Ordini Cavallereschi Crucesignati

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venerdì 7 dicembre 2007

A Natale regaliamoci la Santità

Dott. Pietro Vitale
Il* “Palazzuolo”
Bisceglie - Bari


2) MESSAGGIO PER L’AVVENTO DEL CARDINALE SEVERINO POLETTO ARCIVESCOVO DI TORINO ”A NATALE REGALIAMOCI LA SANTITA’”

Santo è chi incontra Gesù, chi si lascia incontrare, chi lo cerca con tutto il cuore, chi ha scoperto l’immenso valore dei suoi doni e delle sue promesse. Quale più bel regalo? Il regalo è gioia, per chi lo dona e per chi lo riceve! Quale più grande regalo, gioia… da donare e da ricevere? Gesù è pienezza della vita, è gioia piena! Nulla di teorico, nulla di ideologico, nulla di astratto, tutto da vivere, tutto da sperimentare… è un trapianto vitale! Che si innesta donandolo e ricevendolo dai fratelli e dalle sorelle.

Desidero far giungere a tutti per il tempo d'Avvento, che è preparazione alla grande solennità del Natale del Signore, festa così sentita e cara, questo messaggio per invitarvi a valorizzare i doni del Signore al fine di migliorare, a tutti i livelli, le nostre condizioni di vita.
"Gesù è la nostra pace" (Ef 2, 14) ed è per questo che un rinnovato impegno per accoglierlo ancora una volta a Natale, come unico salvatore di tutti gli uomini, diventa condizione essenziale perché il mondo non perda la speranza di tempi migliori.
Senza entusiasmo non si cammina e non si trasmette nulla, perché viene a mancare la convinzione profonda del valore di ciò che facciamo. Come si fa - aggiungevo - a non essere convinti che l'impegno di annunciare Gesù Cristo a tutti è la ragione prioritaria della nostra vita di credenti ed è l'essenza stessa della missione che Gesù ha affidato alla sua Chiesa?.
Qualcuno a questo punto potrebbe pensare: non è azzardato credere di poter arrivare a tutti con il messaggio del Vangelo? Non è impegno superiore alle nostre forze? Certamente sì, se ci appoggiamo soltanto sui nostri poveri mezzi umani. Ma se ci lasciamo guidare come strumenti nelle mani di Dio e non poniamo ostacoli al suo amore per tutti, specialmente per i lontani, allora non solo è possibile rievangelizzare ma diventa un gioioso dovere morale per me e per tutti i credenti.
Tutto questo è possibile ad una condizione: vivere la santità.
Il Concilio Vaticano II l'ha ribadito in modo chiaro quando nel documento sulla Chiesa afferma il principio della "vocazione universale alla santità" (LG cap. V) con queste parole: "Il Signore Gesù, maestro e modello divino di ogni perfezione a tutti e ai singoli suoi discepoli di qualsiasi condizione ha predicato la santità della vita di cui egli stesso è l'autore e il perfezionatore… È dunque chiaro che tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità... Nei vari generi di vita e nelle diverse professioni un'unica santità è praticata da tutti coloro che sono mossi dallo Spirito di Dio e obbedienti alla voce del Padre e adorando Dio in spirito e verità, seguono Cristo povero, umile e carico della croce, per meritare di essere partecipi della sua gloria" (LG, 40-41).
Molti pensano che la santità consista nel fare cose straordinarie, perché per loro "ordinario" è sinonimo di mediocre, mentre nel piano di Dio "ordinario" è ciò che è conforme alla natura dell'uomo e delle cose. Perciò è nell'ordinarietà di ogni giorno, vissuta con intensa generosità di fede e di amore, che tutti possiamo vivere la santità.
Per farmi comprendere da tutti, usando parole semplici, a questa domanda rispondo così:
- La santità consiste nel saper in ogni situazione della nostra vita stare dalla parte di Dio,
- La santità è sapere e credere che siamo abitati dalla Santissima Trinità. È questo l'aspetto fondamentale della santità cristiana: prima che dalle nostre opere buone essa è costituita dall'azione santificatrice di Dio che abita in noi. Non siamo noi a santificarci, ma è Dio che ci santifica chiamandoci a vivere in comunione con sé e facendoci partecipi della vita divina, come suoi figli adottivi.
- Perciò la santità è soprattutto opera di Dio. Il Papa ci ha ricordato che la nostra salvezza non sta in una formula, ma in una Persona. La santità essenzialmente è il nostro rapporto di fede e comunione di amore con Gesù Cristo, è vivere della sua vita comunicata a noi attraverso la sua Parola e i sacramenti. La santità-dono è opera esclusiva e gratuita di Dio. C'è poi l'altro versante, quello della santità-impegno, che comprende quanto noi dobbiamo fare in concreto perché i nostri comportamenti morali non siano in contrasto col dono della.
Il Battesimo è un vero ingresso nella santità di Dio attraverso l'inserimento in Cristo e l'inabitazione del suo Spirito, sarebbe un controsenso accontentarsi di una vita mediocre, vissuta all'insegna di un'etica minimalistica e di una religiosità superficiale..
In questo cammino c'è una gradualità che deve essere percorsa e superata nei suoi diversi stadi, se con sincerità desideriamo tendere a quel vertice di perfezione indicatoci da Gesù: "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt 5, 48).
Il primo grado di santità, quello fondamentale, consiste nell'evitare ogni forma di peccato grave così da custodire in modo permanente il dono della grazia santificante, ricevuta la prima volta nel Battesimo.
Il secondo grado richiede un sincero impegno per eliminare dai nostri comportamenti anche i peccati veniali deliberatamente voluti.
E finalmente si arriva al terzo grado della santità cristiana quando nelle nostre scelte di vita cerchiamo di realizzare sempre ciò che è più perfetto agli occhi di Dio.
Memori della parola di Gesù che ci dice: "Senza di me non potete far nulla" (Gv 15, 5) noi sappiamo che non è possibile realizzare nessun grado della santità cristiana senza un aiuto particolare della grazia di Dio.
- In primo luogo per progredire nella santità è necessario pregare molto. La preghiera è dialogo con Gesù Cristo, reso possibile in noi dall'azione dello Spirito Santo e che ci conduce alla contemplazione del volto del Padre.
- Il cammino di santità è poi garantito dal dono dei sacramenti, specialmente l'Eucaristia e la Riconciliazione. I sacramenti sono "atti di Cristo" attraverso i quali egli compie in noi la sua opera di purificazione e di sostegno
- E finalmente non ci può essere santità senza la ricerca di una pienezza di vita nell'amore a Dio e al prossimo. Santo è colui che ama Dio "con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze e il prossimo come se stesso" (Cf Mc 12, 30-31). Santo è chi testimonia che la fede non è adesione astratta ad un ideale, pur nobile e alto, ma ad una Persona, Gesù Cristo, che ci ha amato fino a dare la vita per noi.
In questo sforzo sincero di vivere nella santità ci conforta la certezza di non essere soli. Ci è vicina con la sua intercessione materna Maria, la donna tutta santa, la piena di grazia. Ci sostiene la preghiera degli Angeli, del nostro Angelo custode e di tutti i Santi, in modo particolare dei nostri numerosi Santi torinesi.

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