Ordini Cavallereschi Crucesignati

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domenica 3 febbraio 2008

...Giovanni Ghinazzi Gran Maestro di Palazzo Vitelleschi.

Il presepe
L’Epifania tutte le feste porta via, ma non tutti i presepi; alcuni, veramente straordinari, restano fruibili tutti l’anno sia come oggetto di venerazione che come opera d’arte. In modo particolare invito a visitare il presepe collocato in locali al di sotto della basilica del Sacro Cuore Immacolato di Maria a Piazza Euclide, a Roma: la basilica senza cupola. E’ un presepe particolarissimo meno conosciuto di quanto meriterebbe.
Sono legato a questa basilica sia da motivi personali, legati alla gioventù, che massonici: i funerali di Giovanni Ghinazzi, Gran Maestro di Palazzo Vitelleschi, la più importante Massoneria mista italiana. Sono stato iniziato in quella Famiglia e ho potuto fortunatamente godere dell’amicizia di Ghinazzi, nonostante fossi un novizio tra i tanti, facilitato dalla scoperta di comuni appartenenze militari con mio suocero e perché le nostre mogli partecipavano ad uno stesso Club di Servizio.
Resto affettuosamente legato al ricordo del Fratello Ghinazzi, riconoscendogli grandi meriti massonici ed umani.
Tornando al presepe, affermo che quello di piazza Euclide è veramente unico. Non ha forse la vivacità del presepe napoletano o la tecnicità di un presepe meccanico, né la drammaticità di un presepe vivente o l’ingenua poesia di un presepe popolare, ma è straordinario nel suo genere. In una trentina di quadri, di circa un metro quadro ciascuno, salvo alcuni più grandi, è rappresentata tutta la vicenda di Cristo, dall’Annunciazione all’Ascensione.
I quadri, vere e proprie scenografie teatrali, raccolti in tre locali, sono come i fotogrammi di un unico cortometraggio, ideati da passione e da sapiente capacità artigiana. Personaggi, luoghi, animali, piante e case sono accuratamente riprodotti con dovizia di particolari.
Penso al presepe come all’erede del larario che i Romani conservavano in un angolo del peristilio, in un piccolo tempio nel quale erano raffigurati Dei ed avi. Un culto speciale era dedicato ai Mani (Dei originari) ed ai Penati (divinità delle necessità quotidiane e della dispensa).
I Larii erano gli antenati defunti ed ogni avo era rappresentato da una statuina chiamata sigillum. Il 20 dicembre si svolgeva la festa detta Sigillaria durante la quale era usanza scambiarsi tra parenti, in dono, i sigilla dei famigliari defunti durante l’anno affinché arricchissero i larari del parentado.
In attesa della festa, i bambini lucidavano le statuine collocandole in un recinto che riproduceva un ambiente bucolico, accendendovi un lume. Alla vigilia della festa la famiglia si riuniva in raccoglimento davanti al larario e, la mattina seguente, i bambini trovavano dolci e giochi “portati” nella notte dagli avi trapassati.
La cristianizzazione delle feste e dei templi pagani probabilmente fu concausa del passaggio dal larario al presepe cristiano, la cui nascita, in forma di rappresentazione vivente della Natività, è attribuita a San Francesco di Assisi, che la realizzò a Greccio nel 1223.
Il primo presepe scolpito a tutto tondo, realizzato da Arnolfo di Cambio attorno al 1290, sopravvive in alcune statue conservate a Roma nel Museo Liberiano. L’usanza di collocare statue e rappresentazioni permanenti del presepe all’interno delle chiese risale al XV secolo. Uno dei presepi più antichi è a Bologna nella Basilica di Santo Stefano.
Dopo il Concilio di Trento la Chiesa promosse la diffusione del presepe all’interno delle abitazioni consapevole delle suggestioni che la Natività suscitava quale emozionante veicolo di trasmissione di fede.
Nel XVIII secolo, a Napoli ci fu una vera competizione fra le famiglie più importanti, ciascuna delle quali desiderò esibire il presepe più bello. Ciò portò alla nascita del bellissimo presepe napoletano, ricco di personaggi popolari intenti alle attività quotidiane, vestiti con tessuti preziosi, un cui esemplare rappresentativo, il presepe Cuciniello, può essere ammirato al Museo Nazionale di San Martino a Napoli.
Chi ama immergersi nell’atmosfera del presepe non dovrebbe evitare una visita alle botteghe artigiane di San Gregorio Armeno a Napoli o a Bologna, alla Fiera di Santa Lucia o a Piazza del Popolo, a Roma, ove nella chiesa di fronte alla lapide che ricorda i Carbonari Targhini e Montanari, giustiziati da Mastro Titta, Boia di Papa Leone XII, si svolge a Natale la mostra di presepi popolari (di carta, di mollica di pane, di sale ecc.). Tratto dai quaderni di Serenamente

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