Ordini Cavallereschi Crucesignati

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venerdì 6 giugno 2008

LA CAVERNA DI PLATONE

Spesso ci interroghiamo sul futuro dell’Umanità mondiale. E spessissimo pronunciamo il luogo comune; “le nostre aspettative sono proiettate nel futuro”. Un concetto simile a quello della caverna di Platone.
Come molti ricorderanno, Platone, nello sforzo di conciliare l’essere di Parmenide con il divenire di Eraclito, ci racconta il mito della caverna. Egli immagina appunto una grande caverna con all’interno uomini incatenati in modo da non poter guardare verso l’uscita.

Alle spalle di questi, appena fuori, c’è una strada attraversata da altri uomini che portano sulle spalle oggetti di varia forma, discutendo vivacemente fra loro. Alle spalle di tutti c’è il sole.

Naturalmente gli uomini della caverna, che nella loro posizione vedevano solo delle ombre e sentendo solo delle voci, pensano che quelle ombre e quelle voci siano l’unica realtà esistente. Se potessero uscire fuori, invece, superato un primo momento di accecamento da parte della luce del sole, si accorgerebbero che la realtà è ben diversa. Il mito della caverna ci è stato spiegato già sui banchi del Liceo: il sole è l’essere, cioè la conoscenza, le ombre sono il non essere, cioè l’apparenza e fra l’uno e le altre c’è l’opinione. La conoscenza differisce dall’opinione in quanto la prima vede le cose come affermative sono, la seconda le immagina in forma approssimativa. Orbene, il tutto serve a farci capire che nella vita vi sono falsi obbiettivi che sono soltando le ombre della realtà. Teniamolo presente….

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