti, come una qualsiasi associazione; oggi sono tanti e ottimamente sostenuti con denaro pubblico, nonostante il referendum: è quasi un affare possedere un partito-famiglia. Una volta i sindacati introitavano soltanto le quote degli associati; oggi hanno contributi che si e non vengono riportati in bilancio, comunque non sono soggetti all’accountability. Casta crea casta, altrimenti non si regge nessuno, per non parlare delle lobbies. E allora? Pare che non si salvi proprio nessuno! L’altra sera Report (per fortuna qualcuno riesce ancora a farlo) ha trattato il caso Parmalat; è quasi impossibile farlo comprendere a tutti, tanto è complesso. Sembra che di Parma abbia poco, ma di latte da mungere tantissimo.
Se non fosse per quell’amore sviscerato per il proprio paese, uno penserebbe e farebbe altre cose, ma poi pensa che sono tanti coloro che fanno i comodi propri a svantaggio del cittadino che funge soltanto da para vento e da claque per i potenti, e allora rimani, almeno per non perdere il senso della libertà e quella dell’opinione, anche se velata dalla parvenza del diritto.
Il cittadino perbene ha sempre lottato per conferire dignità alla sua persona e, attraverso essa, alla famiglia ed al Paese; qualcosa di irreparabile si è innescato nel meccanismo positivo del progresso civile che non ci ha permesso di perseguire gli ideali, la evoluzione, la crescita democratica e il rispetto della madre patria. Chissà, forse anche noi, novelli pionieri della rivoluzione culturale italiana anni 60/70, abbiamo peccato di presunzione e di immobilismo, forse anche di egoismo!
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